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21 Gennaio 2022
10:04

L’UE vuole rendere “green” gas e nucleare. Vi spieghiamo la proposta

Oggi a Bruxelles la Commissione Europea si pronuncerà sulla bozza che prevede di integrare gas e nucleare nella tassonomia green.

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L’UE vuole rendere “green” gas e nucleare. Vi spieghiamo la proposta
Gas e nucleare green per la UE

Alcuni lettori salteranno sulla sedia: oggi, 21 gennaio 2022, dopo diversi rinvii e tensioni, la Commissione Europea si pronuncerà a Bruxelles sulla bozza di proposta che vorrebbe considerare l'energia prodotta in alcune tipologie di centrali nucleari e di impianti a gas naturale come "sostenibile", modificando l'attuale tassonomia "verde" del Green Deal europeo. Questo significherebbe equipararla all'energia ricavata nelle centrali idroelettriche e nei parchi eolici e fotovoltaici, ad esempio, e permetterebbe ai relativi progetti di ricevere gli investimenti volti alla transizione energetica.
In effetti non è una notizia campata per aria: la bozza è stata inviata il 31 dicembre 2021 ai governi degli Stati che fanno parte dell'UE per una revisione. Come spesso accade, si è alzato un polverone mediatico e molti dei Paesi e degli attori in gioco si sono schierati a favore o contro la proposta in maniera ideologica o in funzione dei propri interessi, senza valutarne le basi scientifiche e le finalità. Per citarne alcuni, sono favorevoli Francia e Polonia e contrari Germania e Spagna. Con questo articolo vogliamo fornirvi una panoramica della questione.

L'iter della bozza

Anzitutto una precisazione: stiamo parlando al momento di una bozza. Inoltre il documento è appena stato controllato sia dagli Stati membri sia da un'apposita commissione, la Piattaforma per la Finanza Sostenibile: un gruppo misto di ONG, scienziati ed esperti di finanza che si sono occupati della solidità scientifica dietro alla tassonomia (la classificazione terminologica) del Green Deal europeo, il piano dell'UE finalizzato alla transizione energetica e alla lotta al riscaldamento globale che dovrebbe portare l'organizzazione a raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

Green Deal, Parlamento europeo

Dal 31 dicembre al 21 gennaio gli Stati membri e la Piattaforma hanno potuto visionare la misura e fornire dei riscontri in merito. Quest'ultima tornerà adesso alla Commissione europea che ne adotterà il testo autorizzato. Dopodiché la proposta passerà al Parlamento europeo e al Consiglio europeo, l'unico organo che può porre il veto e respingerla (in questa eventualità dovrebbero votare contro almeno 20 Paesi membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione comunitaria).

Il contenuto della proposta

La Commissione europea vorrebbe equiparare alcune tipologie di centrali a gas e di centrali nucleari agli impianti di energia rinnovabile, in qualità di attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Sintetizzando, le tipologie sono le seguenti:

  • Impianti a gas: quelli già esistenti dovrebbero essere ammodernati ed emettere meno di 100 grammi di CO2 equivalente per ogni kWh di energia prodotto (considerando il loro intero ciclo vitale). Quelli nuovi dovrebbero sostituire delle centrali a carbone o petrolio (non superandone eventualmente la capacità produttiva di più del 15%) e non emettere più di 270 g CO2e/kWh. Dovrebbero inoltre ottenere i permessi di costruzione entro la fine del 2030 e prevedere entro la fine del 2035 la loro trasformazione progressiva in impianti di energia rinnovabile o di gas a emissioni ridotte (biogas, biometano o idrogeno).
Impianto a gas
  • Centrali nucleari: potrebbero fregiarsi dell'etichetta di "sostenibili" gli impianti già in opera (ed eventualmente da ammodernare) o ancora da costruire (ma che abbiano ottenuto permessi costruttivi entro il 2045) che rientrassero in lunga serie di parametri tecnici e di sicurezza e che avessero un impatto ridotto sull'ambiente e in particolare sulle risorse idriche. Le centrali in questione dovrebbero inoltre disporre sia di un fondo di gestione delle scorie nucleari (per le quali dovrebbero essere individuati e predisposti per tempo i siti di stoccaggio) sia di un fondo per lo smantellamento degli impianti alla fine del loro ciclo operativo.
Centrale nucleare

Gli impianti così delineati, controllati periodicamente da enti terzi, potrebbero ricevere investimenti al pari degli impianti a energia rinnovabile e attrarre in questo modo miliardi di euro che potrebbero servire per realizzare la transizione energetica e raggiungere l'obiettivo di zero emissioni nette di gas serra entro il 2050.

Le motivazioni dell'iniziativa

In termini assoluti gli impianti a gas e le centrali nucleari sono difficilmente associabili agli impianti che sfruttano le fonti rinnovabili (nel primo caso a causa delle rilevanti emissioni di gas serra, nel secondo a causa della finitezza dell'uranio come risorsa e della questione dello smaltimento delle scorie nucleari). Tant'è che numerosi partiti e associazioni ambientaliste hanno parlato di greenwashing e si sono detti assolutamente contrari all'iniziativa. Per quale motivo allora la Commissione europea ha fatto una simile proposta?

Le ragioni sono molteplici e sicuramente alla base esistono degli interessi economici e geopolitici. Tuttavia la proposta, anzitutto, sta venendo portata avanti per una questione di realismo: per realizzare la transizione energetica e raggiungere l'obiettivo di carbon neutrality bisogna accompagnare con tutti i mezzi disponibili il cambiamento verso un modello di sviluppo pienamente sostenibile. E gli impianti a gas e le centrali nucleari (nel rispetto dei parametri indicati) sono di gran lunga un male minore rispetto agli impianti che bruciano carbone o petrolio. Per comprendere la questione basta vedere i seguenti due grafici, tratti da Our World in Data.

Tonnellate di CO2e/GWh per tipo di energia
Emissioni (in tonnellate) di CO₂e per ogni GWh di elettricità prodotta, rispetto all’intero ciclo di vita di un impianto, in base alla tipologia di fonte utilizzata. N.B. Le emissioni da biomassa variano in funzione del tipo di carburante e del trattamento a cui è sottoposto il materiale organico di partenza (fonti: Our World in Data, Hannah Ritchie e Max Roser – IPCC AR5, 2014; Pehl et al, Nature, 2017; BP, 2019; Smil, 2017)

Semplificando, il primo grafico mostra le emissioni di gas serra (in tonnellate) in base alle varie tipologie di impianto e a parità di energia prodotta: come si può notare, bruciare carbone e petrolio è di gran lunga più impattante che sfruttare qualsiasi altra fonte di energia. Se sostituissimo, perciò, gli impianti a carbone e petrolio con impianti a gas (dalle emissioni rilevanti, ma minori) e con centrali nucleari (dalle emissioni quasi nulle), e emissioni di CO2 potrebbero diminuire drasticamente.

Come vedete dal grafico in basso, l'Europa ha cominciato il proprio processo di transizione energetica a partire dagli anni '70 e attualmente è sulla buona strada per rinnovare il proprio sistema energetico (anche se ci vorrà ancora tempo). Tuttavia il 50% dell'energia che consumiamo deriva ancora dalla combustione di carbone e petrolio.

Consumo di energia per fonte
Consumo percentuale di energia primaria rispetto alla fonte di partenza, in Europa (compresi gli Stati europei non facenti parte dell’Unione Europea). N.B. All’interno della voce "Altre rinnovabili" sono inclusi eolico, solare, biocarburanti, geotermico, biomassa ed energia ricavata dai rifiuti (fonti: Our World in Data – BP Statistical Review of World Energy)

La potenziale sostituzione completa di queste due fonti grazie alle rinnovabili e con l'aiuto di gas e nucleare sarebbe quindi decisamente notevole in termini assoluti. Si potrà essere d'accordo o meno, ma dal punto di vista puramente numerico sarebbe una concreta soluzione.

Insomma, al di là delle motivazioni economiche e geopolitiche, il ragionamento scientifico che sta alla base della proposta della Commissione europea è chiaro: se riuscissimo a renderci sempre più indipendenti da carbone e petrolio la nostra sostenibilità ne trarrebbe grande beneficio. Diminuiremmo infatti in modo consistente le emissioni di gas serra e ci muoveremmo più spediti verso l'obiettivo di carbon neutrality da raggiungere entro il 2050. D'altra parte, il processo di transizione energetica non potrebbe dirsi concluso e dovrebbe procedere sempre di più verso la realizzazione di centrali e impianti che producano energia da fonti sempre meno impattanti, come peraltro prevedrebbero alcuni degli stringenti parametri imposti dalla bozza della stessa Commissione europea. Sta a noi decidere adesso se accettare un compromesso, un male minore, per un bene superiore oppure se rischiare di non raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati (o di raggiungerli magari in ritardo) per rimanere fedeli a dei nobili ideali.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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