
Sembra incredibile, ma per ben 74 anni, dal 1915 al 1989, in Islanda bere birra era proibito. Nel lontano 1908, infatti, nel paese scandinavo era stato approvato un referendum popolare (con il 60% dei voti) che vietava di fatto tutte le bevande alcoliche, entrato in vigore il 1º gennaio 1915. Le ragioni per mettere al bando gli alcolici sono state due: la prima era di natura puramente morale (si pensava che non fosse consono ubriacarsi) e la seconda era legata al desiderio di rendersi indipendenti rispetto alla Danimarca (che ha dominato sull'Islanda per più di 500 anni, dal 1380 al 1944), con la quale la birra era culturalmente associata.
Nel 1922, però, il divieto fu parzialmente revocato a seguito di pressioni commerciali dalla Spagna, che minacciava di interrompere l'importazione del baccalà islandese se l'Islanda non avesse acquistato i suoi vini. Sicché l'economia islandese all'epoca era particolarmente dipendente dal continente iberico, non poté rinunciare a questo partner commerciale così importante, e così gli islandesi riuscirono a tirare un "sorso" di sollievo… e di vino!
Dopo questo primo indebolimento del divieto, nel 1935 ci fu votazione in Parlamento e si decise di legalizzare i superalcolici, mantenendo però un divieto sulla birra con più del 2,25% di alcol. Essendo più economica e facile da consumare, si pensava che potesse favorire un aumento dell'alcolismo e di comportamenti "dissoluti". Nonostante il divieto, gli islandesi trovarono modi "creativi" per aggirarlo, come il contrabbando e la produzione domestica. Tra le tante idee che vennero agli islandesi, alcuni miscelarono birre molto leggere (consentite) con alcolici forti per ottenere bevande quanto più simili alla birra tradizionale.
Negli anni '70 e '80, con l'aumento dei viaggi all'estero, gli islandesi familiarizzarono sempre di più con la cultura dei pub europei, alimentando il desiderio di legalizzare la birra. Nel 1988, finalmente, il Parlamento islandese approvò la legalizzazione della birra, che divenne effettiva il 1º marzo 1989.

Da allora, in quel giorno il Paese celebra il Bjórdagur, ossia il "Giorno della Birra", con numerosi locali nella capitale Reykjavík che rimangono aperti fino a tarda notte per festeggiare la fine del proibizionismo. Pensate che oggigiorno la birra è la bevanda alcolica più popolare in Islanda, e che in giro per il Paese ci sono svariati birrifici artigianali che offrono una vasta gamma di birre locali.