Come ogni anno, il 12 aprile cade la Giornata internazionale del volo spaziale umano: la data è quella in cui, nel 1961, il cosmonauta sovietico Jurij Gagarin diventò il primo essere umano a superare i confini dell'atmosfera terrestre e volare nello spazio. La Corsa allo spazio era già cominciata quattro anni prima con il lancio di Sputnik 1, il primo satellite artificiale a orbitare attorno alla Terra, ma fu con il primo uomo nello spazio che nacque la cosiddetta “quarta dimensione della geopolitica”, in cui le rivalità della Guerra fredda si estesero anche in direzione verticale. Se la conquista umana dello spazio avvenne in un'epoca di forti tensioni geopolitiche, oggi la presenza di donne e uomini nello spazio è invece un teatro di pace e collaborazione, come testimoniato dai grandi progetti come la Stazione Spaziale Internazionale. E questo è per l'appunto lo spirito della Giornata. Per celebrare questa ricorrenza scopriamo alcuni record e curiosità sul volo spaziale umano.
Chi è stato più a lungo nello spazio?
943 giorni, oltre due anni e mezzo: questo è il tempo che il cosmonauta russa Oleg Kononenko ha trascorso in orbita attorno alla Terra nell'arco di 5 missioni tra il 2008 e il 2024. Il record è stato stabilito il 4 febbraio 2024 durante la Expedition 70 alla Stazione Spaziale Internazionale, di cui Kononenko è anche stato comandante dall'11 marzo 2024 al 6 aprile 2024. Il record precedente spettava a un altro cosmonauta russo, Gennadij Padalka, che aveva trascorso 879 giorni nello spazio. Il record per il tempo consecutivo più lungo passato nello spazio è invece di 437 giorni e spetta al russo Valerij Poljakov, che trascorse quel periodo nella stazione spaziale Mir nel 1994-1995.
Per le donne, il record di permanenza massima appartiene alla statunitense Peggy Whitson con 665 giorni, mentre il record per il maggior tempo consecutivo trascorso nello spazio è stato conquistato da un'altra americana, Christina Koch, con 328 giorni nello spazio.
Chi è stato più lontano?
Gli esseri umani che si sono avventurati più lontano dal loro pianeta madre sono Jim Lovell, Jack Swigert e Fred Haise, l'equipaggio di Apollo 13, che il 13 aprile 1970 si spinsero fino a 400.171 km dalla Terra. Il record non fu intenzionale: l'incidente del “fallimento di successo” – così fu ribattezzata la celebre missione NASA – impedì all'equipaggio di allunare costringendolo a una manovra di rientro sul pianeta Terra che li portò alla massima distanza mai raggiunta da esseri umani.
Quante persone sono morte nello spazio?
Soltanto tre persone sono morte nello spazio, cioè oltre la linea di Karman che stabilisce il confine ufficiale dell'atmosfera terrestre. Si tratta di Georgij Dobrovol'skij, Vladislav Volkov e Viktor Pacaev. I tre cosmonauti russi furono i protagonisti del disastro della Sojuz 11, una missione diretta verso la stazione spaziale sovietica Saljut 1. Fu proprio con l'aggancio della capsula Sojuz alla Saljut il 7 giugno 1971 che l'umanità ebbe la sua prima stazione spaziale abitata da esseri umani. Il 29 giugno, giorno previsto per il rientro a terra, un errore nella detonazione delle cariche esplosive che avrebbero dovuto separare la capsula dalla stazione (esplosero tutte insieme invece che una alla volta) danneggiò irreparabilmente la Sojuz facendo rapidamente uscire tutta l'aria contenuta nella capsula, provocando così la tragica morte dei tre cosmonauti.
Dobrovol'skij, Volkov e Pacaev non furono però le uniche vittime dell'esplorazione spaziale. Nel corso dei decenni diverse sciagure aerospaziali hanno provocato la morte di 19 persone in totale, di cui si ricordano in particolare le sette vittime del disastro del Challenger nel 1986 e le sette persone morte nel disastro del Columbia nel 2003. Oltre a questi, sono 11 le persone morte durante incidenti a terra in fase di test o addestramento, di cui i più famosi sono probabilmente i tre astronauti del disastro di Apollo 1 del 1967.
Ceneri nello spazio
Forse non tutti sanno che una persona è stata (parzialmente) “sepolta” sulla Luna. Si tratta di Eugene Shoemaker, pioniere delle scienze planetarie e co-scopritore insieme alla moglie Carolyn Spellmann della cometa Shoemaker-Levy 9, che nel 1994 impattò contro Giove. Dopo la sua morte nel 1997 in un incidente automobilistico, Shoemaker venne cremato e parte delle sue ceneri venne dispersa nei pressi del Polo Sud della Luna dalla sonda Lunar Prospector della NASA nel 1999.
Quelle di Shoemaker non sono le uniche ceneri umane che riposano nello spazio. Circa 30 grammi delle cenere di Clyde Tombaugh, astronomo americano che scoprì Plutone nel 1930, sono state collocate all'interno della sonda New Horizons della NASA, che nel 2015 sorvolò il pianeta nano scoperto da Tombaugh. Oggi New Horizons si trova a 8,76 miliardi di chilometri dal nostro pianeta, rendendo così le ceneri di Tombaugh il materiale biologico umano più distante dalla Terra.