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Da piccoli volevate un gattino o un cagnolino e i vostri genitori non ve lo hanno permesso? Potreste avere un sistema immunitario più debole. Molte ricerche affermano che crescere con cani, gatti, conigli, pappagalli e altri animali domestici in casa potrebbe “allenare” il sistema immunitario. Tra i benefici dell’avere a fianco un amico peloso, ci sarebbe quello di renderci più forti nei confronti delle infezioni e meno inclini a sviluppare allergie di vario tipo, comprese quelle alimentari. In sostanza, il nostro sistema immunitario cresciuto con uno o più animali domestici sarebbe più bravo a riconoscere allergeni innocui e più forte nel combattere i patogeni, anche se non abbiamo ancora capito come. Anche se è difficile stabilire un netto legame causa-effetto, sembra che crescere con animali in casa possa comunque essere un cofattore importante nello sviluppo del nostro sistema immunitario. Deve però prestare attenzione chi è già predisposto perché ha in famiglia genitori che hanno sofferto d'asma o di allergie: in quel caso, un animale in casa potrebbe avere l'effetto opposto.
Il legame tra animali domestici e rischio di infezioni
Chi è cresciuto con animali domestici sarebbe meno incline alle infezioni, come dimostrano numerosi studi da tutte le parti del mondo (trovate le fonti in fondo all'articolo). Ricercatori della Norvegia hanno riscontrato che bambini cresciuti con animali domestici correvano un rischio minore di sviluppare dermatite atopica (una malattia infiammatoria cronica della pelle). Dalla Finlandia arriva invece uno studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics, in cui è stato riscontrato che bambini cresciuti nelle aree rurali del Paese e più a contatto con gli animali fin dai primi giorni di vita, sono stati meno soggetti alle infezioni, soprattutto quelle di tipo respiratorio, e hanno dovuto fare meno ricorso agli antibiotici.
Attenzione: questo non significa demonizzare gli antibiotici, che ci permettono di combattere infezioni altrimenti altamente pericolose, ma dire “hanno fatto meno ricorso agli antibiotici”, vuol dire che in questo studio specifico i bambini cresciuti con animali si sono ammalati di meno o in maniera meno grave, che non ha richiesto l’utilizzo di questi farmaci.
Crescere con gli animali riduce le allergie
Crescere con un cane o un gatto, innanzitutto rende più forti nei confronti delle allergie specifiche a questi animali, ma pare che sia uno scudo anche per lo sviluppo di altre allergie. Uno degli studi più accurati sul tema è stato pubblicato nel 2002 sulla prestigiosa rivista JAMA (Journal of the American Medical Association). I ricercatori hanno seguito i bambini dalla nascita fino ai 2 anni, prendendo in considerazione moltissime variabili (genitori che fumano, anamnesi familiare, classe sociale, mese di nascita). Misurando la concentrazione di Immunoglobuline E (IgE, le più correlate alle allergie) e altri parametri della funzionalità polmonare, hanno confermato che vivere con degli animali riduce la sensibilizzazione IgE, quindi riduce il rischio di allergie, sia nel caso di allergeni esterni come i pollini che interni, come acari della polveri e peli di cani e gatti.

Uno studio condotto in Giappone nel 2023, si è concentrato sulle allergie alimentari: ha coinvolto oltre 65 000 bambini, seguiti dai primi mesi di gravidanza delle mamme, fino ai 3 anni e suddivisi in base all’esposizione o meno ad animali e in base al periodo di esposizione: durante la gestazione, durante l’infanzia o in entrambi i periodi. Per esposizione, si intende che hanno vissuto a stretto contatto con degli animali, non basta che i bambini incontrino un cagnolino al parco un paio di volte per considerarli “esposti”.
Il 22% dei bambini risultava esposto ad animali domestici e tra loro la percentuale di quelli che sviluppavano allergie alimentari era significativamente più bassa rispetto ai bambini che non avevano convissuto con nessun amico a quattro zampe. Per di più, quelli esposti sia durante la gestazione che nei primi anni di vita, risultavano i meno soggetti a sviluppare allergie alimentari.
In particolare, sembra che quelli che avevano vissuto con un cane, avevano meno probabilità di sviluppare allergie a uova, latte e noci; quelli invece circondati da gatti, avevano significativamente meno probabilità di sviluppare allergie a uova, grano e soia.
Come interagiscono i nostri amici pelosi con il sistema immunitario
Si pensa che la presenza di animali in casa possa modificare il microbiota parentale e quindi anche quello del feto e poi del neonato, influenzando anche il sistema immunitario e altri fattori, come l'insorgenza di dermatite atopica. Proprio quest’ultima è spesso un fattore predisponente per le allergie alimentari: visto che vivere con animali domestici è stato correlato a una riduzione di questa malattia infiammatoria della pelle, ridurrebbe di conseguenza anche il rischio di allergie.
Alcuni tirano in ballo l’ipotesi dell’igiene, una teoria molto discussa fin dagli anni Ottanta, secondo cui un’eccessiva igiene e quindi un minore contatto con i patogeni porterebbe a sviluppare più patologie. In realtà, a oggi questa teoria non è stata confermata ed è ancora molto dibattuta con i suoi sostenitori e detrattori: è quindi difficile stabilirne il reale valore.
I limiti degli studi
I benefici del crescere con animali sarebbero solo per bambini nati in famiglie che non hanno storie di allergie, problemi polmonari o asma: se mamma o papà avevano l’asma da bambini, avere un gatto o un cane in casa potrebbe non essere una buona idea, anzi potrebbe aggravare la situazione.

Al di là dello studio pubblicato su JAMA che comprende numerose variabili, utilizza tecniche strumentali e copre una vasta gamma di classi sociali, a onor del vero, questi studi presentano alcuni limiti. Innanzitutto spesso sono condotti in aree rurali o suburbane: non si sa quindi quale possa essere l’effetto di vivere con degli animali in aree cittadine, a contatto con tutta un’altra serie di fattori e inquinanti.
In secondo luogo, si basano spesso su questionari compilati dai genitori o informazioni comunicate ai medici, anche se, soprattutto per lo studio Giapponese, le famiglie sono state intervistate ogni 6 mesi, con rigore e continuità e quindi potremmo considerare abbastanza affidabili i dati.
Infine, come gli studi stessi indicano, spesso non vengono prese in considerazione altre variabili che possono influire sullo sviluppo del sistema immunitario, come le abitudini igienico-sanitarie della famiglia, l’inquinamento del luogo e molti altri. Se è quindi difficile stabilire un chiaro nesso causa-effetto, questi studi forniscono comunque un’indicazione che crescere con degli animali può contribuire alla nostra salute immunitaria.