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Situata al largo della costa dell'Arabia Saudita, l'isola di Shura è il centro nevralgico del "The Red Sea project", un'iniziativa turistica che fa parte della più ampia Vision 2030. L'isola, fulcro di un arcipelago di 92 isole nel Mar Rosso, è stata soprannominata "Coral Bloom" (Fiore di Corallo) in onore della ricca barriera corallina che la circonda. Il progetto, firmato dal celebre studio di architettura londinese Foster + Partners, ha l'ambizioso obiettivo di ridefinire il concetto di turismo marittimo di lusso.
Descrizione della nuova meta di The Red Sea
Shura Island, anche chiamata Shurayrah, è un'isola disabitata nel Mar Rosso, situata nella provincia di Tabuk, tra Umluj e Al‑Wajh. Questa, come abbiamo già detto, fa parte di un arcipelago di 92 isole che andrà a formare un' ulteriore estensione del mega progetto di Vision 2030, un programma che ridefinisce il concetto di turismo marittimo di lusso. Il design dell’isola, chiamato Coral Bloom, porta la firma dallo studio londinese Foster + Partners: l’architettura del progetto è caratterizzata da un'armoniosa fusione con il paesaggio naturale, creando nuove spiagge e lagune, salvaguardando l’ecosistema circostante e fungendo da barriera naturale contro l’erosione.
Come anticipato, il lusso è la parola d'ordine di questo importante progetto visto che sull'isola sorgeranno 11 resort di marchi internazionali: Grand Hyatt, Four Seasons, Faena, Fairmont, Edition (The Red Sea Edition), InterContinental, Raffles, Jumeirah, Rosewood, Miraval e SLS. Numerose strutture presentano camere, ville, spa, ristoranti, marina e club.

Un altro interessante elemento da notare è il ponte di accesso all'isola stessa lungo 1,2 km e che fa parte, a sua volta, di un attraversamento più lungo che misura 3,3 km, progettato e realizzato da Archidoron. Vi è poi un importante struttura sportiva, consistente prevalentemente in un campo da Golf extra lusso da 18 buche, progettato dal designer Brian Curley, con clubhouse sempre firmata da Foster + Partners, previsto in apertura già a fine 2025.

Critiche al progetto
Uno tra i principali problemi è quello relativo all'impatto ambientale. Indubbiamente la necessità di costruire strutture importanti a ridosso della costa del Mar Rosso avrà un importante impatto sulla flora e fauna marittima locale, ed i movimenti a tutela dell'ambiente si sono già fatti sentire sul tema. Scavi, dragaggio e il traffico marittimo possono danneggiare barriere coralline, praterie di alghe e l'habitat di specie a rischio come dugonghi e tartarughe.
Altro elemento critico sarà il consumo di risorse: la realizzazione di un mega progetto come Shura Island avrà costi importanti in termini di energia che, in queste fasi, non potrà provenire, almeno non totalmente, da fonti rinnovabili. A questo si collega l'ultimo punto, cioè quello relativo al greenwashing: la retorica del "turismo rigenerativo" e della "sostenibilità al 100%" viene vista da alcuni critici come una strategia di comunicazione che enfatizza le credenziali ambientali per distogliere l'attenzione dalle problematiche sottostanti. Si teme che l'ambizione di attrarre turismo di massa possa compromettere gli stessi principi ecologici sbandierati.