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19 Agosto 2024
8:00

La storia di Joseph Merrick, conosciuto come “Elephant man”

Joseph Merrick, noto al mondo come "l'uomo elefante", venne chiamato così a causa della rara malattia che ne deformava il fisico. Diventò un fenomeno pubblico nel XIX secolo a Londra, e arrivò alla fama internazionale negli anni Ottanta grazie al film di David Lynch sulla sua vita. Dopo la morte di Merrick, il suo scheletro è preservato alla Royal London Hospital ai fini di ricerca.

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La storia di Joseph Merrick, conosciuto come “Elephant man”
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È una storia dai contorni tristi ma profondamente umana quella del giovane Joseph Merrick, noto nell'Inghilterra vittoriana del diciannovesimo secolo come "Elephant Man" a causa della malattia genetica che gli deformò gran parte del corpo sin da bambino. Cacciato di casa dal padre e dalla matrigna quando era poco più di un bambino, finì nella zona del freak show, i fenomeni da baraccone di Londra, dove le persone erano disposte a pagare molti soldi per vederlo. Nato nell'agosto del 1862 a Leicester, morì nella capitale inglese l'11 aprile del 1890, pochi mesi prima di compiere 28 anni.

Il regista statunitense David Lynch, profondamente affascinato da Merrick, nel 1980 girò un film biografico per raccontare al mondo la storia di un giovane che si è sempre sentito un Frankenstein, ma che non era altro che un uomo come tanti, desideroso di amare e di essere amato.

L'infanzia di Joseph Merrick e gli inizi col freak show

Già poco prima di compiere 5 anni fu chiaro che qualcosa non andava, perché il corpo aveva iniziato a cambiare: prima di tutto si erano ingrossate le labbra, tantoché gli fu sempre più difficile farsi comprendere dalle persone. Poi fu la volta del braccio destro e le gambe, e la pelle man mano che passava il tempo era diventata spessa e grumosa (a causa di tumori fibrosi della pelle) leggermente ingrigita, come quella di un elefante, appunto. Solo il suo braccio sinistro e i genitali erano rimasti normali per tutto il resto della sua vita. Come se la sfortuna con lui non ci avesse già visto abbastanza bene, gli capitò di cadere e di farsi male all'anca, ma visto che i genitori erano molto poveri la frattura non venne curata, e da allora iniziò a zoppicare.

L'infanzia di Merrick però peggiorò a 11 anni, quando la madre morì e il padre si risposò con una donna che lo trovava ripugnante. A 13 anni iniziò a lavorare come arrotolatore di sigari, ma dopo tre anni la sua mano destra non gli permise più di proseguire, e così si mise a vendere lucido da scarpe per strada. Molte persone però lo scansavano, e non portando abbastanza denaro a casa, nel 1877 il padre lo cacciò.

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Per un po' fu ospitato dallo zio e continuò a fare l'ambulante, poi anche quel periodo finì. Nel frattempo, nel 1882 si era operato al viso per rimuovere gran parte della massa cresciuta sulle labbra, e per un po' di tempo era tornato a parlare correttamente.

La svolta arrivò quando decise di scrivere una sua lettera di lavoro a uno dei comici del freak show di Leiceseter. Gli venne subito proposto di far parte dei fenomeni da baraccone, e Merrick accettò. Gli espositori lo pubblicizzarono come "mezzo uomo e mezzo elefante", e le visite non si fecero attendere. Poco a poco venne conosciuto da tutta Londra come "Elephant Man" e per lui iniziò un periodo di buoni guadagni.

La rara malattia gli fa incontrare il dottor Treves

Merrick, che nel frattempo aveva iniziato a lavorare nel freak show di Londra, dove l'espositore Tom Norman pensò che era troppo brutto per esibirsi sul palco, e lo fece esibire in un negozio vuoto su Whitechapel road. Una sera, vedendo Merrick addormentato nel suo letto all'interno del negozio, Norman si accorse che il ragazzo dormiva seduto, con le gambe sollevate e la testa appoggiata sulle ginocchia. Questa posizione era l'unica possibile per lui, perché dormendo sdraiato con il peso della sua testa avrebbe rischiato di svegliarsi nell'al di là. Intanto il ragazzo metteva da parte il compenso con il sogno di comprare una piccola casetta per sé.

Il negozio era proprio di fronte al London Hospital, dove lavorava il dottor Frederick Treves. Nel 1923 il medico andò al negozio su suggerimento di un collega che gli aveva parlato di un uomo stranamente deforme conosciuto come "l'uomo elefante", e lì chiese a Merrick di andare nel suo studio per fargli degli esami più approfonditi. Nonostante l'intervento chirurgico correttivo alla bocca nel 1882, le labbra erano cresciute di nuovo, ed era quasi impossibile comprendere quello che diceva, ma il medico concluse che al di là delle deformità ormai presenti quasi ovunque nel corpo il paziente era in salute.

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Nei due anni seguenti era partito per una tournée in Europa, ma il suo nuovo manager scappò con il suo compenso, e quando cercò di imbarcarsi sul traghetto per Dover gli venne negato di salire a causa della sua estetica. Riuscì poco dopo a imbarcarsi su una nave diretta nell'Essex, e arrivò in treno fino a Londra. Non aveva posto dove stare, però, perché nel 1886 i freak show vennero dichiarati illegali dal governo britannico a causa del disturbo causato dalla folla circostante e altri sgradevoli eventi capitati al suo interno e vennero chiusi poco a poco. Stanco e sconsolato, con un linguaggio quasi impossibile da comprendere, riuscì a farsi capire da un poliziotto passandogli un biglietto da visita del dottor Treves. Il medico andò a prenderlo e lo portò al London Hospital, dove lo curò.

Treves passò passare molto tempo con il paziente, e si rese conto – come scrisse nel suo "taccuino di reminescenze" – che era un ragazzo molto sensibile e incline a mostrare le sue emozioni. Una delle maggiori afflizioni del paziente fu l'idea che non avrebbe mai avuto contatti con una donna, perché tutte lo avevano sempre guardato come se fosse un mostro. Sempre nelle sue memorie Treves scrisse che Merrick sperava un giorno di trasferirsi in un istituto per ciechi dove trovare una donna che non si spaventasse a stare con lui. Il dottore, che ormai si era molto affezionato al ragazzo, gli organizzò un appuntamento amichevole con una sua vecchia amica, che durò poco, ma ebbe un effetto rinvigorente per la sua autostima: la signora Leila Maturin lo trattò con gentilezza e cortesia, e gli regalò un libro e due galli cedroni. Per ringraziarla Merrick le scrisse anche una lettera (con la sua mano sinistra).

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La lettera di ringraziamento che Merrick scrisse a Leila Maturin

Per ben tre volte il ragazzo lasciò l'ospedale e viaggiò in treno verso la campagna del Northamptonshire. Lì soggiornò in un cottage con il guardacaccia della tenuta ospitante, e fu molto felice. Passò il tempo a camminare con lui e a raccogliere fiori. In una lettera inviata a Treves il guardacaccia disse che il giovane era un uomo molto gentile, interessante e istruito, con cui era piacevole passare il tempo.

La morte prematura 

Le vacanze in campagna, la compagnia del dottore e di alcune sue amiche che venivano a trovarlo in ospedale e le ottime cure segnarono positivamente la vita del giovane, ma purtroppo le sue condizioni di salute si aggravarono nel quarto anno di degenza. Le deformità facciali erano cresciute molto nei suoi ultimi mesi di vita, e la testa era sempre più grande e pesante. Nel tentativo di sentirsi come gli altri, la notte dell'11 aprile 1890 provò a dormire sdraiato, ma gli fu fatale. Merrick morì di asfissia prima ancora di compiere 28 anni.

Dopo la autopsia gli venne fatto un calco del volto e degli arti e vennero prelevati dei campioni di pelle. Il suo scheletro poi venne montato e donato alla scienza per decisione del dottor Treves: ancora oggi si trova in una teca al Royal London Hospital, nella sezione dei casi patologici, dove gli studenti di medicina possono entrare a osservarlo e studiarlo su appuntamento.

Con il tempo si scoprì che tutte quelle deformità furono causate dalla Sindrome di Proteo, una patologia molto rara che causa una crescita incontrollata di varie parti del corpo e pelle piena di bubboni e tumori fibrosi. Dal 1979 a oggi si contano solo 200 casi in tutto il mondo di questa sindrome, che non è ereditaria ma è incurabile. Il nome, attribuitogli nel 1996 da una dottoressa del Royal London Hospital, non venne scelto a caso: Proteo era una divinità marina greca che poteva trasformare il suo aspetto fisico e diventare parte della natura o animale. Proprio questo suo mutamento la rimandò a questa condizione patologica.

Nel 1980 il regista David Lynch, colpito dalla sua storia, decise di girare il film biografico "Elephant man". Verso il finale Merrick si toglie il cappuccio e si lascia osservare: è il segno di Lynch, che vuole togliere il velo che divide il protagonista dal mondo, rendendolo degno di amore come tutti gli esseri umani.

Fonti
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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