Un sistema elettorale è un insieme di regole che stabiliscono in che modo delle persone, gli elettori, scelgono i loro rappresentanti, gli eletti, in un organo elettivo. Esistono molti diversi sistemi elettorali sia per gli organi presenti all'interno degli enti pubblici (anzitutto le assemblee legislative, come la Camera e il Senato, ma anche i consigli comunali, le assemblee regionali, ecc.), sia per quelli esistenti negli enti privati (i consigli di amministrazione di un’azienda, il consiglio direttivo di un'associazione, ecc.).
I sistemi elettorali sono molto numerosi e alcuni sono molto complessi, come il Rosatellum per eleggere i membri del Parlamento italiano. Tuttavia possono essere raggruppati in due grandi categorie: sistemi proporzionali e sistemi maggioritari, a cui si aggiungono i sistemi misti (che contengono elementi proporzionali e maggioritari). Vediamo in sintesi le due principali tipologie in maniera semplificata.
Il sistema proporzionale
Il sistema proporzionale prevede che ogni partito o coalizione di partiti elegga un numero di rappresentanti in proporzione alla percentuale di voti che ha ottenuto alle elezioni: un partito che ottiene, per esempio, il 10% dei voti per un’assemblea composta da 500 seggi, avrà diritto a 50 rappresentanti.
Le preferenze
Il sistema proporzionale spesso prevede le cosiddette preferenze: gli elettori non scelgono solo il partito da votare, ma anche direttamente il candidato di quel partito che vogliono eleggere (o i candidati, in caso di preferenze multiple).
Come funziona? Ogni partito presenta una lista di candidati tra i quali gli elettori possono scegliere. I rappresentanti sono perciò eletti in base al numero di preferenze ricevute: se il partito A ottiene cinque seggi, i suoi cinque eletti saranno i cinque candidati della lista che hanno raccolto il maggior numero di preferenze.
In alcuni casi è previsto addirittura il cosiddetto voto disgiunto: gli elettori possono votare per un partito, ma assegnare la propria preferenza al candidato o ai candidati di un altro partito.
Vantaggi e limiti del proporzionale
Il proporzionale ha un grande vantaggio e un grande limite. Il vantaggio è che gli eletti riflettono in maniera fedele l’orientamento degli elettori: se il partito A è sostenuto dal 30% degli elettori, avrà grosso modo il 30% dei rappresentanti (spesso bisogna fare degli arrotondamenti).
Lo svantaggio è che l’assemblea legislativa eletta con questo sistema rischia di essere molto frammentata, rendendo difficile formare una maggioranza che possa sostenere un governo. È un problema spinoso soprattutto nei Paesi, come quelli dell’Europa continentale, nei quali l’elettorato è tradizionalmente diviso tra numerose appartenenze politiche.
Esistono, perciò, dei correttivi per consentire la governabilità. I più diffusi sono due:
- La soglia di sbarramento, che prevede di non assegnare seggi ai partiti che non superino una determinata percentuale di voti.
- Il premio di maggioranza, che consiste nell’assegnare al partito/coalizione di maggioranza relativa (cioè quello che ha più voti degli altri partiti, ma non ha la maggioranza assoluta, che è pari al 50% dei voti più uno), un numero maggiore di rappresentanti di quelli che dovrebbe ottenere. Per esempio, se in un’assemblea di 500 rappresentanti il premio di maggioranza è di 50 deputati, un partito che ne ha eletti 225 (pari, mettiamo, al 45% dei voti) ne avrà 275 e avrà quindi la maggioranza assoluta.
Un proporzionale con questi correttivi non è più puro, ma include elementi del sistema maggioritario, come del resto avviene quasi sempre.
Il sistema maggioritario
Si considera maggioritario ogni sistema che assegna più seggi al partito di maggioranza relativa. In sostanza, chi ottiene più voti degli altri (anche fosse un solo voto in più) viene premiato e gli vengono assegnati almeno la metà dei seggi disponibili + 1 (in modo tale che abbia la maggioranza assoluta).
Vantaggi e svantaggi del maggioritario
Il vantaggio di un sistema maggioritario è che favorisce i partiti/coalizioni più forti e quindi consente di avere un Parlamento poco frammentato, nel quale è facile trovare una maggioranza di governo. Lo svantaggio è che gli eletti non riflettono fedelmente la volontà dell’elettorato e molti cittadini sono sotto-rappresentati o restano privi di rappresentanti.
Il ballottaggio
Anche per il sistema maggioritario esistono dei correttivi. Il più diffuso è il ballottaggio, che prevede due turni elettorali. Se nessun candidato supera una certa percentuale di voti (di solito la maggioranza assoluta), gli elettori sono chiamati di nuovo alle urne, in genere dopo due settimane, per scegliere tra i due candidati che al primo turno hanno avuto più voti. In questo modo, gli elettori avranno la possibilità di scegliere il loro candidato preferito al primo turno e, se questo non rientra tra i primi due, al secondo turno potranno almeno decidere quale dei due arrivati al ballottaggio considerano migliore. È il sistema usato, per esempio, per eleggere il presidente francese.