0 risultati
video suggerito
video suggerito
13 Aprile 2025
16:30

Giapponese, tedesco e turco sono lingue agglutinanti: cosa sono e la differenza con le altre lingue

Le lingue agglutinanti, come giapponese, turco e ungherese, formano parole tramite l'agglutinazione, cioè unendo morfemi con significati precisi, simili a mattoncini componibili. Ogni morfema mantiene il suo valore e si aggiunge in modo regolare. A differenza delle lingue flessive come l’italiano, evitano fusioni di significato in un solo elemento.

Ti piace questo contenuto?
Giapponese, tedesco e turco sono lingue agglutinanti: cosa sono e la differenza con le altre lingue
lingue agglutinanti

Avete mai sentito parlare di lingue agglutinanti? Sono lingue come il tedesco, il giapponese, l'ungherese e il turco, la cui caratteristica è che le parole si formano con l'agglutinazione, ovvero attraverso l’unione di morfemi, ciascuno dei quali è portatore di un significato specifico e invariato. Questo processo permette di costruire termini anche complessi mediante l’aggiunta di prefissi e suffissi alle radici delle parole, lasciando però ogni morfema autonomo e riconoscibile. In altre parole, come dei mattoncini componibili, ogni parte della parola mantiene il suo significato e si unisce alle altre senza cambiare, permettendo di creare termini anche molto lunghi e complessi.

Quali sono le lingue agglutinanti e quali sono le caratteristiche

La caratteristica  principale delle lingue agglutinanti sta nella trasparenza e regolarità della loro struttura morfologica. Ogni morfema aggiunto alla radice veicola una singola informazione grammaticale, come il tempo verbale, il caso, il numero o la persona. Tra le lingue agglutinanti più note troviamo le lingue uraliche, le lingue altaiche, il basco, il giapponese, il coreano, l'esperanto, il turco e le lingue quechua. Ecco degli esempi pratici per comprendere la struttura di queste lingue:

  • In ungherese, la parola "ház" significa "casa". Aggiungendo il suffisso "-ak" si ottiene "házak" ("case"), mentre con l'aggiunta di "-ban" si forma "házban" ("nella casa"). Combinando entrambi i suffissi, si ottiene "házakban" ("nelle case”).
  • Il turco è caratterizzato da una morfologia regolare, in cui i suffissi si aggiungono in sequenza alla radice per modificare il significato della parola. Per esempio: "ev" significa "casa", "evler" indicherà "case", ed "evlerde" starà a significare "nelle case”.
  • Il giapponese, e allo stesso modo il coreano che gli è simile nella struttura, utilizza particelle e suffissi per indicare funzioni grammaticali. Per esempio, il verbo "taberu" significa "mangiare", mentre "tabemasu" è la forma cortese dello stesso verbo.

Nell’apprendimento di questo tipo di lingue i vantaggi per gli studenti sono notevoli, in quanto la regolarità e la prevedibilità delle strutture morfologiche rendono spesso più semplice la formazione e l'interpretazione delle parole. Essenzialmente, una volta appresi i morfemi di base e le regole di combinazione, diventa più semplice e intuitiva la costruzione di nuovi termini. D’altro canto, però, proprio questa caratteristica può rappresentare una sfida, in quanto la necessità di padroneggiare così tanti affissi richiede attenzione, pratica, e precisa comprensione dell’uso.

Differenze con altre tipologie linguistiche

In linguistica esistono diversi modi per classificare le lingue, e uno di questi è la tipologia morfologica, che si basa sulla struttura interne delle parole distinguendo quattro categorie linguistiche principali: le lingue isolanti, flessive, incorporanti e le agglutinanti.

Nelle lingue flessive, come il latino o l'italiano, un singolo morfema può essere portatore di più informazioni grammaticali. Un esempio lo troviamo nella parola latina “rosarum", in cui la desinenza "-arum" indica simultaneamente il caso genitivo e il numero plurale. Le lingue isolanti invece, come il cinese, presentano una struttura ancora diversa, in cui le parole sono per la maggior parte monomorfemiche e le relazioni grammaticali si esprimono attraverso l'ordine delle parole o l'uso di parole funzionali separate. Nelle lingue agglutinanti, invece, viene evitata la fusione di più significati in un unico morfema, ognuno rappresenta una singola funzione grammaticale. Per chi è interessato allo studio delle lingue, la conoscenza di quelle agglutinanti offre spunti interessanti circa la diversità e la complessità delle strutture linguistiche globali.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views