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17 Marzo 2024
7:00

Cos’è la rotta artica e come potrebbe rivoluzionare il commercio globale

Con la fusione progressiva dei ghiacci e la crisi dei canali di Suez e Panama, la rotta artica sarà sempre di più una rotta marittima utilizzata per il commercio globale. È infatti più breve, conveniente e ricca di materie prime e giacimenti minerari delle sue alternative.

A cura di Rachele Renno
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Cos’è la rotta artica e come potrebbe rivoluzionare il commercio globale
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La rotta artica è un insieme di rotte marittime (ce ne sono tre principali) che passano attraverso il Mar Glaciale Artico, collegando oceano Atlantico e oceano Pacifico; in senso stretto, però, quando si parla di rotta artica ci si riferisce in particolare a una di queste tratte, quella che si snoda lungo la costa artica russa dal Mar di Kara fino allo stretto di Bering, lungo la Siberia.

La regione artica è ricca di materie prime e risorse energetiche e, se diventasse completamente libera dai ghiacci durante tutto l'anno, si potrebbero aprire alcune vie marittime decisamente più vantaggiose e brevi rispetto alle rotte atlantiche o del Mediterraneo, in particolare in seguito all’attuale crisi nel Mar Rosso, provocata dagli attacchi Houthi, al conseguente possibile declino del Canale di Suez e ai sempre maggiori limiti del Canale di Panama.

La rotta artica rappresenta una sfida importante per i Paesi artici dal punto di vista commerciale, geopolitico e ambientale. È invece una potenziale minaccia per l'Italia, i cui porti verrebbero tagliati fuori dalle principali rotte percorse dai traffici mondiali.

I passaggi della rotta artica e i Paesi interessati

Da tempo l’Artico è oggetto di attenzione da parte degli Stati che vi si affacciano. La Russia è il Paese che possiede la maggior porzione di costa nell’Artico e rappresenta uno degli otto Stati artici con interessi sulla regione, insieme a Canada, Danimarca, Islanda, Stati Uniti (tramite l’Alaska), Finlandia, Norvegia e Svezia.

La rotta artica è formata da numerosi passaggi. La rotta transpolare (TSR), in verde nella carta, è quella che collega l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico passando in mezzo al Mar Glaciale Artico: si tratta della rotta più impraticabile per via dei ghiacci che coprono il polo nord. Incontriamo poi il North West Passage (NWP), in rosso nella carta e conosciuto in italiano come passaggio a nord-ovest, che mette in collegamento l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico passando accanto al Canada e all'Alaska. Infine c'è la Northern Sea Route (NSR), in azzurro nella carta e conosciuta anche come passaggio a nord-est, che mette in comunicazione l’Oceano Atlantico e Pacifico estendendosi per gran parte della sua lunghezza accanto alle coste russe: parte dalle parti più settentrionali del Mare del Nord e raggiunge il Mare dei Ciukci e lo Stretto di Bering.

La NSR consentirebbe un risparmio dei tempi di navigazione tra Asia ed Europa di circa 12 giorni in media rispetto al percorso che passa per il canale di Suez, con notevoli risparmi non solo in termini di tempo ma anche di emissioni di CO2 in atmosfera.

rotta artica mappa
Mappa della rotta artica (credit: Arctic Institute, Malte Humpert)

Perchè la Rotta Artica sta diventando sempre più importante

Con le attuali tensioni nel Mar Rosso a causa degli attacchi Houthi e del conflitto israelo-palestinese, il commercio internazionale sta vivendo un momento di grande crisi. La rotta artica potrebbe rappresentare così un’alternativa importante per collegare i porti del Nord Europa con l’Asia e l’America, evitando i choke point di Malacca, Panama e Suez.

Questo significherebbe l’accorciamento e riduzione delle tratte e dei tempi di percorrenza per le navi mercantili, con conseguente impatto positivo anche dal punto di vista di riduzione dell’impronta di carbonio. La rotta artica, però, apre tutta una serie di risvolti geopolitici.

La Russia, infatti, è stato il primo Paese che nel 2001 ha chiesto all’ONU di riconoscere i propri diritti sovrani nell’Artico e attualmente è l’unico Stato artico a possedere rompighiaccio a propulsione nucleare per consentire anche in inverno il collegamento tra i porti della regione.  D'altro canto, l’adesione alla NATO di Svezia e Finlandia consolida anche la presenza dell’Alleanza atlantica nella regione artica. Allo stesso tempo, anche due attori esterni come Cina e India stanno cercando di consolidare la loro presenza nell'area attraverso partnership con la Russia.

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Manifesto d’epoca: navi britanniche scortate da caccia sovietici entrano nel porto di Murmansk a supporto dell’Armata Rossa (credit: Donald Blake)

Le criticità della rotta artica

Nonostante i tempi di percorrenza minori e un impatto positivo sul clima, ci sono alcune criticità da tenere in considerazione rispetto alla rotta artica. In primis, percorrere queste tratte costa ancora parecchio perché, non essendo ancora completamente sgombre dai ghiacci, è necessario usare navi rinforzate e rompighiaccio. In secondo luogo, il clima rigido rende imprevedibili i movimenti della banchisa e necessita di adeguate infrastrutture di supporto. Infine queste tratte sono ricche di risorse energetiche e minerarie la cui estrazione sottomarina (deep sea mining) sta dando vita a problematiche ambientali, in termini di inquinamento e di danni alla biodiversità.

Attualmente la fusione dei ghiacci artici consente di percorrere la rotta artica per numerosi mesi all’anno: la Russia ha annunciato che a partire dal 2024 la navigazione lungo la rotta artica diventerà annuale e nel 2035 sarà una realtà consolidata. Anche l’Unione Europea è impegnata nell’Artico: da un lato per il proprio approvvigionamento energetico e minerario, dall'altro per cercare di supportare politiche di sviluppo sostenibile: questo include non solo iniziative in campo ambientale ma anche economico e sociale, come il coinvolgimento delle comunità indigene locali.

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