Conosciuta principalmente per lo tsunami e il successivo disastro nucleare del 2011, la città di Fukushima è oggi uno tra i leader nella produzione di un altro tipo di energia: proprio qui si trova il Fukushima Hydrogen Energy Research Field (spesso abbreviato come FH2R), il più grande impianto per la produzione di idrogeno verde al mondo. La struttura è stata inaugurata nel 2020 ed è alimentata principalmente dai pannelli solari (20 MW di potenza) installati attorno al proprio perimetro. Stando ai dati forniti dal governo giapponese, l'impianto da 10 MW è in grado di produrre ogni giorno sufficiente idrogeno per alimentare circa 150 abitazioni per un mese, o per ricaricare le batterie di 560 veicoli elettrici.
L'impianto di idrogeno a Fukushima
L'FH2R è stato realizzato a Namie, a circa 250 km di distanza da Tokyo e non molto lontano dalla centrale nucleare coinvolta nel disastro del 2011. L'impianto è in grado di produrre circa 1200 m3 di idrogeno verde ogni ora ed è stato realizzato in soli due anni, dal 2018 al 2020. Uno dei vantaggi di questa struttura è che l'idrogeno prodotto può essere stoccato, così da riuscire a soddisfare in modo tempestivo le fluttuazioni della domanda e dell'offerta nel mercato della rete elettrica. Queste le parole di Eiji Ohira, direttore generale del gruppo di celle a combustibile e idrogeno della New Energy and Industrial Technology Development Organization (NEDO):
L’impianto si occupa di produzione, stoccaggio, fornitura di idrogeno, bilanciamento della domanda e dell’offerta della rete elettrica, oltre a trasformare l’idrogeno per favorire la produzione di pile a combustibile per auto e bus.
L'idrogeno infatti sta già iniziando a permeare la società Giapponese, molto più di quanto non stia facendo con quella italiana: non a caso il Paese del Sol levante è stato il primo ad aver prodotto un'auto con celle a combustibile a idrogeno e la presenza di celle Ene-Farm per alimentare le abitazioni sta diventando sempre più comune in tutto il Giappone. Pensate che addirittura le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono state alimentate a idrogeno!
Il Giappone e l'idrogeno
La costruzione di quest'impianto rientra in un programma più ampio del Governo giapponese che si è posto come obiettivo quello di diventare leader mondiale nella produzione di idrogeno entro il 2050.
In realtà prima di questo traguardo ne sono stati previsti altri intermedi, come una produzione di 2 milioni di tonnellate annue entro il 2025 – cifra che dovrà arrivare a 20 milioni entro il 2050, con un costo che non superi i due dollari al chilo. Riprendendo sempre le parole di Eiji Ohira:
L’idrogeno è la chiave per lo sviluppo sostenibile, può essere prodotto da varie risorse, non emette gas serra, può essere immagazzinato, trasportato, esportato e utilizzato in vari settori, può decarbonizzare i trasporti, il consumo energetico delle industrie, il riscaldamento e l’energia elettrica dei palazzi. E, soprattutto, non compete con altre energie rinnovabili ma le completa
Questa, comunque, non sarà una sfida semplice. Prima del 2011 il 30% circa del fabbisogno energetico del Paese era soddisfatto dall'energia nucleare – scendendo poi al 6% dopo il disastro di Fukushima. Ad oggi quindi il restante 94% del fabbisogno energetico giapponese è soddisfatto da carbone (25%), gas naturale (23%), petrolio (39%) e solo in minima parte da fonti rinnovabili (7%).