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25 Ottobre 2024
18:30

Estinzione dei dinosauri, cosa accadde e come facciamo a sapere che fu colpa di un meteorite

66 milioni di anni fa, un meteorite colpì la Terra causando un'enorme catastrofe, estinguendo il 75% delle specie, inclusi i dinosauri non aviani. Le prove dell'impatto sono state scoperte in Umbria, nella Gola del Bottaccione, e confermate dalla scoperta del cratere di Chicxulub in Messico.

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Estinzione dei dinosauri, cosa accadde e come facciamo a sapere che fu colpa di un meteorite
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66 milioni di anni fa un meteorite si schiantò sulla Terra a più di 70 mila chilometri orari, causando il sollevamento di un enorme quantità di polvere nell’atmosfera, un mega-tsunami con onde alte centinaia di metri e l’estinzione dei dinosauri. Ma come facciamo a dire che è stato un meteorite a far estinguere i dinosauri? Non ci crederete, ma la risposta attualmente più accreditata ha a che fare con una piccola località vicina a Gubbio, in Umbria.

Le caratteristiche del meteorite

Nel corso della storia della Terra sono avvenute 5 grandi estinzioni di massa, l’ultima delle quali – appunto – è quella del Cretacico (quella comunemente chiamata “estinzione dei dinosauri”) che risale a 66 milioni di anni fa. Per inciso, sarebbe più corretto parlare di dinosauri non aviani, cioè quelli che non volano, perché i dinosauri aviani in parte sopravvissero e si sono poi evoluti negli odierni uccelli. Pensate che questo evento fu così impattante sul pianeta che fu scelto come linea di confine tra due ere geologiche, cioè tra il Mesozoico e il Cenozoico (o Terziario).

Come abbiamo anticipato, questa estinzione con ogni probabilità fu causata da un asteroide proveniente da oltre l’orbita di Giove che aveva un diametro tra i 10 e i 15 km – quindi più grande del monte Everest – e che si sarebbe schiantato sulla terra a circa 20 km/secondo. L’impatto ha dato vita al cratere di Chicxulub con 180 km di diametro, uno tra i più grandi mai osservati sul nostro pianeta e che si trova nel Golfo del Messico (metà in mare e metà a terra in corrispondenza della Penisola dello Yucatan).

Perché i dinosauri si estinsero?

L’impatto del meteorite con il suolo fu così violento che il corpo roccioso si disintegrò, proiettando in atmosfera frammenti incendiati e detriti che entrarono in atmosfera e poi raggiunsero varie aree del mondo e che causarono incendi boschivi a livello planetario. Secondo quanto riportato dalla NASA si stima che vennero rilasciate in atmosfera centinaia di miliardi di tonnellate di CO2, anidride solforosa e vapore acqueo.

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Tutte queste ceneri e polveri in atmosfera oscurarono buona parte della luce del sole, rendendo difficoltosa la crescita delle piante e quindi creando problemi anche agli erbivori e, di riflesso, ai carnivori. Ma non solo! L’urto del meteorite causò terremoti così violenti da scuotere il pianeta per più settimane, con una quantità di energia liberata che si stima essere 50 mila volte maggiore rispetto a quella del terremoto di Sumatra del 2004, che misurava 9.1 di magnitudo. Infine – ciliegina sulla torta – il meteorite causò anche uno tsunami globale, con onde alte centinaia di metri.

Insomma, fu una catastrofe inimmaginabile. Di questa estinzione noi ovviamente non conosciamo tutti i dettagli, per esempio non sappiamo esattamente quanto tempo ci abbiano messo i dinosauri per estinguersi. Tuttavia, sappiamo con certezza che, in un arco di tempo relativamente breve, il 75% di tutte le specie fu spazzato via dal pianeta.

Chi si è estinto 66 milioni di anni fa?

Di solito questa è conosciuta come l’estinzione dei dinosauri, ma non è che tutte le specie di dinosauri si siano estinte in quell’esatto momento, alcune erano già estinte da tempo. Tra i dinosauri che effettivamente si sono estinti a causa del meteorite troviamo alcuni nomi che tutti conosciamo, come il T-Rex, i Sauropodi, i Triceratopi o gli Pterosauri (che però – attenzione – non sono dinosauri ma rettili, anche se di solito vengono considerati dai più come dinosauri).

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È interessante notare che, sebbene i dinosauri siano stati colpiti duramente, lo stesso non si può dire per altre classi, come le piante, i gasteropodi, i molluschi, gli anfibi, i mammiferi e alcuni rettili, come lucertole, serpenti e coccodrilli. Certo, non è che se la siano passata benissimo, e molte specie comunque sono andate estinte. Però tra l’avere qualche specie estinta ed essere invece completamente estinti insomma, c’è differenza.

Questo probabilmente è legato a più fattori: innanzitutto i dinosauri non aviani avevano dimensioni mediamente più grandi, e quindi per loro era più difficile ripararsi durante la caduta di frammenti o durante gli incendi. Inoltre i piccoli mammiferi potevano comunque contare su semi e insettini per sopravvivere, i grandi rettili invece avevano bisogno di grandi quantità di vegetali che di fatto non c'erano più.

Come facciamo a sapere che i dinosauri si sono estinti a causa di un meteorite?

La risposta, per quanto possa sembrare strano, ha a che fare con una piccola località in Umbria, vicina a Gubbio. Stiamo parlando della Gola del Bottaccione e nei primi anni ‘60 la micropaleontologa Isabella Premoli Silva, insieme ad un collega svizzero, datarono le rocce affioranti utilizzando dei foraminiferi planctonici e individuarono un limite molto netto tra il Cretacico e il Paleocene. Questo limite è rappresentato da un livello argilloso di colore rosso scuro e privo di foraminiferi, che si trova tra calcari rosati. In questi calcari però i foraminiferi nell’ultimo strato del Cretacico sono completamente diversi da quelli nel primo strato del Paleogene. Il livello di argilla rosso scuro quindi documenta la quasi totale moria del plancton calcareo degli oceani.

Negli anni '70 un gruppo di geologi americani fece tesoro di questi studi e cominciò ad analizzare in dettaglio la successione di rocce della Gola del Bottaccione. Così questo luogo viene visitato anche dal geologo Walter Álvarez e dal padre Luis Álvarez – famoso per aver ricevuto un premio nobel per la fisica nello stesso anno.

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Loro concentrarono la loro attenzione sul livello di argilla e decisero di fare delle analisi approfondite per caratterizzarne la composizione. Si resero presto conto che questo livello era ricco di iridio, un metallo di transizione molto raro nelle rocce terrestri e abbondante, invece, nei corpi di origine extraterrestre come gli asteroidi e la polvere cosmica. Quindi dagli ‘80 è sempre più forte l’idea che l'estinzione fosse dovuta all’impatto con un corpo del sistema solare.

A questo punto mancava solo un ultimo tassello, cioè capire quale corpo potesse aver causato un’estinzione così violenta e improvvisa.

Il cratere di Chicxulub

Ci si è presto resi conto che il principale indiziato si trovava in Messico: lì infatti negli anni ‘60 una compagnia petrolifera durante le proprie esplorazioni aveva osservato un’enorme struttura circolare in parte sulla terraferma e in parte offshore che a occhio nudo non è particolarmente evidente, perché ricoperta di sedimenti, ma che dalle analisi gravimetriche – cioè analisi basate sulla misurazione della forza di gravità – risulta estremamente visibile e formata da più cerchi concentrici. Si tratta proprio del cratere di Chicxulub di cui parlavamo prima.

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Pensate che inizialmente si riteneva che quei segni fossero i resti di un’antica struttura vulcanica… anche se c’erano varie prove che non tornavano. Ad esempio c’era molto iridio, compatibile con i valori riscontrati nel livello di argilla  del Bottaccione. Poi la struttura ad anelli concentrici è tipica dei crateri da impatto, infatti a seguito dell’urto il cratere diventa liquido per le alte temperature, il centro si solleva, va a formare una specie di altopiano che poi però collassa, dando origine a più anelli interni al cratere stesso.

Poi, ancora, sono stati osservati frammenti con composizione simile a quelli ritrovati nel cratere di Chicxulub ma a 3-4000 km di distanza dal cratere. Insomma, queste sono solo alcune delle prove che, ad oggi, ci permettono di dire con un buon grado di certezza che l’estinzione dei dinosauri sia legata all’impatto di un enorme meteorite.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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