
Nato dalla penna di Ian Fleming negli anni ’50, l’Agente 007, di nome James Bond, gode di enorme popolarità in tutto il mondo, grazie a romanzi e film. Bond è un personaggio immaginario, ma deriva da figure reali e, per alcune caratteristiche, è ispirato allo stesso Fleming, che era stato un agente segreto durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia il modo di agire di 007 è molto diverso da quello dei veri agenti dei servizi di intelligence, il cui lavoro è meno avventuroso di quello del loro “collega”. In qualche caso, le operazioni dei servizi possono assomigliare a quelle di Bond, ma il modo di operare dell’agente creato da Fleming è in genere del tutto irrealistico.
Chi è James Bond
Il personaggio di James Bond, conosciuto come Agente 007, è stato creato dallo scrittore inglese Ian Fleming nel 1953 ed è protagonista di numerosi romanzi, scritti sia da Fleming, sia da altri autori. L’agente è diventato popolare soprattutto grazie alle rappresentazioni cinematografiche, nelle quali è stato interpretato da diversi attori: da Sean Connery, che fu il primo 007 del grande schermo, fino a Daniel Craig, protagonista dei film più recenti.

Le caratteristiche dell'Agente Bond
Bond lavora per il Secret Intelligence Service (SIS), l’agenzia di spionaggio militare del Regno Unito, nota anche come MI6, e spesso è incaricato di missioni dalle quali dipende la sorte di milioni di uomini, se non dell’intero genere umano.
Sa usare pressoché ogni tipo di arma, in primis l’inseparabile pistola Walther PPK, ed è dotato di strumenti tecnologici fantascientifici. Nel corso delle missioni, incontra sempre donne di grande fascino, che spesso sono le amanti dei suoi nemici, e inevitabilmente le conquista e le trasforma in sue alleate. Uccide senza indugio i “cattivi”, anche perché non rischia conseguenze legali: è dotato di una apposita licenza di uccidere, rappresentata dai due zeri del codice 007. Per capire quanto ci sia di realistico nel personaggio, bisogna partire dal suo autore.

A chi si è ispirato Fleming per il suo Agente 007
Fleming conosceva bene il mondo dei servizi segreti perché era stato anch’egli un agente. Durante la Seconda guerra mondiale era stato reclutato nel Servizio informazioni della Marina e aveva spesso operato come ufficiale di collegamento con le altre agenzie di intelligence, compreso il SIS.
Per creare l’agente 007 e gli altri personaggi della saga, Fleming si è ispirato a figure reali incontrate quando prestava servizio. Alcune caratteristiche del protagonista, come il consumo abbondante di sigarette, riproducono abitudini dell’autore stesso. Anche il nome del personaggio è reale, ma non ha nulla a che vedere con lo spionaggio. Il vero James Bond era infatti un ornitologo americano, del quale Fleming possedeva un libro. 007, del resto, è una spia “altamente romanzata”, come ammise lo stesso Fleming nel 1962.

Le differenze tra 007 e un vero agente segreto
Gran parte delle caratteristiche di Bond sono nate dalla fantasia dell’autore. Anzitutto, nei romanzi e nei film compaiono scene assolutamente irrealistiche, fino ad arrivare a una in cui l’agente spara raggi laser da una navicella spaziale. Anche le caratteristiche meno “fantascientifiche” del personaggio, d'altro canto, trovano poco riscontro nel reale operato dei servizi di intelligence. Esaminiamo le principali differenze.
La licenza di uccidere
Anzitutto, la licenza di uccidere non esiste. Spesso le agenzie di intelligence di molti Paesi hanno eliminato fisicamente i loro nemici, con la copertura dei rispettivi governi, e in molti casi gli agenti sono autorizzati a compiere azioni che, ordinariamente, sarebbero illegali. Nel Regno Unito, una legge del 1994 garantisce copertura agli agenti che compiono azioni illegali all’estero nel corso di missioni autorizzate. Tuttavia né il SIS inglese né, per quanto si sa, le altre agenzie di intelligence conferiscono ai loro agenti una generica “licenza di uccidere” e tantomeno un codice, come il doppio zero, per identificarli.
Il rapporto con gli altri agenti
James Bond è un “cacciatore solitario”: porta avanti le proprie operazioni da solo o, al massimo, con il sostegno di persone incontrate nei luoghi nei quali è mandato in missione. La realtà è molto diversa: lo spionaggio e le operazioni segrete sono un lavoro di squadra, nel quale la cooperazione è fondamentale, anche perché, se un agente agisse senza tenere conto degli altri, metterebbe a rischio la sua vita e quella dei colleghi.
Il lavoro alla scrivania
Bond è sempre impegnato in missioni avventurose in giro per il mondo. Il lavoro degli agenti, al contrario, è anche un lavoro da scrivania: ricercare informazioni, studiare documenti, scrivere rapporti. Secondo alcune fonti, anche Vladimir Putin, che è stato un agente del KGB in Germania Est dal 1985 al 1990, si occupava soprattutto di raccogliere sui giornali le notizie che potevano essere di interesse per l’Unione Sovietica.
Armi e tecnologie
Bond non si separa mai dalla sua pistola, mentre gli agenti veri non necessariamente vanno in giro armati. Inoltre, è vero che i servizi di intelligence dispongono di tecnologie all’avanguardia, ma i fantascientifici strumenti usati da Bond, come l’automobile che si trasforma in aereo o la sigaretta che spara proiettili, non esistono.

Cambiamenti nel tempo
Il lavoro delle agenzie di intelligence è cambiato nel corso del tempo e di conseguenza, il confronto con 007 non è sempre possibile. Non si può paragonare, per esempio, il Bond delle origini con i servizi di oggi, che svolgono una parte significativa del loro lavoro attraverso la rete internet, al tempo non esistente.
Anche Bond non è stato sempre lo stesso. Nei libri e nei film più recenti molte caratteristiche sono immutate, ma gli strumenti a disposizione dell’agente e il contesto nel quale opera sono stati “aggiornati”. Ciò nonostante, il personaggio è molto distante dai veri agenti segreti.