Un recente articolo apparso sulla rivista scientifica Nature riporta la scoperta dell'esopianeta K2-360 b distante dalla Terra 764 anni luce in direzione della costellazione della Vergine. Questo mondo alieno è una cosiddetta super-Terra, ovvero un oggetto con una massa di poco maggiore di quella della Terra, circa 7,6 volte in questo caso. Sembrerebbe quindi uno dei tanti esopianeti già scoperti se non fosse per il fatto che questa massa è concentrata in un raggio che è solo una volta e mezzo quello terrestre, dando quindi al pianeta una straordinaria densità, confrontabile con quella del piombo. Ma le sue peculiarità non finiscono qui, dal momento che K2-360 b orbita così vicino alla sua stella che un anno dura soltanto 21 ore. Sfortunatamente, data la sua vicinanza alla stella, questo esopianeta non è abitabile.
Com'è fatto e dove si trova l'esopianeta K2-360 b
La presenza di un pianeta attorno alla stella di tipo solare K2-360 è stata suggerita dall'analisi dei dati del telescopio Kepler della NASA. Questi ultimi mostravano come la diminuzione di luminosità della stella era compatibile con la presenza di un esopianeta orbitante con un periodo ultra-breve di meno di un giorno. Per poter confermare la scoperta, gli astronomi hanno utilizzato i dati dello spettrografo HARPS, montato sul telescopio ESO da 3,6 metri sulle Ande cilene.
HARPS ha confermato la presenza di K2-360 b, fornendoci stime di massa e raggio dell'esopianeta. In particolare, K2-360 b orbita attorno alla stella madre con un periodo di 21 ore, implicando che su quel pianeta un anno dura meno di un giorno. Inoltre, esso ha una massa di circa 7,6 volte quella della Terra ed un raggio di 1,5 volte quello terrestre. Combinando questi dati si ottiene che K2-360 b possiede una straordinaria densità di 11 g/cm3, una densità paragonabile a quella del piombo e la più alta mai trovata per una super-Terra.
Gli astronomi considerano questo pianeta non abitabile perché la sua temperatura superficiale è presumibilmente molto alta. Il brevissimo periodo orbitale indica infatti che il pianeta orbita molto vicino alla sua stella: la terza legge di Keplero stabilisce infatti che più un pianeta è distante dalla sua stella, più tempo impiega per completare un'orbita. Un periodo orbitale di sole 21 ore presume infatti una distanza dalla stella K2-360 talmente ridotta da assicurare delle temperature troppo elevate per sostenere la vita per come la conosciamo.
Il sistema stellare K2-360
K2-360 è una stella di tipo solare nella costellazione della Vergine. Essa dista circa 764 anni-luce dalla Terra e si trova nella fase di sequenza principale in cui brucia idrogeno nel suo nucleo, proprio come il nostro Sole, con una età stimata di circa 6 miliardi di anni. Oltre al pianeta K2-360b, questo sistema stellare sembra possedere anche un secondo pianeta, K2-360 c, più lontano del primo, che orbita la stella con un periodo molto breve di soli 10 giorni. Dall'analisi dei dati, gli scienziati hanno stimato che questo secondo pianeta possiede una massa che è circa il doppio di quella di K2-360b, pari a circa 15 volte quella terrestre. Dal momento che K2-360c non transita davanti al disco stellare per via dell'inclinazione della sua orbita, purtroppo non è stato possibile sfruttare la combinazione dei dati di Kepler e HARPS per determinare il raggio, e quindi la densità, di questo secondo esopianeta.
Come è stato scoperto K2-360b
L'esopianeta K2-360 b è stato scoperto grazie alla combinazione di due tecniche ampiamente utilizzate per la scoperta di pianeti al di fuori del Sistema Solare. Un primo indizio della esistenza di K2-360 b è arrivato grazie alle osservazioni del telescopio Kepler della NASA, il quale fa uso del cosiddetto metodo del transito. Esso consiste nell'osservare una stella per un certo periodo di tempo alla ricerca di diminuzioni della luminosità causate dal passaggio di un pianeta davanti al disco stellare.
Una volta appurato che qualcosa blocca la luce proveniente dalla stella, per poter fornire una stima accurata della massa dell'oggetto si ricorre al metodo della velocità radiale (come mostra il video qui sopra) che consiste nella misurazione dell'effetto Doppler causato dalla mutua attrazione gravitazionale tra il pianeta e la stella madre. A seconda dell'intensità dell'effetto, gli scienziati sono in grado di ricavare una stima della massa dell'esopianeta.