
Teatro, scena, dramma, tragedia, commedia, coro, dialogo: tutte queste parole sono di origine greca. Non deve stupire, perciò, che il teatro occidentale nasca nell'antica Grecia. La tradizione attribuisce le prime forme di teatro al tragediografo Tespi, giunto ad Atene dall'isola di Icaria verso la metà del VI secolo a.C. Attraverso i secoli, dalla Grecia e Roma fino al Rinascimento e ai giorni nostri, il teatro ha vissuto evoluzioni stilistiche e culturali, toccando tematiche religiose e sociali. Dall’epoca classica fino al teatro contemporaneo, figure come Euripide, Sofocle, Shakespeare, Molière, Goldoni e Brecht hanno lasciato un segno indelebile. Anche dopo l'avvento di cinema e televisione il teatro rimane una forma d'arte viva e in continua trasformazione, con tradizioni che si estendono in tutto il mondo, dall’Europa all’Asia e all’Africa.
Il teatro greco
Come facciamo a conoscere l'ambiente teatrale dell'Antica Grecia? Sappiamo prima di tutto che ad Atene c'era l'usanza di organizzare regolarmente delle grandi celebrazioni, l'equivalente moderno dei festival, in cui i maggiori autori teatrali dell'epoca gareggiavano per conquistarsi il favore del pubblico e dei potenti. Queste rappresentazioni, che avevano scopo educativo sociale e personale, potevano essere tragedie – considerate la forma d'arte più elevata -, che erano ispirate a miti e racconti eroici, o commedie, che spesso fungevano da intermezzo più leggero e prendevano di mira la politica del tempo. Grazie a grandi nomi della letteratura – come Eschilo, Sofocle ed Euripide per le tragedie, Aristofane e Menandro per le commedie – il teatro divenne una amatissima forma di intrattenimento e di istruzione.

Il teatro romano
Il teatro era una forma d'arte molto apprezzata anche nell'Antica Roma, con grandi autori come Livio Andronico, Gneo Nevio, Plauto e Terenzio per la commedia e Seneca per la tragedia. Oltre ai generi teatrali di importazione greca, la palliata (commedia) e la cothurnata (tragedia), così chiamate per gli indumenti che venivano indossati dai personaggi in scena, si svilupparono generi di ambientazione romana, la commedia togata (o trabeata), la tragedia praetexta, e altri generi comici più popolari, come l'atellana e il mimo.

Il teatro nel Medioevo
Con il diffondersi del cristianesimo il teatro divenne poco gradito in molti Paesi, tranne nel caso della Sacra Rappresentazione, costituita da drammi religiosi con cui i fedeli, spesso analfabeti, apprendevano gli episodi principali delle Sacre scritture. Per questo genere di opere divenne famosa, tra gli altri, la monaca tedesca Roswitha di Gandersheim, che nel X secolo fece rinascere il dramma in Germania. Raccogliendo l'eredità del mimo e dell'atellana, emersero anche in questo periodo i giullari, che intrattenevano il pubblico con canti e acrobazie, ma con dure condanne dalla Chiesa.
Il teatro nel Rinascimento
Durante il Rinascimento vi fu una generale rinascita delle arti e così anche del teatro in molti Paesi europei, come l'Italia, la Spagna, la Francia e l'Inghilterra. Dai temi religiosi o popolari si tornò alla "commedia all'antica", cioè di ispirazione classica greco-latina: centro di grande importanza in questo senso fu Ferrara, grazie all'interessamento del duca Ercole I d'Este che nella seconda metà del Quattrocento fece introdurre a corte gli adattamenti delle commedie di Plauto e Terenzio.
Emersero nuovi drammi originali – spesso arricchiti da intermezzi musicali, e molti di gusto erudito – da recitare nei nuovi teatri in legno, prima temporanei e poi stabili. Questo è vero soprattutto grazie all'emergere di grandi commediografi e tragediografi italiani: per citarne solo alcuni, ci sono Niccolò Machiavelli, Bernardo Dovizi da Bibbiena, Pietro Aretino, Matteo Maria Boiardo, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso e Giovan Battista Guarini. In Italia iniziano a recitare in questo periodo anche le attrici, a fianco degli attori: ci sarebbero voluti secoli per ottenere lo stesso risultato in Paesi come l'Inghilterra (che le introdusse dal Seicento).

Il teatro del Seicento, Settecento e Ottocento
Il Seicento fu un secolo molto importante per il teatro, e in tutta Europa. Vediamo dove:
- In Francia nacque e si consolidò il teatro classico basato sul rispetto delle tre unità aristoteliche (cioè di soggetto, tempo e luogo), e si aprì il cosiddetto "secolo d'oro". Il gusto francese di questo periodo si basa molto sull'opera drammatica di Pierre Corneille e poi Molière (pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin) e Jean Racine : le loro opere spaziano dalla commedia, frutto di un'acuta rappresentazione della natura umana, alla tragedia tormentata.
- In Inghilterra emerge, nella cornice del teatro elisabettiano, uno degli autori più noti della storia della letteratura, William Shakespeare, la cui opera poetica e drammaturgica costituisce un riferimento spesso imprescindibile ancora oggi.
- In Spagna fa lezione la grande produzione del maestro Lope de Vega, con Tirso de Molina e Pedro Calderón de la Barca, tra realtà, sogno e nella finzione.
- In Italia emerge il teatro dei professionisti e delle maschere: è la nascita della Commedia dell'arte, che ebbe grande influenza sul resto d'Europa.
Più teorico il Settecento, con i fondamentali studi di Denis Diderot; nel frattempo in Inghilterra, Francia e Germania arrivano innovazioni tecniche e ispirazioni illuministe, mentre in Italia c'è un'ondata di autori detti pre-goldoniani. Poi, dopo l'emergere di figure come Pietro Metastasio, autore di intensi melodrammi, abbiamo il celebre commediografo Carlo Goldoni, un riformatore e uno sperimentatore che realizzò grandiose commedie di carattere, ma anche drammi borghese e popolari, dando spazio alla caratterizzazione della società (soprattutto veneziana) del tempo.
Nell'Ottocento raggiunge l'apice il dramma romantico: gli ideali romantici sono esaltati nelle opere dei tedeschi Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich Schiller, dagli italiani Alessandro Manzoni e Silvio Pellico. Nella seconda metà del secolo emergono nel Regno Unito anche il society drama, con Oscar Wilde, e il dramma impegnato di George Bernard Shaw. In concomitanza con l'avanzare del naturalismo e del verismo, poi, le grandi tragedie cedono il posto al dramma borghese, tra temi domestici e abile uso di espedienti drammatici: impareggiabile fu Victor Hugo in Francia, mentre in Italia c'è Giovanni Verga.
Il teatro contemporaneo
Nel Novecento il teatro rivolge una maggiore attenzione all'azione fisica e al gesto con il teorico Konstantin Sergeevič Stanislavskij. All'inizio del secolo c'è anche una maggiore attenzione alle figure dell'attore e del regista. Con l'emergere delle avanguardie storiche (come Futurismo, Dadaismo e Surrealismo), nacquero nuove forme di teatro sperimentale in tutta Europa: esempi sono il teatro della crudeltà di Antonin Artaud (ripreso poi da Jean Genet), la drammaturgia epica di Bertolt Brecht e, nella seconda metà del secolo, il teatro dell'assurdo di Samuel Beckett e Eugène Ionesco. Si distinguono anche i drammaturghi scandinavi August Strindberg e Henrik Ibsen, e poi gli autori bolscevichi come Vladimir Majakovskij, e ancora Frank Wedekind e Alfred Jarry.
Nella Spagna del primo dopoguerra spicca la figura di Federico García Lorca, mentre il teatro italiano fu dominato per molti anni dalle commedie di Luigi Pirandello, con drammi psicologici basati sull'interpretazione introspettiva dei personaggi. Nel secondo dopoguerra si assiste poi a uno "svecchiamento" del repertorio tradizionale, grazie al lavoro di drammaturghi come Eduardo De Filippo, Dario Fo e Franca Rame e al lavoro di grandi registi come Giorgio Strehler e Luchino Visconti.
Il teatro fuori dall'Europa
Dobbiamo ricordare infine che anche nel resto del mondo c'è una viva tradizione di teatro diversa da quella europea e italiana: le prime cerimonie pubbliche con arti performative nell‘Antico Egitto sono risalenti al 2600 a.C. Sempre in Africa, c'è un grande panorama di tradizioni teatrali tradizionali caratterizzate dalla rilevanza dell'oralità, dei riti, dei miti, delle danze, e della musicalità.
Il panorama dell'Asia meridionale ha il suo centro in India, anche grazie a testi come il Natya Sastra, scritto tra il 200 a.C. e il 200 d.C., e autori come Bhāsa (IV secolo) e Kālidāsa (V secolo), con tradizioni rilevanti anche nell'area vietnamita-cambogiana.
Ricchissima poi la storia del teatro cinese e giapponese, caratterizzata dalla stilizzazione dei gesti e dei costumi teatrali e dalla integrazione di danza, musica, canto e recitazione.