0 risultati
video suggerito
video suggerito
26 Dicembre 2025
16:30

La Pet Therapy funziona? Ecco cosa dicono studi e istituzioni

Gli Interventi Assistiti con Animali migliorano socializzazione, umore e recupero psico-fisico grazie a effetti biologici verificati, come aumento di ossitocina e riduzione dello stress. Normati da linee guida che tutelano uomo e animale, richiedono formazione specifica. Restano limiti metodologici, rischi sanitari e necessità di studi più approfonditi.

Ti piace questo contenuto?
La Pet Therapy funziona? Ecco cosa dicono studi e istituzioni
pet therapy

Basta un miagolio, una coda scodinzolante quando rientriamo a casa e ci sentiamo subito meglio. La chiamiamo Pet Therapy, ma il termine tecnico è Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) un utile strumento per favorire la socializzazione, ridurre l’ansia e migliorare la qualità di vita di pazienti di tutte le età con problemi di natura psicologica, fisica, motoria e comportamentale. Le evidenze scientifiche, per quanto sia difficile condurre studi rigorosi, sono molte e positive, con un aumento degli ormoni dell’attaccamento, come ossitocina e prolattina e una riduzione di neurotrasmettitori implicati in situazioni di stress. Per la salvaguardia del benessere sia dei pazienti che degli animali coinvolti spesso cani, gatti, conigli, cavalli e asini, sono previste rigorose linee guida internazionali e nazionali. Uno spoiler? Non si possono coinvolgere cuccioli!

Cosa si intende per Pet Therapy e come funziona

Già dal XVII secolo all’interno di istituti di salute mentale venivano introdotti degli animali per migliorare le interazioni tra pazienti, ma il termine “Pet Therapy” venne coniato dallo psichiatra infantile Boris Levinson nel 1964, che si accorse di relazionarsi più facilmente con i propri piccoli pazienti se in studio era presente anche il suo cane Jingles. Per quanto carino e orecchiabile, il termine corretto non è “Pet Therapy” ma Interventi Assistiti con Animali (IAA) o in inglese, Animal Assisted Interventions (AAI) e definisce tutte quelle attività a scopo terapeutico, educativo o ludico-creativo.

In Italia, il centro di Riferimento per gli IAA è l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e le Linee Guida sono definite dall’Accordo Stato-Regioni del 2015, al cui interno sono elencati gli obiettivi di ciascuna attività, il personale coinvolto, gli obblighi formativi per ciascun profilo e le necessarie attività per assicurare il benessere degli animali, oltre che dei pazienti.

A livello internazionale, la International Association of Human Animal Interaction Organizations (IAHAIO) si occupa di armonizzare le linee guida dei vari Paesi in osservanza della Carta di Modena del 2002, la carta dei diritti fondamentali per le interazioni uomo animale.

Non tutti gli IAA sono uguali

All’interno degli interventi assistiti con gli animali vengono distinte varie attività, con finalità differenti:

  • Terapie Assistite con gli Animali (TAA): hanno vero e proprio scopo terapeutico, con obiettivi ben definiti solitamente sono individuali.
  • Educazione Assistita con gli Animali (EAA): ha di supportare e attivare l’utilizzo delle risorse di crescita individuali, promuovendo le capacità relazionali, sociali ed emotive. Spesso sono attività di gruppo.
  • Attività Assistite con gli Animali (AAA): principalmente a scopo ludico-ricreativo, per esempio per promuovere la socialità.

Per ogni tipo di attività deve essere presente un medico veterinario specializzato in IAA e un coadiutore; per le altre, entrano in gioco anche altre figure, ma ciò che accomuna tutti è l’obbligo di formazione! Dai corsi base dove si studiano fondamenti di etologia animale ai corsi avanzati fino a quelli per animali particolari come cavalli e asini, non ci si improvvisa quando si organizzano attività del genere.

Pro e contro della tecnica terapeutica secondo la scienza

In generale, i risultati degli studi sugli IAA sono molto positivi e incoraggianti, soprattutto nel campo della socializzazione e del recupero psico-fisico, per bambini e adolescenti che devono affrontare lunghe degenze in ospedale o, al lato opposto del treno della vita, per anziani in istituti di cura o case di riposo. Ma ci sono anche dei problemi, evidenziati da una revisione sistematica Cochrane del 2019 secondo cui servono più studi per rafforzare le prove a oggi disponibili.

Pro: vengono riportati miglioramenti dell’umore e dei disturbi comportamentali, delle capacità sociali e dell’attaccamento e un aumento della socializzazione sia nei bambini ospedalizzati che negli anziani in case di cura, anche con diagnosi di demenza senile. Quando passiamo del tempo con degli animali, quasi inevitabilmente tendiamo a condividere l’esperienza, a parlarne con chi ci è vicino e questo aiuta a far gruppo e a stringere nuovi legami. Questi interventi sembrano essere utili anche per bambini e adolescenti nello spettro autistico o con disturbi dell’attenzione, aumentando non solo la socializzazione, ma anche le capacità di programmazione e concentrazione dei ragazzi.

anziani pet therapy
Gli IAA hanno migliorato l’umore e la socializzazione di anziani in case di cura o di riposo

Gli IAA sono stati utili anche come supporto per disturbi motori, come la Sclerosi Multipla (SM) o lesioni spinali, con lo scopo di migliorare la mobilità e l’equilibrio. Sono spesso interventi più “fisici” in cui si utilizzano cani o cavalli, soprattutto per la SM,. In generale, si sono osservati effetti positivi anche in termini di riduzione dei rischi cardiovascolari, una ripresa più veloce dopo ictus o infarto e una riduzione dello stress prima di un intervento.

Contro: il problema principale è l’impossibilità di condurli in cieco, cioè senza far sapere ai pazienti o ai medici cosa stanno facendo, per evitare che i risultati vengano falsati dalla propria percezione. È ovvio che non puoi nascondere a un medico che il paziente sta interagendo con un cavallo! Sono da considerare anche rischi sanitari, come le allergie o le zoonosi, cioè il passaggio di un patogeno dall’animale all’uomo.

Ci possono essere rischi per gli animali: usare un cane come supporto per un recupero fisico, potrebbe causare danni come la displasia all’animale stesso. Inoltre, è stato dimostrato che nei cani c’è un leggero aumento del cortisolo durante queste attività, segno che viene comunque percepita come un’attività lavorativa: stare buoni e seduti, farsi accarezzare per molto tempo da degli sconosciuti è sicuramente un’attività stressante. Nonostante ciò, sono comunque stati osservati anche aumenti delle endorfine, segno che comunque viene vissuta dall'animale come un'esperienza piacevole, per quanto faticosa. Infine, interagire con un animale e il benessere che se ne ricava sono esperienze totalmente soggettive, difficili da standardizzare e catalogare.

Cosa succede da un punto di vista biologico

Alcune ricerche hanno provato a risolvere il problema della standardizzazione degli studi misurando diversi parametri biologici. Su questo i dati sono concordi: durante le IAA si registra una riduzione della pressione arteriosa, una riduzione di neurotrasmettitori come adrenalina e noradrenalina, associati alle reazioni di lotta e fuga, e contemporaneamente un aumento di ormoni come ossitocina e prolattina, collegati alla creazione di legami affettivi e che facilitano il senso di connessione e attaccamento. Non ci sono invece variazioni significative dei livelli di cortisolo, il famigerato ormone dello stress.

Al centro il benessere dell’animale

Il benessere dell’animale è un punto focale di tutte le Linee Guida, sia nazionali che internazionali. Innanzitutto, devono essere coinvolti animali dal temperamento docile, non provenienti da contesti di abuso o da rifugi (a meno che non ci siano stati programmi di rieducazione), in buona salute e opportunamente addestrati. Non importa quanto un padrone consideri “buono” il proprio amico peloso: l’addestramento è fondamentale.

addestramento pet therapy
Come i formatori, anche gli animali impiegati in IAA devono essere addestrati adeguatamente.

Se immaginate una stanza piena di gattini e cuccioli, siete in errore: si possono utilizzare solo animali adulti, escluse le femmine in gravidanza o allattamento. Prima, durante e dopo le attività, viene attentamente monitorata la salute fisica e il benessere dell’animale attraverso apposite valutazioni.

Vengono utilizzate solo le specie domesticate, cioè animali che si sono adattati alle interazioni sociali con gli esseri umani: principalmente cane, gatto, coniglio, cavallo e asino. Animali selvatici o esotici, anche ammaestrati non sono ammessi. Infine, per ogni attività viene scelto l’animale più adatto: come abbiamo visto, per una riabilitazione fisica può essere più utile un cavallo di un cane, per quanto in forze.

Fonti:
Accordo stato-regioni 2015 Linee guida nazionali Interventi Assistiti con gli Animali (IAA) Pet Therapy International Association of Human Animal Interaction Organizations Carda di Modena 2002 National Reference Centre for Animal Assisted Interventions (Pet Therapy) ISS - Cirulli, F., Borgi, M., Berry, A., Francia, N., & Alleva, E. (2011). Animal-assisted interventions as innovative tools for mental health. Annali dell'Istituto superiore di sanita Feng, Y., Lin, Y., Zhang, N., Jiang, X., & Zhang, L. (2021). Effects of Animal-Assisted Therapy on Hospitalized Children and Teenagers: A Systematic Review and Meta-Analysis. Journal of pediatric nursing Chen, H., Wang, Y., Zhang, M., Wang, N., Li, Y., & Liu, Y. (2022). Effects of animal-assisted therapy on patients with dementia: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Psychiatry research Lai, N. M., Chang, S. M. W., Ng, S. S., Tan, S. L., Chaiyakunapruk, N., & Stanaway, F. (2019). Animal-assisted therapy for dementia. The Cochrane database of systematic reviews Rodríguez-Martínez MDC, De la Plana Maestre A, Armenta-Peinado JA, Barbancho MÁ, García-Casares N. Evidence of Animal-Assisted Therapy in Neurological Diseases in Adults: A Systematic Review. Int J Environ Res Public Health. 2021 Marcus D. A. (2013). The science behind animal-assisted therapy. Current pain and headache reports Charry-Sánchez, J. D., Pradilla, I., & Talero-Gutiérrez, C. (2018). Animal-assisted therapy in adults: A systematic review. Complementary therapies in clinical practice
Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views