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15 Giugno 2025
18:31

Insetti per smascherare un delitto: l’entomologia forense sulla scena del crimine

Lo raccolta e lo studio degli insetti sulla cosiddetta "scena del crimine" può contribuire alla ricostruzione dei fatti in un delitto. Consente di stimare il momento della morte, il luogo e alcune circostanze in cui può essere avvenuta. La scienza che se ne occupa è l'entomologia forense, che negli USA viene utilizzata in medicina legale per fornire prove in tribunale durante i processi penali.

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Insetti per smascherare un delitto: l’entomologia forense sulla scena del crimine
entomologia forense

L'entomologia forense è una delle scienze applicate in grado di fornire un contributo essenziale alle indagini che riguardano omicidi: la presenza di determinati insetti su un cadavere si rivela essenziale per calcolare l'intervallo post mortem (P.M.I.), ossia il tempo trascorso dal decesso, ma anche per ricostruire i fatti e valutare se l'omicidio sia avvenuto sul luogo di rinvenimento del cadavere o da un'altra parte. Ne vediamo delle rappresentazioni in TV: nella serie CSI – Scena del crimine, per esempio, c'è un noto entomologo forense che preleva larve di insetti da cadaveri rinvenuti in qualche luogo e le esamina in laboratorio sotto il microscopio, ottenendo informazioni fondamentali sul delitto. Si tratta di una disciplina ormai consolidata negli USA, ma anche in Italia attualmente sta prendendo piede, anche se non affianca ancora in modo sistematico la Magistratura durante indagini.

Quali insetti sono testimoni di un crimine?

Un cadavere può rappresentare per un gran numero di organismi una fonte di nutrimento, un rifugio o un luogo idoneo per la riproduzione ed è per questo che oltre 400 specie di insetti, oltre a svariati altri artropodi possono colonizzare un corpo in momenti successivi e in varie fasi della decomposizione. Per questo vengono a volte definiti "lavoratori della morte". Il tipo di colonizzazione varia con il passare del tempo, ma è influenzato anche dalla stagione, dalla temperatura e dalla natura del luogo. La fauna che colonizza un cadavere in città o in un ambiente chiuso si differenzia, almeno in parte, da quella che può attaccarlo in un bosco, su una spiaggia o addirittura in acqua. Sono proprio questi fattori che contribuiscono a definire i particolari della "Scena del crimine". Dalle prime ore dopo la morte in poi si succedono gruppi di insetti con ruoli diversi e attraverso uno studio attento di questa successione si può ricostruire l'intervallo post mortem.

Per grandi linee e in condizioni sperimentali, ecco la successione:

  • entro le prime 18-30 ore dalla morte: avviene la colonizzazione principalmente da parte di Ditteri delle famiglie Calliforidi e Muscidi. Compaiono i mosconi blu della carne (Calliphora vomitoria) e le mosche verdi (Lucilia sericata) attratte da sostanze volatili prodotte da ceppi batterici che hanno avviato i processi chimici della decomposizione.
  • a partire all'incirca dal 4° giorno in estate, più a lungo in inverno: l'odore penetrante attira anche Sarcofagidi, in particolare la mosca carnaria (Sarcophaga carnaria). Questi  e altri Ditteri depongono uova da cui si sviluppano larve. Il grado di  sviluppo della larva può consentire il calcolo della  data di morte con una precisione di un giorno o meno.
mosca carnaria
  • a partire dall'8° – 10° giorno: iniziano a comparire diverse famiglie di Coleotteri e fra queste le Silphide e le Dermestidi, ovvero "mangiatori di derma", attratti da materiale organico ormai secco.

C'è da dire che, in base a caratteristiche dell'ambiente come temperatura, umidità, esposizione agli agenti esterni, le tempistiche possono essere molto variabili. Agli insetti così detti cadaverici si possono applicare anche indagini tossicologiche per identificare l'eventuale presenza di droghe o sostanze tossiche sui tessuti. Per esempio, larve di Ditteri  che si nutrono di tessuti in decomposizione possono bio-accumulare eventuali droghe o farmaci utilizzati dal soggetto prima di morire.

Una collaborazione secolare e metodi di raccolta meticolosi

Il primo caso documentato sull'uso degli insetti nelle indagini giudiziarie risale a circa la metà del 1200. Si racconta che in Cina un caso di omicidio in una zona rurale fu risolto proprio osservando delle mosche che si erano posate sul falcetto dell'indiziato: erano state attratte dall'odore delle tracce di sangue rimaste sull'attrezzo che l'assassino aveva utilizzato per colpire la sua vittima. Invece, il primo trattato scientifico di Entomologia forense fu scritto intorno alla metà del 1800 in Francia dallo studioso J.P. Mégnin che iniziò a studiare e a descrivere la così detta "fauna cadaverica".

raccolta insetti delitto

L'entomologo arriva sulla scena del crimine con mascherina, tuta, guanti in lattice e con una serie di attrezzature (pinzette entomologiche, pennellini, provette e contenitori ermetici). Va ispezionato accuratamente non solo il cadavere, ma anche tutto l'ambiente circostante e vanno misurati una serie di parametri ambientali, come per esempio, la temperatura, l'umidità della stanza o la presenza di ostacoli che possono aver ritardato la colonizzazione degli insetti. Tutti gli insetti che si trovano sopra, sotto e nel cadavere o nell'area immediatamente circostante vanno accuratamente raccolti, conservati e analizzati da un entomologo esperto. A volte è necessario anche prelevare uova e larve vive da allevare in laboratorio per una corretta identificazione.

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