
Si è spenta Jane Goodall all'età di 91 anni ieri 1° ottobre 2025, la primatologa che ha rivoluzionato l'etologia (lo studio del comportamento animale) e il rapporto uomo-natura. Nata a Londra il 3 aprile 1934, ha dedicato la sua vita allo studio dei primati e alla loro conservazione. L'incontro con l'antropologo e paleontologo Louis Leakey nel 1957 fu un punto di svolta. Già appassionata di animali fin da bambina fu scelta da Leakey per condurre degli studi pionieristici sul comportamento animale presso il Gombe Stream Research Centre in Tanzania, dove Goodall osservava e stava a stretto contatto con scimpanzé nel loro habitat naturale. Le sue scoperte furono sensazionali, per esempio, l'osservazione di uno scimpanzé – a cui l'etologa dava nomi propri come David Greybeard – che usava un rametto per catturare termiti fu fondamentale per comprendere che oltre all'uomo, anche i primati costruiscono e usano utensili. Oltre a questo raccolse informazioni sconosciute sulla loro dieta, le strutture sociali complesse e sui comportamenti violenti. Dal 1977 è attiva la fondazione Jane Goodall Institute per promuovere la conservazione dei primati e il loro ambiente e progetti di educazione ambientale e civica.
Le origini della passione per il mondo animale e il Gombe Stream Research Centre
Fin da bambina, Jane Goodall, nata il 3 aprile 1934 a Londra come Valerie Jane Morris-Goodall e cresciuta a Bournemouth, sognava l'Africa e gli animali, una passione incoraggiata soprattutto dalla madre Vanne e ispirata da racconti come Tarzan e Dr. Dolittle.
Senza una laurea, lavorò come segretaria fino a quando riuscì a realizzare il suo sogno di andare in Africa. In Kenya conobbe il famoso paleoantropologo Louis Leakey, che vide in lei la persona giusta per uno studio a lungo termine sugli scimpanzé, proprio perché non aveva una formazione scientifica che potesse influenzare le sue osservazioni. Fu in seguito Leakey a spingerla a laurearsi in etologia a Cambridge per dare credibilità al suo lavoro, siccome all'epoca il mondo scientifico guardava con scetticismo a una giovane donna di esile corporatura che conduceva ricerche da sola nella foresta tra gli scimpanzé.
Tornata in Africa, precisamente in Tanzania, l'ormai etologa iniziò il suo lavoro di ricerca presso il Gombe Stream Research Centre.
Le scoperte che hanno riscritto l'etologia
Il lavoro sul campo di Jane Goodall si contraddistinse fin dal primo momento per il suo approccio innovativo: invece di osservare da lontano e in modo distaccato gli scimpanzé, si immerse nel loro mondo entrando a stretto contatto e facendosi accettare da tutti gli esemplari. Inoltre, fece una scelta che al tempo fu criticata, diede nomi propri agli scimpanzé (come Fifi, Frodo, David Greybeard, Goliath) invece di numeri, riconoscendoli per la prima volta gli animali come individui con personalità distinte. Questo metodo rivoluzionario le aprì le porte a scoperte e osservazioni uniche che dimostrarono comportamenti degli scimpanzé che fino ad allora erano associati solamente all'uomo:
- L'uso e la fabbricazione di utensili: Jane documentò l'utilizzo da parte degli scimpanzé di ramoscelli, accuratamente privati delle loro foglie, per estrarre le termiti dai buchi e cibarsi di questi insetti.
- La dieta non vegetariana: Goodall smentì la credenza che gli scimpanzé fossero erbivori o che si cibassero solo di insetti, documentando le loro battute di caccia, con schemi precisi, e il consumo di carne di piccoli mammiferi.
- La società complessa: gli scimpanzé osservati da Jane avevano strutture sociali elaborate, in cui contavano i legami familiari e si verificavano lotte tra maschi per il potere. Registrò anche comportamenti aggressivi e violenti premeditati tra diversi gruppi, l'uccisione di piccoli, atti di cannibalismo, il tutto dettato da una struttura gerarchica.
Nel complesso il lavoro di ricerca permise di comprendere che gli scimpanzé sono in grado di risolvere problemi ragionando e di provare emozioni simili alle nostre come gioia, stupore, dolore, crudeltà e altruismo. Nel 1963, a seguito della scoperta riguardante la costruzione di strumenti per procurarsi il cibo, il Dottor Leakey disse:
Ora dobbiamo ridefinire il concetto di "utensile", o quello di "uomo", oppure accettare gli scimpanzé come umani.
Dalla scienza all'attivismo: il Jane Goodall Institute
Goodall nella sua carriera non si "limitò" alla ricerca ma divenne un'attivista per salvaguardare le scimmie e i loro habitat naturali. Nel 1977 venne fondato il Jane Goodall Institute, un'organizzazione internazionale non-profit, con l'intento di lottare per la conservazione delle specie di primati e sensibilizzare la popolazione sul tema. In quegli anni infatti, Goodall si rese conto della drammatica diminuzione delle popolazioni di scimpanzé a causa di bracconaggio e deforestazione. Inoltre, fece campagne contro l'utilizzo di primati nella sperimentazione scientifica, per fermare il commercio di carne selvatica africana e salvare scimpanzé dal traffico illegale di animali. Proprio quest'ultimo impegno è stato immortalato nel commovente video del suo incontro con la scimpanzé Wounda. La fondazione è attiva in più di venti Paesi in tutto il mondo, tra cui Italia, Francia, USA, Spagna e Kenya, con progetti di educazione ambientale, riforestazione e senso civico. Ne è un esempio il programma per giovani Roots & Shoots attivo dal 1991.

Jane Goodall è stata insignita di numerose onorificenze a livello mondiale, tra cui il titolo di "Messaggero di Pace" delle Nazioni Unite, Dama dell'Impero Britannico e la medaglia d'oro dell'UNESCO. Vanta anche una vasta produzione letteraria con autobiografie, libri per bambini e importanti opere scientifiche come "The Chimpanzees of Gombe: Patterns of Behavior", universalmente riconosciuto come il testo di riferimento sugli scimpanzé e l'apice della sua carriera scientifica.
Jane non si è dunque limitata a scoperte scientifiche, ma si è resa protagonista di un cambiamento culturale nel modo in cui l'uomo percepisce l'intelligenza e l'emotività animale.