È il 1° maggio 1994 e Ayrton Senna ha appena iniziato il 7° giro in testa al Gran Premio di San Marino, a Imola. La monoposto viaggia a oltre 300 km/h quando all’ingresso della curva del Tamburello l’auto esce dalla sua traiettoria e si schianta sul muro di cemento a oltre 200 km/h. Inutile la corsa contro il tempo all'ospedale Maggiore di Bologna. Alle 18:40 il celebre pilota brasiliano – 3 volte campione di Formula 1 con la McLaren – viene dichiarato morto. Ci sono voluti ben 11 anni per accertare la vera causa dell’incidente mortale di Ayrton Senna. Uno come lui quella curva l’avrebbe potuta fare a occhi chiusi. Solo il 27 maggio 2005, durante il secondo processo in appello, la Corte riconobbe come causa dell’incidente mortale il cedimento del piantone dello sterzo. Non è stato lo schianto in sé ad uccidere Senna, ma un pezzo della sospensione della ruota destra che si è spezzata dopo l'impatto andandosi a conficcare proprio nel casco. L’impatto violento non ha lasciato scampo al pilota brasiliano. Secondo gli esperti e gli addetti ai lavori, se la sospensione non avesse assunto quell'assurda traiettoria, Senna sarebbe sopravvissuto all’incidente probabilmente senza particolari conseguenze.
Cosa ha causato l’incidente?
La storia del piantone dello sterzo in realtà ha dei retroscena: alla vigilia del Gran Premio di San Marino, a Imola, Senna fece apportare una modifica allo sterzo perché l’abitacolo dell’auto era molto stretto, talmente stretto, che quando ruotava il volante le nocche delle sue mani strusciavano contro la scocca. Cosa che, a detta del pilota, condizionava non poco le sue prestazioni. Finalmente, prima di quella gara, la scuderia propose come soluzione quella di allungare il piantone dello sterzo. Così i tecnici lo segarono in due e inserirono un pezzo aggiuntivo dal diametro leggermente più piccolo. La rottura del piantone avvenne proprio in quel punto dove era avvenuta la saldatura, realizzata con un materiale meno resistente, come emergerà dal processo.
Cosa è successo il 1° maggio 1994: gli ultimi istanti prima dell’impatto
I due elementi chiave usati come prova per dimostrare che fu la rottura del piantone a causare l’uscita di pista di Senna, sono due:
- la telemetria della vettura, ovvero i dati che le centraline delle auto registrano durante una gara.
- il video camera car di Senna, dove è evidente un movimento anomalo del pilota sul volante.
La telemetria
Da una telemetria (fig.1) si può ricavare un tracciato che è un po’ come un elettrocardiogramma dell’auto durante la gara: i parametri principali sono rappresentati con delle curve che indicano a che velocità va l’auto, quando frena, quando accelera, quando decelera e così via. La telemetria, durante una gara di F1, raccoglie i dati di ogni singolo giro. Pertanto si azzera ogni volta che si passa per il traguardo.
Nella fig.2 abbiamo preso in esame la telemetria del 7°giro di Ayrton Senna, in particolare gli ultimi due secondi che hanno preceduto lo schianto. Questo grafico venne usato per dimostrare che a causare l'incidente fu la rottura del piantone dello sterzo. Vediamo cosa racconta.
Si parte da 11", i secondi passati da quando Senna ha iniziato il settimo giro. Fino a 11" l'andamento della gara di Senna risulta regolare. La prima linea in alto – quella azzurra – è la linea della velocità. A 11’’ il valore della velocità, mentre Senna sta imboccando la curva del Tamburello, è di oltre 300 km/h. La linea rossa è la linea della farfalla, in sostanza si tratta dell’acceleratore: quando la curva è piatta e orizzontale significa che è a tavoletta, quando è verticale significa che il piede è tolto dall’acceleratore. Sempre a 11’’ Senna sta accelerando regolarmente, la sua guida non presenta anomalie. Ora esaminiamo nello stesso momento i dati dello sterzo che corrispondono alla linea verde e alla linea blu scura. Precisamente la linea verde indica la pressione idraulica dello sterzo, la blu scura indica la forza applicata al volante. Per farvi capire come funzionano queste linee: se applico una forza al volante ruotandolo verso destra o verso sinistra, la pressione idraulica aumenta. Andiamo un po’ più avanti fino al secondo 11’’3 – quindi 3 decimi di secondo dopo. Qui la telemetria rivela la prima anomalia: la linea della farfalla crolla al 50% della sua apertura totale. Significa che Ayrton ha alzato improvvisamente il piede dall’acceleratore. L’auto sta decelerando. Perché senna alzo il piede improvvisamente? Se guardiamo la pressione idraulica dello sterzo, a 11"3 inizia a crollare nonostante la linea blu scura indichi che il pilota stia ancora applicando una forza. Dopo due decimi di secondo (a 11’’5) la farfalla (linea rossa) crolla a zero. Senna ha alzato completamente il piede dall'acceleratore. Anche la velocità scende di botto, Senna sta frenando per ridurre la velocità, ma l’auto probabilmente è già fuori controllo. A 12’’3, la centralina è fuori uso. Si evince dalla linea della pressione idraulica impazzita, segno che l’auto è ingovernabile ormai. La velocità a 12’’3 non è quella reale perché ormai i sensori sono in tilt. Tutto si spegne a 12’’8 il momento dell’impatto.
Il video camera car
Per avere il quadro completo della dinamica questi dati della telemetria sono stati sincronizzati con i video della gara, digitalizzati e ripuliti da Cineca il principale centro di calcolo italiano. In particolare sono state prese in esame tre prospettive: il filmato camera car di Schumacher, che in quel momento era appena dietro Senna, quello della visuale esterna del tamburello, e la camera car di Ayrton Senna. Quest’ultima prospettiva si è rivelata determinante perché mostra – proprio in corrispondenza della prima anomalia della telemetria – un movimento anomalo del volante. Le indagini si sono focalizzate su un pulsante giallo luminoso: mentre Senna inizia a percorrere il tamburello sterzando a sinistra, si vede che questo punto giallo esce dalla sua traiettoria tipica abbassandosi verso destra in maniera del tutto inusuale e segnalando la frattura della colonna dello sterzo. Nell'ultimo fotogramma, il pulsante è visibilmente spostato di oltre 30 millimetri rispetto alla sua posizione normale, evidenziando un chiaro problema allo sterzo.
Come la Formula 1 è corsa ai ripari
Quel weekend di gara era già stato segnato da un’altra morte, quella del pilota Ratzenberger , per un altro incidente terribile. E infatti, Senna, che era un personaggio dal grande spessore umano e dotato di grande sensibilità umana, era già apparso visibilmente provato, tanto da portare a bordo una bandiera austriaca con la promessa di sventolarla a fine gara. Dopo la morte di Ayrton “Magic” Senna la FIA, ente che organizza il campionato di Formula 1, ha messo sempre più al centro delle competizioni la sicurezza dei piloti. Nel corso degli anni sono state apportate modifiche ai circuiti, alle auto con l’aggiunta nelle monoposto di cellule di sopravvivenza in fibra di carbonio. Sono stati introdotti nuovi dispositivi per alzare le misure di protezione come L'HANS, un sistema di supporto per testa e collo per ridurre i rischi di fratture a base cranica, o come l’HALO, inaugurato nel 2018, una sorta di gabbia in titanio che protegge la testa del pilota da detriti e collisioni.