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È vero che le radio rischiano di sparire dalle automobili? Sì, il rischio esiste, ed è più concreto di quanto sembri. L'AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) ha già lanciato un segnale d'allarme, sottolineando l’urgenza di preservare questo strumento che, oltre a intrattenere, svolge un ruolo fondamentale per il pluralismo e la sicurezza pubblica. Alcune case automobilistiche, infatti, stanno già producendo modelli di vetture prive del classico sintonizzatore radio, sia in FM (modulazione di frequenza) che in DAB (Digital Audio Broadcasting), ovvero la trasmissione radio digitale.
Al loro posto si trovano semplici porte USB e schermi multifunzione, concepiti per collegare dispositivi esterni o utilizzare piattaforme digitali. Questo cambio di rotta potrebbe avere conseguenze profonde che potrebbe portare a una trasformazione culturale e democratica. La radio è ancora oggi una delle principali fonti di informazione gratuita, accessibile anche senza connessione Internet e capace di raggiungere territori remoti. La sua eliminazione dalle automobili rischia quindi di escludere milioni di persone dall'accesso immediato a notizie, emergenze e voci indipendenti. Su questo tema è intervenuto in particolare Massimiliano Capitanio, commissario dell'Autorità Garante, che ha acceso i riflettori sulla questione. Ai microfoni dell'emittente RTL 102.5 ha dichiarato:
Gli italiani che ascoltano quotidianamente la radio in auto sono circa 26 milioni. Uno strumento di informazione, democrazia e pluralismo che rischia seriamente di scomparire. Alcune case automobilistiche stanno, infatti, già producendo modelli di vetture sprovvisti della classica autoradio e dotati solo di una interfaccia usb per veicolare, evidentemente, piattaforme digitali.
23,7 milioni di italiani ascoltano la radio in auto
Nel 2022, ben 23,7 milioni di italiani hanno ascoltato la radio principalmente tramite l'autoradio. Si tratta di un dato eloquente, che ci dice quanto questo strumento sia ancora centrale nel quotidiano. Eppure, proprio come è avvenuto con i lettori CD, anch’essi progressivamente scomparsi dalle vetture, anche le autoradio rischiano di diventare un ricordo. Il motivo? Una spinta verso la digitalizzazione estrema che, pur offrendo comodità e varietà, rischia di gettare nell'oblio il mezzo di comunicazioni che ha legato intere generazioni fino ad ora. Le nuove auto, soprattutto quelle elettriche più compatte e accessibili vengono sempre più spesso prodotte senza sintonizzatore radio, sostituito da schermi compatibili con app musicali o sistemi operativi mobili.
Secondo Massimiliano Capitanio, commissario dell'AGCOM, la scomparsa della radio dalle auto è un pericolo attualmente sottovalutato. Capitanio, infatti, ha spiegato:
Il rischio a cui stiamo andando incontro è un rischio, al momento, sottovalutato. Ci sono importanti case automobilistiche, ma anche produttori delle piccole auto elettriche molto usate dai giovani, che hanno eliminato le autoradio. […] Dal nostro punto di vista, come autorità di controllo e di garanzia sulle comunicazioni, questo è un allarme che abbiamo segnalato con una nota ufficiale anche al Governo.
Eliminare la radio non significa solo togliere un’opzione di ascolto: vuol dire escludere un canale di informazione essenziale, del tutto libero da algoritmi e profilazioni commerciali. La radio trasmette infatti contenuti editoriali scelti da redazioni, non da logiche pubblicitarie. In un mondo sempre più filtrato da piattaforme digitali, dove ciò che ascoltiamo e leggiamo è spesso determinato dai nostri comportamenti precedenti, la radio rappresenta un'eccezione virtuosa: un mezzo capace di offrire notizie, dibattiti e voci plurali senza intermediazione da parte dei colossi del tech.
Per non parlare, poi, del fatto che la radio è uno dei pochi strumenti informativi in grado di funzionare anche in assenza di connessione Internet o durante blackout elettrici. In situazioni di emergenza le trasmissioni FM possono diventare l'unico canale ancora attivo per comunicare con la popolazione. Per questo motivo, Capitanio ha definito le reti radiofoniche un «presidio di certezza, come backup infrastrutturale necessario per le nostre democrazie».
I possibili interventi legislativi chiamati a salvare la radio
Il dibattito è già arrivato in Parlamento, dove si sta discutendo di possibili interventi legislativi per garantire la presenza obbligatoria almeno della tecnologia FM o DAB nelle nuove auto vendute in Italia. L'AGCOM, da parte sua, ha già inviato una segnalazione formale al Governo per sollecitare una valutazione urgente.
In particolare, l'AGCOM ha evidenziato i risultati dell'indagine effettuata da GFK Italia, secondo la quale nel 2024 erano in uso oltre 14 milioni di ricevitori DAB+, installati principalmente su autovetture e mezzi commerciali che rappresentano circa il 35% del parco auto privato italiano, che conta circa 40 milioni di veicoli. Nelle abitazioni italiane, invece, la penetrazione della radio è risultata inferiore al 15%.