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La ghigliottina è una macchina per eseguire condanne a morte, composta da una lama che, cadendo lungo un percorso obbligato tra due montanti, taglia la testa del condannato. Inventata in Francia nel XVIII secolo, fu adottata ufficialmente dopo l’inizio della Rivoluzione francese su proposta del deputato Joseph-Ignace Guillotin, al quale deve il nome. Guillotin non è dunque l’inventore della macchina (il cui nome non è noto), come talvolta si crede. Durante gli anni della Rivoluzione la ghigliottina fu usata su larga scala, al punto da essere considerata un simbolo della Francia rivoluzionaria, ma con il passare degli anni fu introdotta anche in altri Paesi, tra i quali la Germania nazista ma anche in Italia fino alla fine dell'Ottocento. In tempi recenti, non è mancato chi ne ha proposto il ripristino. Sfatiamo però un mito: non è vero che, dopo la decapitazione, si resta in vita per un certo tempo: la morte sopraggiunge nel volgere di pochissimi secondi.
Cos’è la ghigliottina, come funziona e dopo quanto si muore
La ghigliottina è una macchina per effettuare esecuzioni capitali mediante decapitazione. Consiste in una struttura alta circa 4 metri, in genere fatta di legno e composta da due montanti, tra i quali è posta una lama collegata a una puleggia. Quando è rilasciata mediante un apposito meccanismo, la lama, scorre lungo un percorso obbligato, anche grazie alla presenza di un peso che ne agevola la caduta. Per eseguire una condanna a morte, il condannato è legato a una tavola basculante, con il collo posizionato tra due semilunetti; la tavola è quindi portata in posizione orizzontale e posizionata in maniera che il collo del condannato si venga a trovare tra i due montanti della ghigliottina; quando il boia fa cadere la lama, la testa del condannato viene troncata di netto.

La morte sopraggiunge in tempi rapidissimi, perché non arriva più sangue (e quindi ossigeno) al cervello: sono sufficienti 3-6 secondi per la morte cerebrale e 10-15 perché si fermi il cuore. Nella versione più nota della ghigliottina, quella in uso durante la Rivoluzione francese, i due montanti erano distanti circa 37 cm l’uno dall’altro; la lama pesava circa 40 kg e cadendo raggiungeva la velocità di circa 24 kmh, sufficienti per tagliare la testa nettamente.
L’invenzione della ghigliottina
La ghigliottina è indissolubilmente associata alla Rivoluzione francese, nel corso della quale fu inventata e messa in funzione. Tuttavia, la pena di morte per decapitazione è molto più antica, essendo attestata sin dall’epoca egizia; inoltre, già nell’Europa medievale esistevano macchine che agevolavano il boia nel tagliare la testa dei condannati. Le esecuzioni, però, erano spesso difficoltose e provocavano sofferenze ai condannati. Inoltre, in molti Paesi il metodo di esecuzione era diverso a seconda della classe sociale del condannato: i nobili erano giustiziati con sistemi diversi da quelli dei plebei.
Nell’ottobre del 1789, poco dopo l’inizio della Rivoluzione, all’Assemblea nazionale francese fu presentato u progetto per l’adozione della ghigliottina. Principale promotore fu il medico e deputato Joseph-Ignace Guillotin, dal quale la macchina prese il nome. Due anni più tardi, dopo un ulteriore dibattito, l’Assemblea decise di mantenere in vigore la pena di morte (che alcuni deputati chiedevano di abolire) e di eseguirla per decapitazione mediante la ghigliottina per tutti i condannati. La prima esecuzione con il “nuovo” sistema fu quella di Nicolas Pellettier, ladro e omicida, giustiziato il 25 aprile 1792.
La ghigliottina durante la Rivoluzione francese
Durante la Rivoluzione francese la ghigliottina fu ampiamente usata e sul patibolo finirono alcuni personaggi noti. Anzitutto, fu giustiziato con questo sistema il re Luigi XVI, accusato di alto tradimento e ghigliottinato il 21 gennaio 1793. Nell’ottobre dello stesso anno finì sul patibolo anche sua moglie Maria Antonietta (nota per la frase «Se non hanno pane, che mangino brioches!»).

La ghigliottina ebbe la massima diffusione durante il periodo del Terrore (giugno 1793 – luglio 1794), nel corso del quale fu usata per giustiziare circa 16.000 persone (ma esistono stime differenti). Tra loro, figuravano importanti esponenti politici come Camille Desmoulins e George Jacques Danton, nonché uno scienziato come Antoine Lavoisier, considerato il padre della chimica moderna. Nel luglio del 1794 finì sulla ghigliottina anche Maximilien Robespierre, che talvolta è considerato un “sostenitore” della ghigliottina (in realtà, era meno spietato di quanto si crede e accettava la pena di morte solo come male necessario).
La ghigliottina dopo la Rivoluzione francese: dall’Ottocento a oggi
La ghigliottina continuò a essere usata in Francia anche dopo la Rivoluzione. Tra le persone giustiziate con questo metodo figurano Felice Orsini, che nel 1858 tentò di assassinare l’imperatore Napoleone III, l’anarchico Sante Caserio, che nel 1894 uccise il presidente Marie François Sadi Carnot, il serial killer Henri Landru, giustiziato nel 1922.
Nell’Ottocento e nei primi anni del Novecento la ghigliottina fu usata in altri Paesi: Belgio, Olanda, Svizzera, Svezia, Grecia, Germania. Il regime nazista se ne servì per le esecuzioni di circa 16.500 persone (la maggior parte delle quali nel 1944 e 1945), tra le quali Marinus Van Der Lubbe, responsabile nel 1933 dell’edificio del Reichstag (Parlamento), e i fratelli Sophie e Hans Scholl, membri del gruppo antinazista conosciuto come Rosa Bianca, giustiziati nel 1943.

Dopo la Seconda guerra mondiale, la ghigliottina è stata usata dalla polizia segreta della Germania Est. Fuori dall’Europa, se ne serviva il governo del Vietnam del Sud, un’ex colonia francese, negli anni '50 e '60.
L’ultimo Paese ad abbandonare la ghigliottina è stata la Francia, che l’ha adoperata fino agli anni '70. L’ultimo condannato giustiziato con questo strumento è stato l’omicida Hamida Djandoubi il 10 settembre 1977. Pochi anni dopo, nel 1981, il governo francese abolì la pena di morte.
Oggi nei Paesi nei quali è in vigore la pena capitale, tra cui gli Stati Uniti, si usano altri sistemi per eseguire le condanne, in primis l’iniezione letale e la fucilazione. La decapitazione non è del tutto scomparsa ed è ancora in vigore in Arabia Saudita, ma è eseguita con la spada. La ghigliottina non è più usata in nessun Paese, ma nel 1996 un rappresentante politico statunitense ha proposto, senza successo, di introdurla nello Stato della Georgia al posto della sedia elettrica.