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Il Dipartimento della Protezione Civile ha reso pubblica la mappa di ricognizione areale della vulnerabilità degli edifici privati nella zona dei Campi Flegrei, maggiormente interessata dalle attività bradisismiche. Gli edifici censiti sono 9078 divisi in 442 celle e in 4 fasce di vulnerabilità che esprimono la probabile concentrazione di edifici vulnerabili all’interno di ogni cella. Le zone ad alta e media vulnerabilità comprendono le zone urbanizzate di Bacoli, Bagnoli e Pozzuoli. Queste analisi permetteranno un organizzazione di interventi mirati e sopralluoghi approfonditi. Il piano straordinario di analisi delle vulnerabilità delle zone interessate dal fenomeno bradisismico, previsto dal Decreto Legge 140 del 2023, comincia a dare i suoi frutti al servizio della comunità.
Le informazioni nella mappa vulnerabilità degli edifici ai Campi Flegrei
Sono 9078 gli edifici censiti e analizzati da tecnici specializzati inclusi nel lavoro digitale a servizio della comunità da qualche giorno. Tramite ispezioni da esterno e valutazioni tecniche è stato possibile riassumere, in via preliminare, il livello di vulnerabilità strutturale del costruito esistente dell'area associato a fenomeni di carattere sismico innescati dal Bradisismo. Inoltre, il resoconto dei dati raccolti riporta informazioni relative al periodo storico di costruzione, alle tipologie edilizie ricorrenti e al grado di utilizzo degli edifici.

La mappa che ne viene fuori è composta da una serie discreta di celle quadrate 250 m x 250 m. In totale, la discretizzazione avviene con 442 celle e 4 fasce di vulnerabilità, che esprimono la probabile concentrazione di edifici vulnerabili all’interno di ogni cella. La vulnerabilità sismica, espressa tramite questi 4 livelli, identifica dunque la predisposizione di una costruzione a subire danni o crolli durante un terremoto.
Quali sono le zone più vulnerabili nei Campi Flegrei
Primo fra tutti, la mappa permette di filtrare interattivamente il livello di vulnerabilità strutturale ricavato. Si evince, ad esempio filtrando le vulnerabilità medie ed alte, la presenza di 3 particolari zone di concentrazione di questo livello di vulnerabilità (immagine a seguire). Questo risultato, che vede il centro di Pozzuoli, Bagnoli e Bacoli come principali parti vulnerabili della mappa, è in parte atteso in quanto in queste zone si concentra il più alto numero di edifici, perché sono queste effettivamente le zone più urbanizzate nell'area indagata.

Si evince anche che le zone a vulnerabilità massima, secondo la scala di rappresentazione, sono davvero poche rispetto alla complessiva area indagata (28 celle su 442, cioè il 6.3%). Il livello di vulnerabilità con maggiore percentuale di celle rispetto al totale è quello basso. La mappa permette anche la ricerca di indirizzi, così da identificare in maniera univoca il livello di vulnerabilità calcolato in una specifica zona.
Come si utilizzano i risultati della mappa interattiva
Questa classificazione preliminare del livello di vulnerabilità permetterà l'organizzazione di interventi mirati e gerarchizzati. Infatti, medie e alte vulnerabilità avranno la precedenza nel ricevere sopralluoghi di approfondimento, necessari per garantire una migliore stima della sicurezza strutturale e delle effettive condizioni di rilievo, ora fatte in maniera speditiva, solo dall'esterno degli edifici. Per tale ragione, i tecnici incaricati avranno ora la possibilità di indagare ed analizzare anche le parti interne degli stessi edifici.
Come prosegue il piano? La dashboard dei dati presentata è parte della prima fase del piano di stima della vulnerabilità. Ora, i cittadini potranno fare richiesta di indagini approfondite, se ricadenti in area ad alto o medio rischio, tramite specifica piattaforma. A seguito di questa ulteriore raccolta di dati, sarà possibile mappare in maniera più chiara le aree, in particolare quelle celle che sono state ora attenzionate. In questo modo, si potrà sia eventualmente diminuire il livello di vulnerabilità valutato, in quanto magari sovrastimato per l'utilizzo di un approccio cautelativo o per mancanza di informazioni, sia identificare dinamiche e costi di opportune strategie di intervento per ridurre i rischi associati agli eventi sismici attesi nel prosieguo della crisi bradisismica in atto.