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20 Marzo 2025
19:30

L’UE richiede ad Apple l’interoperabilità dei suoi dispositivi per il DMA: «Deve aprire il sistema iOS»

La Commissione Europea, nella giornata di ieri, ha fornito a Apple indicazioni più precise su come dovrà adeguarsi al DMA (Digital Market Acts) per quanto concerne iOS, considerato troppo chiuso dalla Commissione Europea. Ecco cosa cambierà per gli utenti Apple nell'UE.

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L’UE richiede ad Apple l’interoperabilità dei suoi dispositivi per il DMA: «Deve aprire il sistema iOS»
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L'Unione Europea chiede ad Apple di garantire l'interoperabilità per i suoi dispositivi iOS (quindi iPhone e iPad) in ottemperanza al DMA (Digital Market Acts), la legge che punta a garantire una maggiore concorrenza nel mercato digitale e a limitare il potere delle grandi piattaforme tecnologiche, i cosiddetti gatekeeper. In particolare, in base alle linee guida pubblicate ieri, l'UE ha stabilito che Apple deve permettere l'accesso a nove funzionalità chiave di iOS, tra cui la connettività Wi-Fi peer-to-peer, la tecnologia NFC e il sistema di associazione dei dispositivi. L'obiettivo è eliminare le limitazioni che finora hanno reso difficile l'integrazione di prodotti non Apple con l'ecosistema iPhone.

Per Apple, questa imposizione rappresenta una sfida importante, visto che va contro la “chiusura” del suo ecosistema, una filosofia che ha reso celebre l'azienda nel corso dei decenni. L'azienda di Cupertino sostiene, infatti, che la Commissione Europea stia limitando la sua capacità di innovare e che l'obbligo di rendere disponibili le proprie tecnologie a terzi possa creare problemi di sicurezza e privacy per gli utenti. L'UE, dal canto suo, ritiene che l'interoperabilità tra dispositivi appartenenti a ecosistemi diversi dovrebbe aumentare la scelta per i consumatori e stimolare l'innovazione nel settore tech.

Cosa richiede l'UE ad Apple

L'Unione Europea ha avviato due procedimenti specifici per determinare come Apple debba conformarsi alle regole di interoperabilità del DMA. Il primo riguarda i dispositivi connessi: Apple dovrà garantire che accessori come cuffie Bluetooth, smartwatch e smart TV di terze parti possano interagire in modo più efficace con iPhone. Ad esempio, uno smartwatch non Apple dovrebbe essere in grado di visualizzare notifiche da un iPhone senza problemi, e un altoparlante smart dovrebbe poter essere associato a un dispositivo iOS con la stessa facilità con cui si può connettere un HomePod. Cosa cambierebbe con l'entrata in vigore di queste novità? Ad esempio, Google potrebbe far funzionare AirDrop (la funzione che consente il trasferimento di file in modalità wireless) anche con dispositivi Android; i produttori di cuffie true wireless, invece, potrebbero supportare SharePlay, una funzionalità che funziona solo con gli AirPods.

Il secondo procedimento riguarda invece le richieste di interoperabilità avanzate dagli sviluppatori di applicazioni. Attualmente, Apple impone restrizioni su molte funzioni del sistema operativo, rendendo difficile per le app di terze parti integrare determinate caratteristiche hardware e software di iPhone. La Commissione Europea ha chiesto all'azienda di fornire una documentazione tecnica più dettagliata e di garantire tempi certi per la revisione delle richieste di accesso alle funzionalità di iOS. In questo modo, gli sviluppatori potranno offrire servizi più avanzati e competitivi, ampliando le possibilità per gli utenti finali.

L'UE ha deciso di intervenire su questi punti perché ritiene che Apple stia abusando della sua posizione dominante nel mercato degli smartphone, impedendo ai produttori di dispositivi e agli sviluppatori di software di offrire soluzioni pienamente compatibili con l'ecosistema iOS. Il DMA, infatti, è stato progettato per evitare che i gatekeeper creino barriere che limitano la concorrenza.

La risposta di Apple

Come ha reagito l'azienda fondata da Steve Jobs alle novità imposte dalla Commissione Europea? La risposta di Apple è chiaramente scontata: non vede di buon occhio queste imposizioni, perché a suo dire la Commissione sta prendendo di mira specificamente il suo modello di business, mentre altre grandi aziende tecnologiche non sarebbero soggette a misure altrettanto restrittive. In particolare, Apple ha dichiarato:

Le decisioni di oggi ci avvolgono nella burocrazia, rallentando la capacità di Apple di innovare per gli utenti in Europa e costringendoci a dare gratuitamente le nostre nuove funzionalità alle aziende che non devono giocare secondo le stesse regole. Fa male ai nostri prodotti e ai nostri utenti europei. Continueremo a lavorare con la Commissione europea per aiutarli a comprendere le nostre preoccupazioni per conto dei nostri utenti.

Le decisioni prese dalla Commissione Europea sono vincolanti e, se Apple non dovesse seguirle, andrebbe incontro a pesanti sanzioni che possono arrivare fino al 10% del suo fatturato annuo globale. La società avrà comunque la possibilità di difendersi in sede legale, e non è escluso che la vicenda si trascini a lungo tra ricorsi e controricorsi vari. Non è detto che succeda, ma è uno scenario assolutamente possibile. Staremo a vedere.

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