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8 Luglio 2025
6:00

Più della metà degli italiani prova a ridurre il sale, ma quanti ci riescono davvero?

La maggior parte degli italiani cerca di ridurre il consumo giornaliero di sale, indicato dall'OMS come 5 grammi al giorno. Il consumo, nonostante le migliorie, rimane tutt'ora troppo alto: 9,3 g negli uomini e 7,2 g nelle donne. Vediamo perché ridurre il consumo di sale è fondamentale per la nostra salute.

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Più della metà degli italiani prova a ridurre il sale, ma quanti ci riescono davvero?
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Oltre la metà degli italiani presta attenzione a quanto sale consuma, ma nonostante a tavola lo abbiamo ridotto, sia nella preparazione dei pasti che nel consumo di cibi conservati, ne assumiamo ancora troppo: i dati più recenti mostrano che solo il 10% degli uomini e il 24% delle donne ha già raggiunto un adeguato consumo di sale, pari secondo l’OMS a non più 5 grammi al giorno.

Questa differenza evidenzia l'importanza del confronto tra percezioni e dati oggettivi per aumentare la consapevolezza sull'impatto del sale sulla salute.

Consumo di sale: cosa ci dicono le linee guida

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consiglia di non superare i 5 grammi di sale al giorno, pari a circa un cucchiaino.

Tuttavia, i dati riportati nel rapporto WHO global report on sodium intake reduction ci dicono che a livello mondiale il consumo giornaliero di sale nella popolazione adulta è in media di 10,8 grammi: più del doppio. Per tale motivo, dei 194 Stati membri dell’OMS, il 79% (cioè 154 Stati) si è impegnato ad attuare politiche volte a incentivare la riduzione dell’apporto giornaliero di sodio.

Nonostante questo, tutti gli Stati membri sono ancora lontani dal raggiungere l’obiettivo globale di ridurre del 30% l'assunzione di sodio entro il 2025, uno dei nove punti strategici del Piano d’azione globale 2013-2020 dell’OMS per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili.

Ed il nostro Paese non fa eccezione: le statistiche ufficiali ci dicono che il consumo di sale anche in Italia rimane superiore a questa soglia.

Quanto sale consumiamo in Italia?

I dati preliminari su 12 Regioni dell’indagine 2023-2024 del Progetto Cuore, un’iniziativa dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che monitora i fattori di rischio cardiovascolare in Italia, ci dicono che meno di un quarto della popolazione adulta ha un consumo di sale inferiore alla soglia raccomandata dall'OMS di 5 grammi giornalieri. Analizzando più nel dettaglio i dati, emergono inoltre significative differenze di genere: il 24% delle donne riescono a rispettare questa soglia contro solo il 10% degli uomini.

Complessivamente, l’assunzione media giornaliera di sale in Italia risulta rispettivamente di 9,3 g negli uomini e 7,2 g nelle donne. Questi valori sono inferiori di circa il 12% rispetto al periodo 2008-2012 ma sostanzialmente stabili rispetto alla precedente rilevazione effettuata nel binomio 2018-2019.

La riduzione del consumo di sale nella popolazione adulta è monitorato dall’ISS anche mediante il sistema di sorveglianza PASSI, che ha il compito di indagare lo stile di vista ed i fattori di rischio per la salute. I dati più recenti, riferiti al biennio 2022-2023, ci confermano che oltre la metà degli italiani (56%) ha cercato di ridurre l’uso di sale, sia a tavola che durante la preparazione dei pasti. Questa tendenza è in crescita, ad indicare un aumento della consapevolezza sull'impatto del sale sulla salute ma anche una disomogeneità tra la popolazione.

L'attenzione verso questa tematica aumenta con l'aumentare dell'età: la quota di giovani tra i 18 ed i 34 anni che limita il consumo di sale raggiunge solo il 43%, mentre tra i 50 e i 69 anni raggiunge il 64%. Dai dati emerge che anche il livello di istruzione ha un impatto sulle abitudini: chi ha un titolo di studi più elevato mostra infatti una maggiore attenzione all’uso del sale. Inoltre, emergono anche differenze geografiche con il Sud Italia che presenta una percentuale di popolazione attenta (51%) inferiore a quella di chi risiede nel Nord Italia.

Perché è importante ridurre il sale?

Quando pensiamo alla riduzione di sale, dobbiamo ricordarci che anche se la principale fonte di sodio è il sale da tavola (cloruro di sodio), lo troviamo anche in molti alimenti e condimenti già pronti, ad esempio sotto forma di glutammato di sodio.

La riduzione dell’assunzione di sodio prevede quindi una consapevolezza che va oltre il semplice ridurre il sale che va nella pasta o che usiamo per condire l'insalata. Essere attenti al consumo di sale svolge però un ruolo chiave nella prevenzione delle malattie. L’OMS ha infatti stimato che l’eccessivo introito alimentare di sale causi a livello mondiale circa 1,89 milioni di morti ogni anno solo per malattie cardiovascolari legate ad un incremento della pressione sanguigna ed a una maggiore probabilità di andare incontro ad eventi fatali come infarto e ictus.

Inoltre, gli studi più recenti stanno dimostrando sempre più un’associazione statisticamente significativa con l'aumento del rischio anche per altre condizioni patologiche come il cancro gastrico, l'obesità, l'osteoporosi e le malattie renali.

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