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L'arte egizia ha origini antichissime, precedenti al IV millennio a.C., e si intreccia nei secoli con l'arte delle culture vicine, come quella siro-palestinese e fenicia. La sua influenza arriva fino al XIX secolo e oltre, si può suddividere in due grandi periodi: l'arte predinastica preistorica, e l'arte dinastica. Avvicinandosi ad una delle celebri raffigurazioni delle figure umane e divine nell'arte egizia si noterà che le immagini sono realizzate di profilo e la figura umana presenta un particolare insieme di prospettive: il corpo è di profilo ma il busto, le spalle e l'occhio sono in posizione frontale. Perché seguivano questa regola? Perché i disegni dovevano rendere ben visibili tutte le parti del corpo e rappresentare le cose nel loro "profilo migliore", cioè come sono in realtà e non come l'occhio le percepisce. Stessa cosa dicasi per i geroglifici, che seguono le stesse regole dei disegni, tanto che un’unica parola li indicava entrambi, "sesh".
L'arte nell'antico Egitto aveva quindi uno scopo fondamentale, che andava oltre la semplice decorazione: era una forma di documentazione storica, religiosa e sociale. Le pareti dei templi e delle tombe erano ricoperte di immagini che raccontavano la vita quotidiana, i rituali sacri e le conquiste dei faraoni, ogni scena era realizzata con cura per comunicare sia alle generazioni future sia al mondo divino. La mancanza di prospettiva dell'arte egizia non era una limitazione, ma piuttosto un approccio intenzionale che consentiva una rappresentazione chiara e simbolica dell'ordine sociale e religioso: le figure erano disposte senza profondità, con dimensioni e posizionamento che ne riflettevano l'importanza e lo status. Inoltre, per esempio, gli uomini erano solitamente rappresentati con la pelle rossa, un colore simbolo di vitalità, e durante le celebrazioni si dipingevano il corpo con ocra rossa. Come spiegato da Rosa Pujol, presidente dell'Associazione spagnola di egittologia, "l'arte egizia era altamente codificata, e ogni elemento visivo aveva uno scopo specifico nel trasmettere le qualità essenziali del soggetto".