0 risultati
video suggerito
video suggerito
2 Agosto 2024
19:30

Perché le discussioni sui social diventano aggressive: l’impatto dell’anonimato sul comportamento

I social media facilitano lo scambio di idee, ma spesso degenerano in aggressività. Le principali cause di questo comportamento sono l'anonimato, che riduce il senso di responsabilità e favorisce la disinibizione online, e la deindividuazione, che porta a comportamenti estremi quando si è parte di un gruppo.

44 condivisioni
Perché le discussioni sui social diventano aggressive: l’impatto dell’anonimato sul comportamento
Arrabbiarsi social

I social media oggi possono essere un luogo di grande scambio di idee, condivisione di opinioni ed espansione del nostro network di conoscenze oltre i limiti spaziali. Tuttavia, più spesso del solito, le discussioni (spesso nei commenti) degenerano in conversazioni aggressive e violente, che vanno dall'aggredire allo screditare, dall'offendere all' infamare e umiliare. Ma perché succede? L'anonimato, insieme a fenomeni psicologici come la disinibizione online e la deindividuazione, gioca un ruolo chiave nell'incoraggiare comportamenti impulsivi e aggressivi. Inoltre, la mancanza di conseguenze immediate e l'effetto della "bolla di filtraggio" contribuiscono ad alimentare questo problema.

Essere anonimi riduce le inibizioni

L'anonimato sui social media consente agli utenti di nascondere la propria identità reale dietro pseudonimi o profili falsi. Questo crea un senso di protezione, una barriera tra il reale e il virtuale che porta gli individui a esprimersi in modi che non adotterebbero nella vita reale. In psicologia, questo fenomeno è noto come "effetto di disinibizione online", descritto per la prima volta da John Suler nel 2004, e che nella vulgata comune si riflette in termini come "leoni da tastiera".

Secondo Suler, l'anonimato può portare a una riduzione delle inibizioni sociali proprio a causa di questa dissociazione tra reale e digitale che annulla il senso di responsabilità e la paura per la reazione degli altri, favorendo comportamenti impulsivi e talvolta aggressivi.

Come funzionano le dinamiche di gruppo social: la teoria della deindividuazione

Un’altra motivazione riguarda il comportamento del singolo all’interno di un gruppo o di una folla. Quando diventiamo parte di una massa si verifica un effetto di annullamento dell’individualità, ovvero la perdita della propria identità che ci induce a seguire il comportamento della massa. Questo porta ad una diminuzione del senso di responsabilità e a mettere in atto comportamenti più estremi proprio perché ci sentiamo legittimati dall’anonimato e dal gregge, che allo stesso tempo ci fa pensare che non subiremo nessun tipo di conseguenza.

Sui social media, l'anonimato e la percezione di essere parte di un gruppo possono favorire l'emergere di comportamenti aggressivi. In questo caso a spingere verso la mancata percezione di responsabilità è la sensazione di non essere individuabile all’interno di un gruppo numeroso, e di essere giustificato nel proprio comportamento in virtù del fatto che quest’ultimo appare come legittimo per il gruppo.

L'anonimato online riduce anche il rischio di conseguenze immediate. Nella vita reale, comportamenti aggressivi e offensivi possono portare a sanzioni sociali, come la disapprovazione degli altri o addirittura ripercussioni legali. Sui social media, invece, le conseguenze sono spesso minime o inesistenti, incoraggiando ulteriormente le persone a a lasciarsi andare a sfoghi aggressivi.

Arrabbiarsi social anonimato

L'effetto della "bolla di filtraggio"

Un altro fattore che contribuisce all'aggressività online è l'effetto della "bolla di filtraggio". Quando ci muoviamo nel web e nei social, lasciamo una traccia dei nostri interessi e di ciò che ci incuriosisce, dottoforma di dati. Gli algoritmi che decidono cosa troveremo nel nostro feed cercano quindi di mostrarci contenuti che sono in linea con le nostre opinioni, per trattenerci quanto più tempo possibile dentro alla piattaforma. Quando troviamo informazioni che confermano le nostre credenze, infatti, si attivano aree cerebrali profonde, come il nucleo accumbens che, rilasciando dopamina, ci dona un senso di piacere utile a rinforzare ulteriormente le nostre idee. Al contrario, una informazione che sconfessa le nostre convinzioni ci porta un senso di disagio, in conseguenza di una dissonanza cognitiva. Vien da sé che il meccanismo interno ai social tende a rafforzare le convinzioni personali e aumentare l'intolleranza verso opinioni diverse, portando a discussioni più polarizzate e aggressive.

Per mitigare l'aggressività sui social media, la moderazione dei contenuti è essenziale. Le piattaforme social hanno implementato politiche di moderazione per rimuovere contenuti offensivi e comportamenti aggressivi. Tuttavia, la moderazione è un’operazione davvero complessa, poiché deve mettere sulla bilancia la politica del rispetto tra i commenti con la libertà di espressione.

Arrabbiarsi social anonimato social

Neuroscienze e aggressività online

Studi neuroscientifici hanno evidenziato che l'anonimato online può influire sui circuiti neurali responsabili del controllo dell'aggressività. La ricerca ha mostrato che l'anonimato può modulare l'attività dell'amigdala, una regione profonda del cervello coinvolta nelle emozioni e nell'aggressività. In condizioni di anonimato, l'amigdala tende ad essere più attiva, riducendo il controllo che normalmente esercita su di essa la corteccia prefrontale, responsabile della regolazione delle emozioni e del comportamento sociale​​. Inoltre, la riduzione delle inibizioni sociali associata all'anonimato può portare a una maggiore reattività emotiva e a comportamenti impulsivi, come mostrato da studi di neuroimaging funzionale.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views