0 risultati
video suggerito
video suggerito
14 Ottobre 2025
9:29

Polinesiani e nativi americani in contatto già prima di Colombo: la prova arriva dalla patata dolce

Alcuni studi genetici, botanici e linguistici indicano che attorno al 1200 d.C. navigatori polinesiani raggiunsero le coste sudamericane. Importarono la patata dolce, lasciando tracce genetiche, frutto di contatti sporadici più che di migrazioni di massa.

27 condivisioni
Polinesiani e nativi americani in contatto già prima di Colombo: la prova arriva dalla patata dolce
Immagine
La Hokule’a, replica moderna delle zattere con cui i Polinesiani compirono la loro colonizzazione del Pacifico tra il 700 e il 1200 d. C. Credit: By HongKongHuey – originally posted to Flickr as Princess Taiping Sails with the Hokule’a in Hawaii, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Sebbene il dibattito fra gli studiosi sia ancora in corso, alcuni indizi di natura geneticabotanica e linguistica sembrano suggerire che attorno al 1200 d. C., alcuni gruppi di Polinesiani siano giunti sulle coste pacifiche dell'America meridionale, dando origine a comunità miste di breve durata, e portando con sé specie vegetali. Negli ultimi anni, sempre più elementi sembra stiano confermando che prima della scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo nel 1492, ma dopo i Norreni attorno all'anno 1000, a visitare questo continente furono le popolazioni di navigatori dell'Oceano Pacifico.

Chi erano i Polinesiani

Con il termine "Polinesiani" si intendono quei popoli nativi dei numerosi arcipelaghi dell'Oceano Pacifico (il cosiddetto "Triangolo Polinesiano" che comprende le isole fra la Nuova Zelanda, le Hawaii e l'Isola di Pasqua) e che parlano le lingue appartenenti alla famiglia polinesiana. Essi discendono dalle popolazioni austronesiane, un gruppo di popoli che ebbe origine nel sud della Cina oppure a Taiwan, e che si diffuse in tutto il Pacifico occidentale e nell'Oceano Indiano tra il 3000 e il 1000 a. C.

Immagine
Diffusione attuale delle lingue austronesiane, di cui le lingue polinesiane sono una suddivisione. Credit: Di Christophe cagé – Opera propria, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

In un lunghissimo periodo di tempo che va circa dal 1500 a. C. al 1200 d. C., questi popoli di abilissimi navigatori colonizzarono una dopo l'altra le isole del Pacifico, a bordo di imbarcazioni semplici ma sofisticate, viaggiando grazie a una profonda conoscenza delle correnti marine e delle stelle.

Immagine
Una "Stick chart" della popolazione austronesiane delle Isole Marshall, custodita al museo di Brema, in Germania. Ogni bastoncino rappresenta una corrente, ed erano usate dagli antichi navigatori del Pacifico per orientarsi nell’oceano. Credit: By Sterilgutassistentin – This image has been extracted from another file, GPL, via Wikimedia Commons

Già di per sé, la loro colonizzazione li qualificherebbe come i navigatori più abili della storia, in grado di navigare fra isole distanti fra loro migliaia di km. Oggi i popoli polinesiani più noti sono i Maori della Nuova Zelanda, i Tahitiani in Polinesia francese e gli Hawaiani negli Stati Uniti.

Fino a pochi anni fa si riteneva che il punto più orientale mai raggiunto dalla colonizzazione polinesiana nel Pacifico fosse l'Isola di Pasqua, uno dei luoghi più remoti al mondo, oggi appartenente al Cile, dove i Polinesiani, probabilmente provenienti dalle Isole Pitcairn (oggi parte Regno Unito) a più di 2000 km di distanza, giunsero tra il 1000 e il 1200 d. C. L'isola di Pasqua dista circa 3000 km dalle coste del Cile, e alcuni elementi sembrano suggerire che alcuni gruppi polinesiani siano giunti sulle coste dell'America meridionale proprio partendo da qui, tra il XII e il XIII secolo. Si tratta di circa due secoli dopo l'arrivo dei Norreni in Canada e tre secoli prima l'arrivo di Colombo nei Caraibi.

Immagine
I Moai dell’Isola di Pasqua. Credit: By Ian Sewell – IanAndWendy.com Photo gallery from Easter Island, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1193567

Le prove dello sbarco in America: la patata dolce e la curcuma

Quando i colonizzatori britannici e francesi iniziarono a insediarsi nelle isole della Polinesia nel corso del XVIII e del XIX secolo, scoprirono che le popolazioni native conoscevano e coltivavano la patata dolce (Ipomea batatas), pianta originaria delle Americhe. Studi genetici su queste piante coltivate nelle isole polinesiane hanno dimostrato che ne esistono due differenti specie: una introdotta dagli Europei in tempi recenti, e una molto più antica, la cui presenza è attestata alle Isole Cook (territorio della Nuova Zelanda) almeno a partire dal 1000 d. C.

Immagine
Patate dolci. Credit: Di Llez – Opera propria, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Sebbene non si possa escludere che alcuni semi di patata dolce siano stati trasportati attraverso il Pacifico dalle correnti marine, è più probabile che la coltivazione di questa pianta da parte dei Polinesiani già prima dell'arrivo degli Europei sia dovuta a una sua importazione dall'America meridionale verso le isole della Polinesia.  Anche il dato linguistico sembrerebbe suggerire ciò: in rapanui, la lingua polinesiana dell’Isola di Pasqua, patata dolce si dice “kumara”, mentre in maori, la lingua nativa della Nuova Zelanda, si dice “kūmara”. Questo fa pensare che l’origine del termine sia una forma protopolinesiana ricostruita, kumala, diffusa molto presto tra i popoli polinesiani, prima che le loro lingue si differenziassero (anche perché la Nuova Zelanda e l’Isola di Pasqua si trovano ai due estremi della Polinesia). È interessante notare come questa stabilità linguistica sia insolita nei prestiti, cioè nelle parole prese da altre lingue. In alcuni dialetti del quechua, la lingua nativa del Perù, la patata dolce viene chiamata “comal”, “k'umar” o “k'umara”

Immagine
Curcuma longa. Credit: Di Franz Eugen Köhler, Köhler’s Medizinal–Pflanzen – List of Koehler Images, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=255541

Se i Polinesiani importarono la patata dolce dalle Americhe, sembrerebbe anche che abbiano lasciato loro una specie vegetale di origine asiatica. Durante la loro colonizzazione del Pacifico, gli Austronesiani e i loro discendenti Polinesiani diffusero la coltura della curcuma (Curcuma longa), originaria dell'Asia sudorientale. Questa pianta era coltivata e usata dalla tribù degli Amahuaca, originaria di una zona dell'Amazzonia oggi al confine fra Brasile e Perù e sconosciuta fino al XVIII secolo.

Gli studi genetici a sostegno della colonizzazione polinesiana

Uno studio genetico del 2020 si è concentrato sul DNA di alcuni abitanti di delle isole oggi appartenenti alla Polinesia francese. Il risultato ha dimostrato che queste popolazioni moderne hanno un certo livello di affinità genetico con una tribù nativa americana della costa pacifica dell'attuale Colombia. Ciò suggerirebbe un contatto e un interscambio genetico tra le due popolazioni databile tra il XII e il XIV secolo, implicando che alcuni gruppi polinesiani giunti nelle Americhe, abbiano avuto dei figli di discendenza mista, che successivamente sarebbero tornati verso le isole del Pacifico. Anche alcuni gruppi nativi dell'America meridionale, perfino in Amazzonia, hanno una parte del proprio patrimonio genetico di origine polinesiana. Oltre a questo dato molto interessante, un altro studio genetico sulla popolazione nativa dell'Isola di Pasqua vedrebbe una media del 10% di DNA nativo americano.

Immagine
La prima rappresentazione europea dei Maori della Nuova Zelanda, dal giornale di bordo dell’esploratore olandese Abel Tasman, 1642. Credit: By Isaack Gilsemans – nl:Nationaal Archief [1], Public Domain, via Wikimedia Commons

Gli studiosi che si occupano dell'argomento tendono a identificare la comunità polinesiana dell'Isola di Pasqua, famosa per la costruzione dei noti Moai, come una comunità mista, che era caratterizzata probabilmente da alcuni elementi provenienti dalle Americhe. Sebbene non si possa escludere a priori che dei nativi americani si siano stanziati sull'Isola di Pasqua, mescolandosi con i Polinesiani, sembra più probabile e verosimile che il DNA americano presente fra gli abitanti dell'isola sia stato introdotto da parte di comunità miste di ritorno dalle coste dell'America meridionale dopo poche generazioni.

Nonostante probabilmente ci furono dunque contatti tra i popoli dell'America meridionale e i Polinesiani, questi non furono mai delle migrazioni massive, ma piuttosto dei contatti sporadici, frutto della grande espansione di questi abilissimi navigatori, che nel corso di secoli riuscirono a mettere piede su praticamente tutte le terre emerse dell'oceano più grande del mondo.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views