
Vi siete mai chiesti perché, quando friggiamo qualcosa, i nostri vestiti si impregnano così tanto di questo odore, con la puzza di fritto che può restare per diverse ore su felpe o magliette? Tutto ha a che fare con i processi chimici che avvengono durante la cottura, quando i grassi contenuti nell'olio subiscono un processo di ossidazione nel quale le molecole dei grassi insaturi si rompono, generando altre molecole più piccole e spesso con un forte odore.
In particolare, quando friggiamo un alimento, si sprigiona nell'aria un aerosol, ovvero tante piccole goccioline di olio disperse in aria. È proprio all'interno di queste “goccioline” che si trovano le molecole odorose responsabili della fastidiosa puzza di fritto. Una volta generate, queste goccioline poi vanno a depositarsi su tutte le superfici, attaccandosi anche ai nostri vestiti, penetrando nelle fibre dei tessuti, soprattutto quelle sintetiche.
Ovviamente le molecole odorose si liberano nell'aria anche partendo direttamente dalla superficie dell'olio, contribuendo all'odore acre nella cucina. Nel caso in cui l'olio superi il suo punto di fumo – ovvero la temperatura alla quale le molecole dell'olio (trigliceridi) iniziano a degradarsi – alla puzza di fritto si aggiunge anche un altro odore, acre e pungente, causato dall'acroleina, una sostanza tossica da frittura che si forma a una temperatura specifica per ogni olio e deriva dalla decomposizione del glicerolo.
Ma esiste un modo per eliminare facilmente l'odore di fritto? Spulciando su internet compaiono numerosi “rimedi della nonna”, come mettere a bollire un pentolino con dell'aceto o posizionare delle scorze di agrumi vicino alla padella. In realtà, il metodo più efficace resta quello di ventilare per bene la zona durante la frittura – così da favorire la fuoriuscita delle molecole odorose – e scegliere l'olio da frittura più corretto, rispettando il suo punto di fumo.