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4 Novembre 2023
12:00

Come mai ci piacciono tanto i cuccioli e Topolino ha quell’aspetto? La scienza del baby schema

La tenerezza che proviamo di fronte ai neonati della nostra specie, e a tutti i cuccioli mammiferi, si chiama baby schema, e permette ai nuovi arrivati di assicurarsi cure e sopravvivenza.

A cura di Arianna Izzi
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Come mai ci piacciono tanto i cuccioli e Topolino ha quell’aspetto? La scienza del baby schema
baby schema cucciolo cane
In foto, un cucciolo di pastore abruzzese. Credits: Angelantonio Di Domenico

Sarà capitato anche a voi, almeno una volta, di trovarvi di fronte a un cucciolo di cane o gatto e sentirvi travolti da un forte sentimento di tenerezza e dolcezza nei confronti del piccolo animale. La stessa cosa accade in presenza di un neonato della nostra specie, Homo sapiens che, con la sua figura morbida e compatta, è in grado di conquistare ogni attenzione da parte dei presenti.

Ebbene, se i cuccioli ci fanno questo effetto è a causa di un interessante motivo scientifico ed evoluzionistico. Si chiama baby schema, e a descriverlo per primo fu l’etologo austriaco Konrad Lorenz, nel secondo volume del suo celebre testo Studies in Animal and Human Behaviour.

Cos’è, e a cosa serve, il baby schema

Con questo termine, dal tedesco kindchenschema, Konrad Lorenz indicò l’insieme delle caratteristiche fisiche tipiche infantili, che evocano una risposta positiva da parte della popolazione umana adulta. Testa grande, fronte alta, guance paffute, naso e bocca piccoli, estremità corte e forma del corpo compatta, infatti, sarebbero in grado di suscitare comportamenti di accudimento da parte di altri individui.

Questa forma di interesse da parte degli adulti si rivela essere vincente e fondamentale, in termini di sopravvivenza, per tutte quelle specie i cui cuccioli sono fortemente dipendenti dalle cure parentali. Un vero e proprio adattamento evolutivo, quindi, che migliorerebbe la sopravvivenza dei piccoli mammiferi.

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Gli studi sul baby schema

A conferma del baby schema sono stati condotti numerosi studi, dai quali sono emersi dati interessanti: la nostra prima reazione di fronte a un cucciolo è il sorriso, per esempio. Inoltre, quando posti di fronte a diverse immagini, sia i bambini che gli adulti preferiscono quelle in cui sono ritratti altri bambini o cuccioli di altre specie di mammiferi.

Per quanto riguarda gli aspetti fisiologici del baby schema, invece, si è dimostrato che la felicità di trovarsi di fronte a un cucciolo si traduce nell’aumento di temperatura corporea, misurata sulla pelle del viso. In termini etologici, il baby schema viene classificato come releaser o “stimolo chiave”, poiché la presenza di precise caratteristiche infantili suscita un comportamento ben definito negli adulti (proprio come una chiave in grado di aprire una specifica porta). Sebbene la risposta al baby schema sia un istinto sociale fondamentale, che potrebbe essere alla base delle cure parentali e dell’altruismo umano, il meccanismo neurale che lo governa non è ancora stato del tutto chiarito. Uno studio, condotto su donne nullipare (cioè che non hanno mai partorito) alla Washington University School of Medicine, ha evidenziato come il baby schema sia in grado di attivare il nucleus accumbens, un’area del cervello molto importante nei processi cognitivi che riguardano la motivazione, la ricompensa e le emozioni positive.

Topolino e il baby schema

Nel 1980, il paleontologo americano Stephen Jay Gould pubblicò un saggio evoluzionistico dal titolo Il pollice del panda, dedicando il nono capitolo alle trasformazioni somatiche di Mickey Mouse, che tutti conosciamo meglio come Topolino. Il capitolo si chiama Omaggio di un biologo a Topolino, appunto, e racconta di come, nel corso dei decenni, il celebre personaggio ideato da Walt Disney abbia acquisito un aspetto grafico sempre più infantile.

Ormai lo avrete capito: non si è trattato di un caso. Una cosa importante da ricordare quando si parla di baby schema, infatti, è che questo non si applica solo nel rapporto tra cuccioli e loro caregiver.

Noi Homo sapiens, infatti, rispondiamo positivamente agli stimoli anche quando ci capita di riconoscere le caratteristiche infantili negli adulti, negli animali o, addirittura, negli oggetti. Lo sanno bene gli illustratori di giochi e cartoni animati, e Topolino ne è, appunto, un celebre esempio.

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Mickey Mouse nel tempo. Credits: Walt Disney Production.
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