
Soprattutto nell’Italia centro-meridionale, ma non solo, una delle esclamazioni più utilizzata per esprimere disappunto o contrarietà riguardo qualcosa è “mannaggia”. Sebbene sia ampiamente diffusa, l’origine del termine non è univoca, e sono diverse le teorie che hanno provato a spiegarne l’etimologia.
Secondo Treccani, una delle fonti più attendibili, fra le ipotesi più accreditate c’è quella che "mannaggia" derivi da una contrazione: quella dell’espressione dialettale "mal(e) n(e) aggia", traducibile in italiano come "male ne abbia”. In questa frase, "aggia" equivale al congiuntivo presente del verbo "avere" nel dialetto meridionale, che tradurremmo in italiano come “abbia”. In questo senso, l’espressione sarebbe un augurio di male verso qualcuno o qualcosa, comunque meno forte rispetto ad altri.
Un'altra teoria, accreditata dall’Accademia della Crusca, propone, sulla scia della prima, che "mannaggia" sia sempre una forma sincopata, ma stavolta di "malannaggia", a sua volta derivata da "malanno" e “aggia", letteralmente "abbia un malanno”. Ancora una volta un'augurio di sventura, ma con un'intensità attenuata, che l’ha resa particolarmente diffusa nell'uso quotidiano.
Una terza ipotesi, meno diffusa, è avanzata dal linguista e glottologo italiano Massimo Pittau: secondo lui "mannaggia" potrebbe derivare dal termine “mannaja”, termine dei dialetti calabrese e siciliano, riferito all’ascia utilizzata dal boia per le decapitazioni. In questo contesto, "mannaja a te" sarebbe un augurio di condanna a morte per decapitazione.
Se è vero che le le sue origini sono legate a maledizioni e auguri di sventure, "mannaggia" ha modificato il suo significato nel tempo assumendo un carattere più blando, tanto che oggi è diventata un'interiezione comune per esprimere semplice disappunto o contrarietà. Più di frequente la si sente in espressioni come "mannaggia la miseria!" o "mannaggia a te!”, ma non è priva di varianti che hanno la loro peculiarità da regione a regione. Ad esempio a Napoli è frequente sentire "mannaggia a Bubbà", riferita a un personaggio leggendario della malavita ottocentesca, usata per attribuire la colpa di eventi sfortunati a una figura immaginaria.