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15 Gennaio 2025
7:00

Perché a Hong Kong ci sono edifici con grandi buchi all’interno: cosa sono le “porte del drago”

I "portali del drago" sono dei grandi buchi nei palazzi di Hong Kong progettati sull’antica arte del Feng Shui, un'antichissima filosofia taoista che ha avuto un grande impatto sull'urbanistica della città.

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Perché a Hong Kong ci sono edifici con grandi buchi all’interno: cosa sono le “porte del drago”
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Residence Bel–Air, Hong Kong

Se siete già stati a Hong Kong avrete sicuramente notato che moltissimi palazzi hanno delle aperture rettangolari – spesso molto grandi – al loro interno, in molti casi proprio al centro degli edifici. Ebbene, questi grandi spazi vuoti esistono grazie alla forte influenza sull'architettura data dall'antica pratica cinese del Feng Shui.

Secondo questa antichissima filosofia cinese che integra natura e architettura, i draghi – considerati nella cultura asiatica come portatori di saggezza, coraggio e prosperità – scenderebbero dalle montagne verso il mare portando con sé una presunta energia benefica (il Chi), e per farla fluire in maniera armoniosa devono poter passare attraverso i palazzi senza trovare ostacoli. Ecco perché esistono questi grandi portali negli edifici, noti come “porte del drago”, simbolo di rispetto per l'armonia del cosmo.

Stando a queste credenze, bloccare il flusso di energia trasportato da queste creature mitologiche sarebbe considerato un cattivo auspicio, soprattutto Hong Kong, che è stata proprio costruita tra le montagne e il mare.

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Contrariamente a quanto si creda, il Repulse Bay non è stato realizzato secondo il Feng Shui. Photo Credit: Wing1990hk

Si tende a credere che il condominio residenziale di lusso Repulse Bay (qui sopra) abbia un grande portale per i draghi nell'ala sinistra. In realtà molto tempo fa al suo posto c'era un edificio che fu costruito nel 1920, ma come nel caso di tanti palazzi coloniali bassi a Hong Kong, nel 1982 fu demolito per far posto a un grattacielo più efficiente in termini di spazio, che è quello che vediamo ora, e che ha quell'enorme finestra solo per questioni stilistiche.

Ad avere una porta del drago sono le Cullinan Towers e tanti altri edifici pubblici e privati nelle aree centrali della città che rispettano i principi del Feng Shui.

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Cullinian Towers, Hong Kong

Ma non è solo questione di Feng Shui. Un dettaglio urbanistico ha sicuramente fatto sì che questi edifici fossero sempre più diffusi: negli anni Ottanta molti architetti iniziarono a costruire file di grattacieli chiamati "edifici effetto muro", molto ravvicinati l'un l'altro per comprimere quante più unità possibili su un appezzamento di terreno per ottenere margini di profitto più elevati. Questi edifici erano molto sgraditi ai residenti, che hanno iniziato a lamentarsi che bloccavano la vista e la ventilazione.

Gli architetti quindi, dovevano trovare una soluzione, e così nel 2005 il Planning Department della città pubblicò un rapporto, (il Feasibility Study for Establishment of Air Ventilation Assessment System), che promuoveva la creazione di spazi aperti tra edifici per favorire il flusso d'aria. Proprio quello che faceva il Feng Shui! E così si tornava a progettare in linea con questa pratica antichissima.

Questi buchi quindi hanno anche un impatto urbanistico positivo: a livello di ventilazione naturale aiutano a migliorare il flusso d'aria tra i palazzi di una città densamente popolata; per quanto riguarda l'illuminazione, invece, questi portali per far passare i draghi consentono alla luce naturale di penetrare meglio nelle aree circostanti. E che dire poi del fatto che alcuni buchi contengano giardini pensili, aree in cui svagarsi o terrazze residenziali bagnate dal sole? Un dettaglio urbanistico memorabile, che colpisce tantissimi turisti in visita.

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Edificio di Hong Kong costruito secondo i principi del Feng Shui. Photo Credits: Siesta commons

Questa combinazione di tradizione e funzionalità rende questi portali per creature mitologiche un perfetto esempio di come la cultura e l'architettura possano fondersi in modo armonioso.

Fonti
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Veronica Miglio
Storyteller
Innamorata delle parole sin da bambina, ho scelto il corso di lingue straniere per poter parlare quante più lingue possibili, e ho dato sfogo alla mia vena loquace grazie alla radio universitaria. Amo raccontare curiosità randomiche, la storia, l’entomologia e la musica, soprattutto grunge e anni ‘60. Vivo di corsa ma trovo sempre il tempo per scattare una fotografia!
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