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11 Maggio 2023
15:30

Plastic rocks, cosa sono e da cosa sono formate le rocce di plastica

Un'agghiacciante scoperta rivela che i rifiuti plastici trasportati dal mare sulle spiagge sembrerebbero dare vita alle cosiddette "rocce di plastica".

A cura di Martina Miele
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Plastic rocks, cosa sono e da cosa sono formate le rocce di plastica
plastic rocks
Credit: Hcirllej

Una recente scoperta ha evidenziato come l'inquinamento degli oceani dovuto ai rifiuti plastici potrebbe alterare non solo l'ecosistema marino, ma interferire anche nei meccanismi di sedimentazione creando a tutti gli effetti delle rocce di plastica Plastic Rocks. Ma come si formano?  E dove sono state osservate nel mondo?

Cosa sono le rocce di plastica

Con il termine plastic rocks (rocce di plastica) indichiamo delle recenti formazioni rocciose composte da materiale plastico. I rifiuti di plastica presenti nei mari e negli oceani infatti, oltre ad alterare gravemente l'ecosistema marino, vengono trasportati dalle correnti sulla terra ferma.

Credit: Aaikevanoord, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons
Credit: Aaikevanoord, CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons

Non trattandosi di materiale biodegradabile, la plastica si deposita sulle spiagge dove rimane intatta ed indisturbata per moltissimi anni. L'azione del calore favorisce la fusione della plastica e di conseguenza si combina con il materiale naturale di cui è composto il suolo su cui è stata depositata. Le rocce naturali e quelle plastiche si formano seguendo gli stessi principi geologici, ci possiamo quindi aspettare delle caratteristiche confrontabili. Fino ad oggi sono state infatti classificate tre tipi di plastic rocks che hanno rispettivamente caratteristiche simili alle rocce magmatiche, sedimentarie e clastiche (sedimentarie composte da frammenti di dimensioni variabili)

Il ritrovamento in Italia

Le prime scoperte di queste rocce sintetiche risalgono al 2014 e pensate che tra i primi luoghi di scoperta troviamo anche l'Italia, più nello specifico in corrispondenza dell'isola del Giglio. Come detto in precedenza, queste hanno caratteristiche simili alle rocce clastiche – ossia sono composti da frammenti di rocce (e plastica) di diversi tipi e dimensioni che si accumulano grazie all'azione di agenti esterni come vento, ghiaccio o correnti marine.

Lo studio effettuato nell'isola del Giglio in realtà ha evidenziato anche un ulteriore categoria di plastic rocks: i plasticrust. Si tratta di patine di materiale plastico che si incrostano sulle rocce a causa dell'urto dei rifiuti plastici, trasportati dalle onde, sulle scogliere. Grazie all'analisi spettroscopica di questi frammenti rocciosi è stato osservato che queste rocce erano composte principalmente da polietilene (PE), una tra le materie plastiche più comuni.

plastic rock giglio
Campione di plastic rock osservato all’Isola del Giglio. Credit: Hcirllej

La scoperta a Trinidade

L'ultimo ritrovamento delle rocce plastiche è avvenuto nel 2019, quando una geologa ricercatrice Fernanda Avelar Santos, durante il suo dottorato di ricerca (che era incentrato su una materia completamente differente) è incappata in una bizzarra roccia con sfumature verdi-azzurre. La successiva analisi di laboratorio ha confermato la presenza di rifiuti plastici all'interno del materiale roccioso. In questo caso trattasi di plastiglomerates (le corrispondenti delle rocce sedimentarie), formate da detriti rocciosi tenuti insieme dalla plastica fusa. In questo caso, i rifiuti plastici sono stati catalogati come residui di reti da pesca professionali. Perché questa scoperta è così grave?

La risposta sta nel fatto che questo ritrovamento è avvenuto nell'isola Trinidade, una remota isola brasiliana situata nel bel mezzo dell'Oceano Atlantico Meridionale. L'isola è distante tre-quattro giorni di navigazione dalle coste brasiliane è popolata esclusivamente da membri della marina militare ed inoltre è sempre stata considerata un paradiso terrestre, nonché riserva naturale della Green Turtle, una specie di tartaruga in via di estinzione.

trinidade plastic rocks

Questa scoperta, quindi, risulta essere la dimostrazione di come l'inquinamento acquatico, dovuto alla plastica, non riguarda solamente i mari che circondano le coste abitate e i Paesi industrializzati. La plastica riesce a sopravvivere ed arrivare anche laddove l'habitat viene protetto e salvaguardato dalla mano dell'uomo.

In un futuro (non troppo) lontano, l'umanità riuscirà a sensibilizzarsi e a liberarsi dalla plastica; tuttavia l'impronta dell'era consumistica e sconsiderata rimarrà impressa nella storia nello stesso modo in cui la plastica rimane impressa nella roccia.

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