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16 Aprile 2025
11:30

Quanto costa la rotta africana per i migranti: un viaggio di speranza e sfruttamento

Le rotte migratorie verso l'Europa generano miliardi di euro, alimentando il traffico di esseri umani e il controllo di organizzazioni criminali. La questione solleva dubbi etici su un sistema che alimenta sfruttamento e tragedie. Nonostante gli appelli, fin ora non sono state trovate soluzioni concrete.

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Quanto costa la rotta africana per i migranti: un viaggio di speranza e sfruttamento
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Migranti africani soccorsi nel Mediterraneo nel corso di una traversata. Credit: Irish Defence Forces

Come emerge da un rapporto redatto congiuntamente nel 2016 da Europol e Interpol, “l'industria dello sfruttamento dei flussi migratori” produce un fatturato di oltre 6 miliardi di euro l'anno ed impiega in pianta stabile oltre 40 000 addetti i quali guadagnano un salario medio annuale di 150 000 euro. Nel corso degli anni, il fenomeno delle migrazioni dirette verso il continente europeo ha dato origine a delle vere e proprie rotte ognuna caratterizzata da una sua specificità, tra di esse, quella che in più occasioni si è imposta all'attenzione della cronaca è senza dubbio la cosiddetta rotta africana che attraversa il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo e che ha permesso a degli spietati cartelli di trafficanti internazionali di accumulare autentiche fortune.

Le origini dei migranti

Le moderne rotte migratorie illegali risalgono alla fine della Guerra Fredda e all'alba della cosiddetta “Globalizzazione”, quando la nuova mobilità dei capitali, delle idee e del lavoro ha coinvolto anche le aree più povere del mondo. Nel caso europeo, al netto delle migrazioni intra continentali, i territori dai quali provengono la maggior parte degli immigrati “allogeni” sono gli Stati Subsahariani, quelli del Medio Oriente e i Paesi del Subcontinente Indiano. Riguardo al fenomeno migratorio africano è importante ricordare che la maggior parte dei migranti africani ha come destinazione altri paesi del Continente, solitamente vicini alle loro patrie. Coloro che decidono di prendere la via verso l'Europa devono attraversare prima l'immenso deserto del Sahara (“l'Oceano di Sabbia”) e poi il Mar Mediterraneo affrontando un viaggio che, nel migliore dei casi dura vari mesi ma che, a volte, si può trasformare in un girone infernale della durata di anni. Inoltre, nel corso di queste peripezie, i migranti diventano sovente vittime delle organizzazioni malavitose specializzate nella tratta degli esseri umani.

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Cartina che evidenzia i flussi migratori nel corso della "Crisi dei Migranti del 2015". La freccia in basso evidenzia la "rotta africana". Credit: Maximilian Dörrbecker

I signori del crimine e i loro affari

Le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti clandestini sono vere e proprie cosche internazionali, attive in tutta l'Africa e nel Mar Mediterraneo. Operano in collaborazione con membri corrotti delle burocrazie e delle forze di sicurezza dei paesi coinvolti nei flussi, come dimostra il caso della Libia. Nella gestione di questi flussi, i criminali hanno nel tempo stilato veri e propri tariffari che includono tutte le "voci di servizi" ai quali devono ricorrere i migranti stessi se vogliono arrivare vivi in Europa. Negli anni immediatamente antecedenti lo scoppio dell'epidemia del COVID-19, si stimava che il costo medio che ciascun migrante doveva sobbarcarsi fosse di circa 6 000 euro. Illuminante al fine di ricostruire la ripartizione dei costi fu il ritrovamento di un foglio di block notes con riportate le numerose “voci del tariffario”: il servizio per l'attraversamento del Sahara; la fornitura di documenti falsi; il vettovagliamento per la traversata del Mar Mediterraneo (appena 2 bottigliette d'acqua e una scatola di sardine); un posto a bordo dell'imbarcazione selezionata per la traversata, tenendo conto che una sistemazione sul ponte di coperta è preferibile perché in caso di naufragio le possibilità di salvarsi sono maggiori; l'eventuale giubbotto di salvataggio e persino il catetere che le donne nel periodo mestruale devono utilizzare per “espellere i loro liquidi fuori bordo”. I bambini hanno poi un tariffario a loro dedicato attorno ai 1 500 euro, contro i 700-800 degli adulti per via del rischio maggiore che costituiscono per i trafficanti nel caso venissero acciuffati.

Tuttavia risulta chiaro che questa non sia l'unica fonte di reddito sul quale possono contare questi malavitosi dato che un quarto dei 220 trafficanti arrestati nel corso del 2015 era attivo anche nel traffico di droga e un altro quarto operava pure in quello dello sfruttamento della prostituzione.

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Migranti a bordo di una nave militare diretta al porto di Catania. Credit: Marinha do Brasil

Un “silenzio assordante”

Imperversa un generale senso di assuefazione che pare abbia contagiato l'opinione pubblica. Persino il progetto “The Migrants Files”, nato per monitorare il fenomeno dello sfruttamento dei migranti e vincitore del “Data Journalism Award” nel 2014 e del “European Press Prize” nel 2015, ha dovuto chiudere i battenti nel 2016 per mancanza di fondi. Papa Francesco si è spesso pronunciato sull'argomento, in particolare in occasione di drammatici naufragi di “carrette del mare” che hanno causato decine o addirittura centinaia di vittime ma senza alcun risultato tangibile da parte della classe politica. La questione migratoria solleva non solo temi di giustizia e diritti, ma anche il costo umano ed economico di un sistema che alimenta sfruttamento e tragedie.

Fonti
The Migrants Files Corriere della Sera Ministero dell'Interno
Sfondo autopromo
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