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1 Settembre 2023
8:52

Cosa sono le barriere coralline e perché sono importanti per la vita marina e umana

Le barriere coralline sono tra gli ecosistemi marini più importanti: esse ospitano una varietà di forme di vita animale e vegetale ricchissima, oltre che a cibo e protezione sia per la stessa vita marina che per l'Uomo.

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Cosa sono le barriere coralline e perché sono importanti per la vita marina e umana
barriera corallina

Quello della barriera corallina è tra gli ecosistemi più “biodiversi” del Pianeta perché ospita ben il 25% delle specie marine conosciute.
Il fatto di essere un vero e proprio hotspot di diversità biologica, la rende una risorsa molto utile non solo per le forme di vita animale che la popolano ma anche per l’essere umano, che ne beneficia sia dal punto di vista alimentare, tramite la pesca, che economico, grazie anche al potenziale attrattivo turistico. Purtroppo però, come molti altri ecosistemi del Pianeta, anche le barriere coralline sono minacciate dal riscaldamento climatico, dall’inquinamento e dalla pesca massiva. Ma cos’è esattamente una barriera corallina? E quante ne esistono al mondo?

Come si formano le barriere coralline?

Le barriere coralline sono ecosistemi costituiti da formazioni rocciose biogeniche, cioè da substrati di calcare che sono il risultato della deposizione del minerale da parte di organismi viventi nel corso della loro vita. Parliamo della sedimentazione degli scheletri calcarei dei coralli, colonie di migliaia di piccoli animali invertebrati, chiamati polipi. L’esoscheletro di carbonato di calcio rende questi animali marini “sessili”, cioè perennemente ancorati a un substrato e, insieme alle alghe coralline e ad altri animali – anch’essi con scheletri di carbonato di calcio – formano le cosiddette barriere.

barriere coralline formazione

La riproduzione dei coralli

La riproduzione dei coralli segue sia la via sessuata che quella asessuata e gli individui adulti possono essere ermafroditi oppure solo maschi o solo femmine.
A seconda delle condizioni di partenza, avremo l’una o l’altra via riproduttiva. La riproduzione sessuata è sicuramente quella più complessa e la fecondazione può essere sia esterna che interna all’animale. Nel primo caso, gli individui femminili depongono le uova in acqua in sincrono con la diffusione di sperma da parte degli individui maschili: ciò avviene in determinati periodi dell’anno – generalmente in primavera – e con cicli di marea poco accentuati in modo da favorire l’incontro tra uova e sperma e da garantire lo sviluppo larvale a determinate temperature.

Le planule (larve), inizialmente, sono attratte dalla luce e quindi nuotano in superficie, in balia delle correnti oceaniche per giorni o settimane prima di trovare una barriera corallina su cui stabilirsi e crescere.  Nel caso della fecondazione interna, invece, la sola gestazione può richiedere giorni o settimane, dopodiché si ha lo sviluppo di una planula.

L'importanza delle barriere coralline per la vita marina e umana

Come dicevamo, le barriere coralline formano uno degli ecosistemi più importanti per la vita subacquea. Tra i servizi ecosistemici che offrono c’è la protezione delle aree costiere dalla potenza delle onde che colpiscono la costa, grazie al fatto di costituire – come suggerisce il nome – una barriera fisica a queste. Pensate che le creste delle barriere coralline sono in grado di ridurre l’energia cinetica delle onde del 97%, scongiurando in alcuni casi gli effetti devastanti degli tsunami.

barriera fisica coralli

Oltre a ciò costituiscono l’habitat di specie che costituiscono l’alimentazione di più di 500 milioni di persone in tutto il mondo quali pesci, molluschi, ricci di mare e anche spugne, e di conseguenza l’occupazione di chi opera nel settore della pesca. Infine, proteggono le foreste di mangrovie e le praterie di alghe che sono la principale risorsa nutrizionale per gli animali marini delle zone tropicali.

pesce barriera corallina

Dove si trovano le barriere coralline?

Possiamo trovare coralli in tutti gli oceani della Terra, sia a temperature tropicali che in acque molto fredde. Tuttavia, questi costruiscono vere e proprie barriere solo nei mari caldi e poco profondi dei tropici.

University of South Florida Institute for Marine Remote Sensing
Credit: University of South Florida Institute for Marine Remote Sensing (https://www.nasa.gov/vision/earth/lookingatearth/coral_assessment.html )

Tra i più famosi e grandi sistemi corallini del Pianeta, vi sono la Grande Barriera Corallina australiana, lunga circa 2.300 chilometri e situata al largo delle coste dello stato del Queensland. Dal punto di vista della biodiversità, con oltre 6000 specie di pesci, le più ricche si trovano nel cosiddetto Triangolo del Corallo, una regione marina situata a largo del sud-est asiatico. Altri tipi di sistemi corallini che circondano le isole si trovano ad esempio alle Maldive e ai Caraibi – per esempio nell’arcipelago delle Bahamas – o nella baia dell’isola giapponese Tsushima. Barriere coralline di grandi dimensioni, oltre alla già citata australiana, sono quella mesoamericana – che si estende per 1000 km dalla punta dello Yucatan (Messico) alla baia dell’Honduras, e quella più vicina a noi nel Mar Rosso.

Esistono barriere coralline nel Mediterraneo?

No, anche se nel 2019 un team di scienziati dell’Università di Bari ha trovato una “scogliera corallina” al largo di Monopoli. Qual è la differenza? Una barriera corallina differisce da una scogliera principalmente per due aspetti: il primo è la profondità alla quale si trova e il secondo riguarda la simbiosi tra i polipi e alghe fotosintetiche.

monopoli coralli

Per quanto riguarda il primo aspetto, una barriera corallina è normalmente situata a profondità molto basse, quasi affiorante dall’acqua, mentre la scogliera rinvenuta in Puglia, ad esempio, si trovava a oltre 30 metri di profondità. L’aspetto delle relazioni di simbiosi con le zooxantelle, alghe fotosintetiche fonte di ossigeno per i polipi dei coralli, è legato (anche) alla profondità. Nelle barriere coralline, infatti, tale simbiosi è resa fruttuosa dalla presenza di luce solare che colpisce le alghe a profondità contenute e permette loro di trasformarla in sostanze nutritive e molecole di ossigeno in cambio di anidride carbonica prodotta dai polipi. Non solo, grazie all’attività fotosintetica delle microalghe, i coralli assumono il tipico aspetto variopinto. Nelle scogliere di madrepore – l’ordine di coralli che compone anche le barriere – questa relazione tra organismi non esiste perché la luce non arriva a tali profondità.

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