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L’8 marzo, strade e piazze si tingono del giallo dei mazzi di mimosa, pianta simbolo della cosiddetta "Festa della donna" – il cui nome corretto è però Giornata Internazionale della Donna – che simboleggia forza, femminilità e sensibilità: ma, da un punto di vista botanico, la pianta dai pennacchi piumosi di colore giallo è davvero una mimosa? In realtà no, perché la vera mimosa è la Mimosa pudica, appunto del genere Mimosa nella nomenclatura scientifica. La pianta simbolo della Giornata Internazionale della Donna è, invece, un’acacia e precisamente Acacia dealbata. Detto questo, è bene cogliere l’occasione per rettificare un altro errore comune: l’acacia dai cui fiori le api producono un ottimo miele è in realtà una Robinia, il cui nome scientifico è Robinia pseudoacacia. Per riassumere: Acacia dealbata comunemente nota come mimosa, Mimosa pudica nota come mimosa sensitiva e Robinia pseudoacacia, nota come Acacia falsa, sono piuttosto diverse per origini e caratteristiche, accomunate però dal fatto di appartenere tutte alla stessa famiglia, quella delle Fabacee, o Leguminose. E’ semplice ricordare questa classificazione visto che, come per altri legumi tipo le fave o i piselli, il loro frutto è un baccello contenete più semi.
Perché la mimosa (Acacia dealbata) è il simbolo della "Festa della donna"
Si tratta di un albero che può raggiungere anche i 30 metri di altezza; ha foglie così dette bipennate cioè composte da una serie di foglioline laterali, inserite a destra e a sinistra di un asse (rachide) centrale, come se fossero una sorta di piuma. La parte decisamente più vistosa è rappresentata dalle infiorescenze, composte da capolini di forma globosa di un giallo inteso e vivace ed estremamente profumati. La fioritura è primaverile (in febbraio – marzo).
È una pianta originaria dell’Australia, ma ormai è diffusa un po’ in tutto il mondo, tanto da essere considerata invasiva in molte località. In Europa fu introdotta ai primi dell’800. Resistente alla variabilità dei terreni e persino al passaggio del fuoco, si propaga molto facilmente. E’ spesso coltivata come pianta ornamentale oppure per la produzione di legname e di oli essenziali.
Ha proprietà officinali e medicamentose, ben note agli aborigeni australiani che ne sanno utilizzare ogni parte per scopi alimentari, per produrre armi o manufatti e per estrarne sostanze medicinali. I fiori sono ricchi di polline e sono utilizzati anche per produrre un colorante naturale giallo. Proprio per la sua resistenza, per l’aspetto festoso in primavera, nonché per le sorprendenti proprietà nel 1946 fu scelta come fiore della Giornata Internazionale della Donna, dall'Unione Donne Italiane.
Mimosa pudica (la sensitiva): la pianta con le foglie capaci di muoversi
Si tratta della vera mimosa da punto di vista botanico, in quanto appartiene al genere Mimosa, che comprende 617 diverse specie. La più conosciuta è proprio la Mimosa pudica, nota con il nome volgare di sensitiva perché le foglie, se toccate o in particolari condizioni di stress, sono in grado di muoversi e piegarsi fino a chiudersi completamente su se stesse.
Originaria del Sud e Centro America, è stata introdotta in Africa, in India e nel Sud Est Asiatico. Predilige ambienti caldo umidi e si trova in forma di arbusto o alberello. Le foglie, anch’esse bipennate possono ricordare quelle dell’Acacia ai non addetti ai lavori, ma ciò che le differenzia anche a un occhio meno attento sono le infiorescenze globose di color rosa.

In Sud America era molto utilizzata nella medicina tradizionale. In effetti è ricca di flavonoidi, alcaloidi e saponine con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e antimicrobiche. Il suo utilizzo è però ancora controverso perché, se da una parte sembra efficace nella cura di malattie infiammatorie e nella guarigione delle ferite, dall’altra uno dei suoi componenti principali, la mimosina, è un amminoacido tossico, quindi sono necessarie ulteriori ricerche per un corretto utilizzo degli estratti. Inoltre, il suo utilizzo si basa solo su tradizione d'uso, ma mancano studi clinici a conferma di queste sue attività.
La Robinia pseudoacacia: la pianta da cui si produce un miele molto dolce
Ecco infine, la terza pianta della famiglia Fabacee che, per denominazione comune e per alcune caratteristiche morfologiche può creare confusione con le altre due specie fra i non esperti. È conosciuta come Robinia o Acacia falsa, si presenta come un alberello con rami spinosi e fiori bianchi a grappolo dal profumo intenso. Originaria del Nord America è stata introdotta in Europa come pianta ornamentale nel 1601 da Jean Robin, curatore dell'Orto Botanico del re di Francia

Oggi è molto diffusa in tutta Europa, dove ha assunto carattere invasivo, considerata la sua rusticità e adattabilità che le consente di proliferare anche in ambienti aridi e franosi. I fiori hanno alcune proprietà officinali oltre ad un produzione di nettare abbondante. In effetti, l’acacia consente una produzione di miele di ottima qualità, ad alta concentrazione di fruttosio. I fiori nella tradizione contadina vengono utilizzati per preparare dolci e frittelle.