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Il papiro o carta di papiro è la superficie di scrittura fabbricata dagli antichi egizi dal fusto di queste piante acquatiche che crescevano sulle rive del Nilo. Questa carta ha una storia lunghissima: tutto cominciò in Egitto, dove fu fabbricata per la prima volta intorno al III millennio a.C., come base per redigere documenti ufficiali e religiosi, una produzione che andò avanti fino alla metà dell’XI secolo. La pianta di Cyperus papyrus, tipica degli ambienti fluviali e paludosi, veniva infatti utilizzata nell’antichità per vari usi: vele per imbarcazioni, bende, indumenti, cesti, corde, sandali, barche, come alimento (anche se venivano masticate solo alcune parti della pianta, senza mangiare la fibra), e, soprattutto, per la produzione di fogli su cui scrivere. Purtroppo nessuna fonte egizia parla dei metodi usati per la produzione di questa carta: il resoconto più dettagliato (anche se non chiaro in tutti particolari) è quello riportato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia. I primi studi per far luce sulle antiche tecniche di manifattura ebbero inizio nel 1572 con Melchiorre Guilandino, mentre i primi tentativi di fabbricare il materiale papiraceo risalgono al 1750, a Siracusa. Solo l’approccio metodologico scientifico moderno e l’archeologia sperimentale ha in realtà permesso di riproporre (con un discreto margine di certezza) tutto il procedimento.
Il procedimento per la realizzazione di un foglio di papiro
- Una volta che il papiro ha raggiunto l'età di maturazione, una volta ogni tre anni, si taglia la porzione mediana del fusto (o culmo) della piante, che ha una sezione triangolare e può toccare i 4/5 metri di altezza;
- Il culmo viene liberato dalla scorza verde e legnosa esterna, la polpa interna viene tagliata in strisce sottili;
- Dopo il pretrattamento in un liquido (che in alcune versioni è addizionato con particolari soluzioni, in altre è semplicemente acqua), le strisce vengono adagiate su un panno di lino, sovrapponendole di qualche millimetro in modo da formare uno strato continuo;
- Un secondo strato viene disposto in senso perpendicolare al primo;
- Il foglio che si è venuto così a creare viene sottoposto a pressione mediante l’impiego di un torchio o di un rullo (viene lasciato qui fino a un giorno intero);
- Quando è completamente asciutto, il foglio di papiro è pronto.
Il Museo Egizio di Torino ha ricostruito l’antico procedimento di lavorazione, svelandone i segreti passo dopo passo nel video che trovate qui in basso.