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31 Ottobre 2025
10:10

Rio de Janeiro, guerriglia per la maxi operazione anti-narcos: le cause dell’alta criminalità in Brasile

Il 29 ottobre scorso a Rio de Janeiro 2500 agenti di polizia hanno condotto uno dei più grandi raid antidroga della storia del Paese, che ha causato 138 morti, tra cui 4 poliziotti. Lo scenario è stato definito di guerra, con uso di droni bomba e raffiche di 200 proiettili al minuto. Vediamo cosa è accaduto e le cause del blitz.

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Rio de Janeiro, guerriglia per la maxi operazione anti-narcos: le cause dell’alta criminalità in Brasile
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Operação Contenção (Operazione Contenimento) è il nome di quella che è stata definita l’operazione anti narcos più grande e sanguinosa della storia del Brasile: il 29 ottobre scorso 2.500 agenti delle forze speciali di polizia, con 32 veicoli blindati e 12 veicoli di demolizione, hanno bloccato gli accessi alle favelas dei quartieri Alemão e Penha di Rio de Janeiro per un’operazione contro il Comando Vermelho, il secondo gruppo criminale più grande del Brasile.

Il bilancio è stato di 138 morti tra cui 4 poliziotti, con uso di droni bomba, raffiche di 200 proiettili al minuto e cadaveri ritrovati con colpi di pistola alla nuca. La violenza utilizzata, e denunciata da molti abitanti delle aree coinvolte, è stata paragonata a quella di uno scenario di guerra, ricevendo dure critiche da parte dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e da altre organizzazioni internazionali come Human Rights Watch.

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Operazione di polizia nel quartiere di Alemão, Rio de Janeiro, nel 2010. Fonte: Agência Brasil via Wikimedia Commons

Maxi-operazione anti narcos a Rio de Janeiro

Il raid è stato realizzato in un’area densamente popolata – circa 280.000 persone – e ha portato all’arresto di 81 persone, al sequestro di 90 armi – compresi i fucili da guerra – e alla confisca di 200 chili di droga.  L’obiettivo era appunto quello di contenere e contrastare l’espansione del Comando Vermelho, gruppo criminale di più di 30.000 membri dedito al traffico di armi e di droga, che da più di un anno sta aumentando la sua presenza a Rio de Janeiro, diventando il secondo più potente del Brasile dopo il Primo Comando della Capitale (PCC), di San Paolo. In seguito all'operazione il Comando Vermelho ha sequestrato circa 70 autobus per bloccare le strade nel nord e sud-est di Rio de Janeiro, utilizzandoli come barricate e paralizzando parte della città. Scuole, università e servizi sanitari sono stati sospesi, con gravi disagi per la popolazione.

L’operazione Contenimento ha scatenato anche dure polemiche contro il governatore di Rio de Janeiro Claudio Castro, membro del Partito Liberale (PL) di cui fa parte anche l’ex-presidente del Brasile Jair Bolsonaro. La violenza utilizzata nell'operazione è stata motivata dal governatore di Rio de Janeiro per l’assenza di sostegno da parte del governo federale di Ignacio Lula da Silva, che avrebbe negato, secondo Castro, risorse da parte del Ministero della Difesa. Il ministro della giustizia Ricardo Lewandowski ha negato queste dichiarazioni, ricordando che la Costituzione brasiliana assegna ai singoli Stati la competenza dell’ordine pubblico. L’intervento delle forze di polizia federali può essere consentito solo con un decreto straordinario, che deve essere promulgato dal Presidente e ratificato dal Parlamento.
Il raid anti-narcos ha segnato uno spartiacque sia per l’elevato numero di morti e la violenza utilizzata, sia per l’uso di nuovi armamenti da parte dei narcos, come l’uso di droni per lanciare granate contro le squadre speciali, tramite l’azione di un detonatore meccanico o elettrico che consente di sganciare l’esplosivo mantenendo il drone in volo, così da permettergli di allontanarsi senza esporsi al rischio.

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Favelas di Alemão, Rio de Janeiro. Fonte: Wikimedia commons

Il tasso di criminalità in Brasile e le cause del narcotraffico a Rio

Il Brasile ha un tasso di criminalità tra i più alti al mondo – solo nel 2024 ha registrato 38.772 omicidi – ed è considerato tra i Paesi latinoamericani più pericolosi, il quinto in America Latina dopo Venezuela, Ecuador, Guyana e Colombia. Il tasso di omicidi intenzionali nel 2023 è stato di 19,28 ogni 100.000 abitanti, in diminuzione rispetto ai 20,08 del 2022 e ai 31,16 del 2017.
Il traffico di droga e di armi resta una delle attività principali delle bande di narcotrafficanti ma negli ultimi anni queste ultime hanno ampliato le proprie attività criminali, iniziando a controllare anche settori come trasporti, seggi elettorali ed edilizia civile.
Il commercio di droga a Rio de Janeiro è cambiato soprattutto a partire negli anni Ottanta, con l’entrata della cocaina nel mercato. Il Comando Vermelho, coinvolto negli scontri del 29 ottobre, è nato poco prima, nel 1969, nella prigione di Cândido Mendes, nell'Ilha Grande, dall’unione tra bande criminali e  prigionieri politici della dittatura che solo in seguito estesero le proprie attività criminali fuori dal carcere, differenziandole e comprendendo anche rapine in banca, traffico di droga, rapimenti, estorsione.
Attualmente i narcos in Brasile, oltre al controllo dei territori delle favelas, hanno iniziato ad infiltrarsi nelle forze di polizia e magistratura, con un tasso di corruzione in costante crescita, facendo leva su problemi economici e sociali cruciali nel Paese, come l’estrema povertà, la disuguaglianza e la corruzione. A Rio de Janeiro la situazione è particolarmente complessa e pericolosa: solo negli ultimi cinque anni la polizia ha ucciso in conflitti a fuoco 1.886 persone. La popolazione, soprattutto delle favelas, vive in condizioni di estrema violenza, povertà e mancanza di scolarizzazione, che diventa terreno fertile per le organizzazioni criminali e che fa diventare i residenti spesso vittime sia della violenza criminale che della polizia.

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