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22 Gennaio 2022
18:35

La montagna e l’Uomo: un rapporto di amore e odio dall’alba dei tempi

La montagna ha sempre offerto all'umanità molteplici significati e usi: è stata divinizzata, sfruttata, vista come barriera o rifugio, come luogo dell'ignoranza oppure dell'autenticità. Approfondiamone la relazione.

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La montagna e l’Uomo: un rapporto di amore e odio dall’alba dei tempi
Uomo-e-montagna-copertina

Il rapporto tra il genere umano e la montagna riveste un'incredibile importanza fin dalla nascita della nostra specie e ancor più dallo sviluppo delle prime civiltà. Le montagne sono state barriere quasi impenetrabili durante spostamenti e migrazioni, sono divenute rifugi dove difendersi dai nemici o in mezzo a cui nascondersi, sono state sacralizzate o divinizzate per via della loro imponenza e inaccessibilità. Non solo: sono state sfruttate e scavate, spianate e scalate, sono state viste a momenti alterni come il luogo dell'ignoranza e del conservatorismo oppure della purezza e delle tradizioni autentiche. Insomma, come scrisse il poeta e pittore inglese William Blake "grandi cose si compiono quando gli uomini e le montagne si incontrano".
Andiamo a vedere quali.

Popolamento-montagna

La definizione di montagna

Che cos'è una montagna ce l'hanno insegnato a scuola fin dalla terza elementare, ma la verità è che non esiste una definizione univoca. A ogni modo, proviamo a essere chiari e sintetici: una montagna è un rilievo della superficie terrestre di età geologica almeno terziaria (cioè con almeno 2,6 milioni di anni) e formatasi a causa dei lenti movimenti delle placche tettoniche. Solitamente presenta dei pendii ripidi e la sua cima (sempre che non ne abbia più di una) è acuta e definita. Vari processi di erosione possono tuttavia averne addolcito il profilo nel corso del tempo e questo accade soprattutto alle montagne più antiche e costituite da rocce relativamente più "tenere".

Per quanto riguarda l'altitudine, esiste una grande varietà di proposte per distinguere una montagna da una collina, ma non è mai stato definito uno standard internazionale: di solito i riferimenti più utilizzati sono al di sopra di circa 300 metri (1000 piedi, per la precisione, negli Stati Uniti e fino agli anni'70) o più genericamente di 500/600/700 metri. Una montagna, infine, difficilmente sorge da sola: più spesso è accompagnata da altri rilievi a creare una catena montuosa.

Catena-montuosa

Le montagne come barriera e rifugio

Le montagne sono sempre state un ostacolo al popolamento dei territori e allo spostamento da un luogo all'altro. Questo sia per la difficoltà di transito, soprattutto con mezzi di trasporto diversi dal semplice muoversi a piedi, sia per la rigidità del clima, sia per la mancanza di spazio da dedicare alle coltivazioni (già di per sé vincolate alle condizioni climatiche e quindi anche all'altitudine).

Il popolamento delle montagne

Questo dato forse vi sorprenderà: in base alle stime del Prof. William Rankin (in linea con studi precedenti), il 50% della popolazione mondiale vive attualmente sotto i 165 m di altitudine e quasi il 90% sotto i 1000 m.

Immagine
Distribuzione della popolazione mondiale in base all’altitudine (grafico del Prof. William Rankin)

Al di sopra dei 1000 m esistono grandi aree abitate, ma quasi esclusivamente nella fascia climatica tropicale, cioè laddove il raffreddamento dovuto all'altitudine è controbilanciato dal riscaldamento determinato dalla maggior vicinanza all'equatore. In termini storici, nella fascia tropicale e in ambiente montano fiorirono anche grandi civiltà come i Persiani in quello che oggi è l’Iran, gli Aztechi in Messico, gli Inca in Perù.

Soprattutto nell'antichità, inoltre, le montagne sono sempre state sfruttate dagli esseri umani per rifugiarsi o difendersi in caso di pericolo. Le Alpi e gli Appennini italiani sono costellati di castelli e fortezze adibiti al controllo e alla difesa del territorio. Infine, la realizzazione di interi villaggi lontano dai fondovalle fu molto praticato per sfuggire a malattie come la malaria o a fenomeni naturali quali le alluvioni.

Castello-San-Marino

Le montagne come confine, vero o presunto

Le montagne sono sempre state anche un ostacolo per gli spostamenti, tant'è che spesso le catene montuose rappresentano il confine politico tra Stati e amministrazioni differenti. Prendendo ad esempio le Alpi, tanto oggi fungono da confine settentrionale per l'Italia, quanto nell'antichità servirono ai Romani per difendersi dal mondo germanico. Più nello specifico, poi, in tempi recenti sono stati studiati numerosi casi di vallate vicine in cui si parlano, però, versioni talmente diverse della stessa lingua o dello stesso dialetto da avere difficoltà a comprendersi.

Alpi-confine-naturale

Tutto ciò ha portato la montagna a essere riconosciuta nell'immaginario collettivo come un mondo chiuso, impermeabile all'innovazione e al progresso. Proprio per questo e a seconda dei momenti storici e delle ideologie dominanti, è stata vista alternativamente come la dimora dell'ignoranza, del conservatorismo e dell'abbruttimento oppure come l'ultimo baluardo della purezza, dell'autenticità e dei valori tradizionali.

In realtà si tratta di stereotipi esagerati: per quanto sia vero che la montagna ha da sempre reso più complessi il popolamento e gli spostamenti, è altrettanto vero che soprattutto i passi e molte vallate sono quasi sempre stati luoghi di passaggio e di contatto tra culture e popoli diversi. Inoltre, usanze quali l'alpeggio (lo spostamento a corto raggio dai pascoli di fondovalle a quelli di altura nel corso dei mesi caldi dell'anno) e la transumanza (più o meno lo stesso tipo di trasferimento, ma su medie-lunghe distanze) hanno spesso generato reti di relazioni e scambi.

Festa popolare montagna

Le attività di sfruttamento della montagna

Gli esseri umani sfruttano la montagna e ne modificano in parte la morfologia a loro uso e consumo da quando hanno sviluppato l'agricoltura e l'allevamento, senza contare, ad esempio, i successivi e più invasivi interventi di estrazione di materie prime e di produzione di energia o le attività legate al turismo.

La prima limitazione alla coltivazione in montagna, base essenziale per il suo popolamento, è la mancanza di spazio, sia per la frequente strettezza delle vallate, sia per la pendenza dei versanti (questione spesso risolta grazie alla realizzazione di terrazzamenti). Altri problemi sono il possibile affioramento di rocce e l’eventuale presenza di ghiacciai e nevi perenni.

Terrazzamenti riso Cina

Un secondo ostacolo è che, all’aumentare dell'altitudine, crescono le precipitazioni e diminuisce la temperatura e ogni coltura ha un limite altimetrico al di sopra del quale non può giungere a maturazione. Questo limite, tuttavia, si alza tanto più ci si avvicina all'equatore. Gli stessi cereali che, perciò, reggono fino a 1200 metri nella fascia climatica temperata, possono essere coltivati fino a 2000/2500 metri in quella tropicale. Ed esempi simili si potrebbero fare rispetto a molte altre colture e ortaggi.

Un altro fattore importante in agricoltura è l'esposizione dei versanti al sole: nella fascia temperata sono coltivati soprattutto quelli esposti a sud, più soleggiati e caldi.

Al giorno d’oggi le attività svolte tradizionalmente in montagna (agricoltura, allevamento e artigianato) non rivestono la medesima importanza di un tempo e, soprattutto nei Paesi più sviluppati, si assiste da decenni a un vero e proprio spopolamento dell'ambiente montano in favore delle pianure e delle grandi città industriali o a vocazione terziaria. Sempre più spesso, perciò, le principali attività svolte in montagna sono legate al turismo (sia invernale che estivo), al reperimento di materie prime (minerali e materiali da costruzione) e alla generazione di energia attraverso la costruzione di dighe e centrali idroelettriche.

Diga montagna
Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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