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A che cosa servono le navi rompighiaccio e come funzionano quelle a propulsione nucleare

Le rompighiaccio a propulsione nucleare, come la Arktika, la Yamal e la Sibir, sono tra le pochissime imbarcazioni in grado di solcare le gelide acque dell'artico... ma come fanno?

23 Aprile 2024
18:30
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A che cosa servono le navi rompighiaccio e come funzionano quelle a propulsione nucleare
navi rompighiaccio

Le navi rompighiaccio a propulsione nucleare sono speciali imbarcazioni capaci di solcare le acque congelate del Mar Glaciale Artico e per farlo necessitano di una potenza enorme: proprio per questo alcuni modelli dispongono di piccoli reattori nucleari detti SMR.
Attualmente la maggior parte di queste imbarcazioni fanno parte della flotta russa e, tra queste, troviamo la Arktika, la Yamal e la Sibir.In questo video quindi vedremo non solo come funzionano ma anche come fanno a rompere il ghiaccio e quali Paesi ne possiedono in maggior quantità.

A cosa servono le navi rompighiaccio?

L’obiettivo primario delle navi rompighiaccio è quello di rompere la crosta di ghiaccio per aprire la strada ad altre imbarcazioni, come ad esempio navi cargo o navi che trasportano combustibili. Quindi loro stanno avanti e creano un corridoio senza ghiaccio. Questo come capite bene è di fondamentale importanza per tutti quei Paesi che si affacciano sull’Artico. Non dovrebbe quindi stupirci che il Paese più avanzato da questo punto di vista sia la Russia. 

Ma non è finita qui! Infatti le navi rompighiaccio servono anche ad altro. Ad esempio possono fare da “carro attrezzi” per recuperare imbarcazioni che restano bloccate tra i ghiacci, oppure possono effettuare delle spedizioni a scopo di ricerca scientifica, visto che in ambienti così inospitali non sono poi molte le imbarcazioni che possono navigare in tranquillità.

Come sono fatte le navi rompighiaccio

Per capire cosa cambia tra una nave normale e una rompighiaccio dobbiamo per prima cosa guardare lo scafo. Infatti la prua di una rompighiaccio ha una forma diversa rispetto a quella di una nave normale, è molto più allungata.  Questo le permette:

1) di spezzare il ghiaccio più sottile mentre naviga

2) di spostarlo lateralmente, così da non farlo accumulare di fronte a sé.

Ma non solo! Infatti a volte il ghiaccio può raggiungere uno spessore anche notevole, anche di 1 metro o due, o addirittura a volte si arriva anche a 6 metri – e questo non si spezza certo andandogli semplicemente addosso. Quindi questo scafo permette alla nave di scivolare con la prua sul ghiaccio e una volta salita, sfruttando il proprio peso… SBEM, cade, spezzando il blocco di ghiaccio di fronte a sé. Poi fa la retro, avanza di nuovo, sale nuovamente sul ghiaccio e fa la stessa cosa, e così via, così via.

Il materiale dello scafo rompighiaccio

Ovviamente per riuscire a resistere lo scafo deve essere realizzato in un certo modo. Di solito si utilizzano leghe in acciaio ad alta resistenza. Questo è importante perché con le bassissime temperature che ci sono l’acciaio normale tende a comportarsi in modo fragile, quindi a spezzarsi, e come capite bene questo non va assolutamente bene.
Di solito poi questo scafo in acciaio viene anche rivestito da materiali polimerici sia per ridurre al minimo l’attrito con il ghiaccio sia per limitare la corrosione.

Poi per riuscire a muoversi con agilità tra i ghiacci queste rompighiaccio hanno anche eliche e timoni in posizione protetta e i propulsori si trovano spesso sia a poppa che a prua, e questo serve proprio per dare la spinta per salire sul ghiaccio e spezzarlo. Ovviamente per fare tutto questo servono motori potentissimi e proprio per questo alcune di queste navi sono a propulsione nucleare, quindi hanno a bordo proprio dei mini-reattori nucleari.

Come funzionano le navi rompighiaccio a propulsione nucleare

Senza scendere troppo nel dettaglio tecnico, questi funzionano grazie al processo di fissione nucleare, quindi sfruttano la scissione di atomi pesanti, come uranio-238, per produrre energia elettrica. Attualmente l’unico Paese che ha rompighiaccio a propulsione nucleare è la Russia. Secondo gli ultimi dati del 2022 della Rosatom, la flotta ad oggi comprende:

  • 2 rompighiaccio a doppio reattore da 81,5 mila cavalli (la "Arktika" e la "Sibir");
  • 2 rompighiaccio a doppio reattore da 75 mila cavalli (la "Yamal" e la "50 Let Pobedy");
  • 2 rompighiaccio a reattore singolo da 50 mila cavalli (la "Taymyr" e la "Vaygach").

A queste si aggiungono anche una portachiatte e 5 navi di servizio – sempre a propulsione nucleare. Tutte queste navi hanno come base la presenza di un reattore nucleare, nello specifico di un SMR – cioè uno Small Modular Reactor. Si tratta di un piccolo reattore modulare, cioè ciascun reattore è un modulo e può essere unito ad altri moduli per ottenere più potenza.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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