
Nel corso della storia le abitudini igieniche dell'umanità sono mutate profondamente, a causa di nuove scoperte scientifiche e invenzioni, ma soprattutto del contesto culturale. Non sappiamo di preciso quando l'uomo abbia cominciato a lavarsi, ma è probabile che ciò avvenisse sin dalla Preistoria, in relazione al senso innato di igiene che moltissimi mammiferi (come noi) possiedono. Con la transizione da una vita da cacciatore/raccoglitore a quella da agricoltore, avvenuta nel corso del Neolitico (10.000 anni fa circa), lo stile di vita degli uomini è cambiato profondamente, ma la possibilità di lavarsi è sempre rimasta subordinata all'accesso a fonti d'acqua pulita. Vediamo come si lavavano Egizi, Greci e Romani e come cambiarono le abitudini nel Medioevo e oltre.
Come si lavavano gli Egizi?
La civiltà egizia, per via dell'ambiente caldo e arido in cui si è sviluppata, ha sempre tenuto in altissima considerazione la pulizia personale. Per fare il bagno, se non si aveva accesso diretto a pozze o corsi d'acqua, le persone avevano comunque la possibilità di attingere l'acqua da pozzi o riserve. I più ricchi disponevano invece di bagni privati. Venivano usati saponi di origine naturale, ricavati dalla lavorazione di grassi animali o vegetali. Un'abitudine degli Egizi era quella di eliminare la totalità dei peli corporei, compresi i capelli. Per ridurre al minimo il rischio di infestazioni di pulci e pidocchi, le persone si depilavano completamente (gli archeologi hanno ritrovato pinzette e rasoi), preferendo l'uso delle parrucche. Per l'igiene più intima, è probabile che gli Egizi usassero stoffe o fibre vegetali.

Come si lavavano i Greci e i Romani?
Le abitudine igieniche degli Egizi vennero riprese dalle altre civiltà del Mediterraneo antico. I Greci davano molta importanza alla pulizia, sulla base anche della teoria medica degli umori. Essi ritenevano che una buona igiene potesse tenere in equilibrio i quattro umori del corpo e prevenire l'insorgere delle malattie. Le poleis greche videro la nascita dei primi bagni pubblici, separati fra donne e uomini e contraddistinti anche dalla presenza di luoghi dedicati alla socialità, come le palestre. Per i Greci, il benessere del corpo era profondamente legato alla prestanza fisica ed era molto comune per gli atleti (ma non solo) cospargersi di olio, che si riteneva tonificasse i muscoli e aiutasse a pulire la pelle. Prima di fare il bagno, l'olio veniva poi rimosso tramite un attrezzo apposito chiamato strigile.

I Romani ripresero le abitudini igieniche dei Greci, ma migliorarono il sistema dei bagni pubblici, con la realizzazione di grandi terme accessibili a tutti nelle città. In questa maniera lavarsi divenne possibile per tutte le fasce della popolazione, garantendo una migliore igiene pubblica. Nell'Antica Roma, soprattutto nel pomeriggio, si dedicava molto tempo alla propria igiene personale nelle terme. Al mattino di solito non ci si lavava (al massimo si pulivano i denti usando polveri a base di bicarbonato di sodio) proprio perché si sapeva già che nel pomeriggio si sarebbe stati alcune ore alle terme pubbliche. Queste disponevano di vasche di acqua fredda (frigidarium), tiepida (tepidarium) e calda (calidarium), ed erano integrate con palestre e zone benessere. Si trattava di luoghi dove c'era anche grande spazio per la socialità.

Per quanto riguarda l'igiene intima, i Greci e i Romani usavano uno strumento chiamato xylospongium o tersorium, nulla di più che un semplice bastone sulla cui estremità veniva applicata una spugna. Non è chiaro come questo venisse usato nella pratica. Alcuni studiosi ritengono venisse usato per pulirsi dopo aver defecato, mentre altri più recentemente hanno proposto che avesse la stessa funzione dei moderni scopini.

Come ci si lavava nel Medioevo?
Contrariamente a quanto si crede di solito, l'igiene personale rimase molto importante anche nel corso del Medioevo. Nonostante non fosse più possibile fornire le città di acqua come prima, per via del decadimento degli acquedotti romani, non più soggetti a manutenzione a causa del progressivo deteriorarsi dell'autorità statale, le persone cercavano comunque di lavarsi frequentemente, sfruttando fiumi e laghi. Ciò ovviamente rendeva difficile l'accesso all'acqua calda. In alcuni luoghi i sistemi di approvvigionamento idrico romani vennero mantenuti: ad esempio, la sede della corte di Carlo Magno, Aquisgrana, in Germania, era nota proprio per le sue antiche terme ancora in funzione. Nelle principali città non era insolito trovare dei bagni pubblici.

Le cose cominciarono a peggiorare tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento. Ciò fu dovuto principalmente a due motivi: il primo, il più importante, fu la famosa epidemia di peste del 1348. Questa causò la morte di quasi un terzo dell'intera popolazione dell'Europa Occidentale dell'epoca, ed ebbe conseguenze politiche, economiche e culturali di lungo termine. I medici dell'epoca si chiesero come la malattia potesse diffondersi così rapidamente e intuirono correttamente che i bagni pubblici erano effettivamente un luogo di facile trasmissione. Si diffuse così la convinzione che i bagni indebolissero il corpo, e rendessero più facile contrarre le malattie. Il secondo motivo, fortemente influenzato dal primo, fu la morale della Chiesa Cattolica. Molto spesso i bagni pubblici erano dei luoghi di promiscuità, e di conseguenza, approfittando dei problemi legati alla trasmissione delle malattie, la Chiesa riuscì a imporre maggiore controllo, limitando la popolarità di questi luoghi. A partire dal Tardo Medioevo, l'abitudine di lavarsi divenne sempre più scoraggiata, e per raggiungere gli standard igienici precedenti l'Europa occidentale dovrà attendere lo sviluppo industriale del XIX e del XX secolo.