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29 Dicembre 2024
18:27

Perchè usiamo i meme: cosa sono e da cosa dipende il loro successo

Dai geni di Dawkins ai social, i meme raccontano emozioni e ironia, superando confini culturali e creando comunità digitali partecipative.

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Perchè usiamo i meme: cosa sono e da cosa dipende il loro successo
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I meme sono diventati una parte integrante della nostra vita quotidiana, superando barriere linguistiche e culturali per esprimere idee, emozioni e ironia. Per intenderci, si tratta di quei contenuti tipicamente grafici (immagini, GIF o spezzoni di video) e di taglio ironico o umoristico che vengono condivisi soprattutto sui social network. Si tratta di vere e proprie espressioni della nostra cultura che vengono trasmessi per imitazione o replicazione. Pensiamo a meme celebri come il Distracted Boyfriend o Woman Yelling at a Cat, giusto per citarne alcuni.

Ma cos’è esattamente un meme? Il termine è stato coniato nel 1976 dal biologo Richard Dawkins per indicare “un’unità culturale” che si diffonde attraverso imitazione e adattamento, un po’ come fanno i geni in biologia. I meme come li intendiamo oggi trasformano concetti anche molto complessi in un linguaggio universale e partecipativo e si adattano molto bene ai social media e alle loro regole di funzionamento (velocità e condivisibilità).

Cosa sono i meme e da dove hanno origine: da Dawkins ai social

Il termine “meme” è stato introdotto nel 1976 dal biologo Richard Dawkins nel libro The Selfish Gene (“Il gene egoista”). Dawkins lo definì come un'unità culturale che si trasmette da una persona all’altra attraverso l’imitazione, in modo simile a come i geni trasmettono informazioni biologiche. Secondo Dawkins, i meme possono includere idee, comportamenti o simboli e si diffondono seguendo principi di selezione e adattamento: alcuni sopravvivono e si evolvono, altri scompaiono. Per esempio la frase "Buon appetito!", espressione comune in molte culture, rappresenta un comportamento culturale (un’unità culturale per dirla alla Dawkins) che si diffonde non per necessità biologica, ma per la sua capacità di essere facilmente replicabile, memorizzabile e significativa per chi la adotta.

Questa teoria è stata successivamente applicata al mondo digitale, dove i meme sono diventati contenuti visuali o testuali condivisibili. Limor Shifman (2014) ha esplorato questa evoluzione, evidenziando come i meme digitali seguano dinamiche di mutazione e replicazione rapidissime, spesso in risposta a eventi globali o trend. Questo li rende strumenti culturali dinamici, capaci di riflettere e influenzare l’immaginario collettivo.

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Come e perché i meme sono diventati strumento di identità sociale

I meme contribuiscono alla costruzione e alla negoziazione dell’identità sociale. Come sottolinea Erving Goffman, le interazioni che abbiamo quotidianamente sono performance (un po’ come quelle del teatro) in cui gli individui, come degli attori, cercano di presentarsi agli altri in un certo modo. I meme diventano strumenti per esprimere la propria personalità, appartenenza culturale o opinione politica.

Questo concetto si comprende meglio meglio se pensiamo alla cultura digitale, dove i meme creano vere e proprie comunità virtuali. Un esempio calzante è il fenomeno dei meme legati a piattaforme virtuali come Fortnite o Minecraft. In questi spazi, i giocatori creano contenuti che diventano meme interni alla comunità, rafforzando un senso di appartenenza. Un meme famoso è il "Creeper, aww man!" di Minecraft, che ha attraversato i confini del gioco per diventare un fenomeno su piattaforme come YouTube e Reddit.

L’utilizzo dei meme, quindi, rafforza il senso di appartenenza, poiché richiede una comprensione condivisa dei riferimenti culturali che sono implicati in una certa immagine o video.

Non solo: pubblicare un meme che commenta ironicamente un evento di attualità è un modo per dire "sono al passo con i tempi" o "anche io la penso così".

Perché i meme hanno tanto successo: il potere dell'umorismo

L’umorismo è una componente essenziale dei meme. Sociologicamente, esso funziona come un mezzo per elaborare conflitti sociali e affrontare ansie collettive. Per esempio, secondo Zappavigna  i meme hanno svolto un’importante funzione catartica durante la pandemia da COVID-19, consentendo alle persone di esorcizzare la paura attraverso la risata.

I meme umoristici offrono anche un’opportunità per sovvertire le gerarchie di potere. Secondo il sociologo Bakhtin, l’umorismo e la parodia permettono ai gruppi subalterni di esprimere dissenso creando una sorta di spazio di resistenza culturale. Ed è infatti a questo proposito che il politologo John Hartley osserva che i meme rappresentano una forma di “potere popolare”, in cui la creatività collettiva sfida le narrative dominanti, offrendo una particolare voce ai gruppi marginalizzati.

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