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29 Maggio 2024
16:39

Satellite EarthCARE lanciato in orbita: studierà l’atmosfera per capire i cambiamenti del clima

EarthCARE è la missione più complessa mai realizzata in Europa per il monitoraggio terrestre. Realizzata da Europa e Giappone e lanciata il 28 maggio dalla California, studierà nuvole e aerosol per migliorare i modelli climatici e meteorologici.

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Satellite EarthCARE lanciato in orbita: studierà l’atmosfera per capire i cambiamenti del clima
earthcare satellite esa jaxa
Render 3D del satellite EarthCARE. Credits: ESA.

È stato lanciato ieri 28 maggio dalla base spaziale Vandenberg in California il satellite per l'osservazione terrestre EarthCARE (Earth Cloud Aerosol and Radiation Explorer) sviluppato dall'agenzia spaziale europea (ESA) e da quella giapponese (JAXA). Si tratta di uno dei satelliti più innovativi e ambiziosi mai lanciati per il monitoraggio del nostro pianeta, che monta a bordo lo stato dell'arte della tecnologia per l'analisi di come le nuvole e gli aerosol atmosferici riflettono la luce del Sole nello spazio e trattengono la radiazione infrarossa emessa dal nostro pianeta. L'obiettivo è studiare con un dettaglio senza precedenti come questi due fondamentali ingredienti della nostra atmosfera regolano l'equilibrio termico della Terra e il cambiamento climatico. La missione sarà utilissima per migliorare i nostri modelli climatici e meteorologici.

Il lancio del satellite EarthCARE e la sua orbita: la missione

Il satellite è stato lanciato alle 00:20 italiane (15:20 locali) con un razzo Falcon 9 di SpaceX e ha raggiunto l'orbita terrestre circa 10 minuti dopo il lancio. La quota di destinazione è 393 km sopra la superficie terrestre. È una quota simile a quella della Stazione Spaziale Internazionale (400 km), ma il piano orbitale è diverso: mentre la ISS tende a insistere sull'equatore terrestre, EarthCARE ha un'orbita eliosincrona. Questo significa che il satellite passa sopra ogni dato punto della superficie terrestre sempre alla stessa ora, in modo da poter osservarlo sempre nelle stesse condizioni. In particolare, l'orbita di EarthCARE è progettata per passare sopra i suoi punti di osservazione durante il mezzogiorno locale, quindi in condizioni di massima incidenza di luce del Sole.

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Il satellite EarthCare raggiunge l’orbita terrestre. Credits: ESA/SpaceX.

La missione impiegherà qualche mese per completare la fase detta di commissioning, in cui vengono gradualmente attivati tutti i sistemi del satellite e calibrati gli strumenti. I primi dati scientifici dovrebbero quindi arrivare nella seconda metà del 2024.

L'importanza della missione: studierà nubi e aerosol per capire il clima

EarthCARE sarà in grado di studiare con un dettaglio inedito il modo in cui le particelle sospese nell'atmosfera (in nuvole e aerosol) interagiscono con la luce solare e con la radiazione infrarossa. Per esempio, la missione monta a bordo il primo radar al mondo in grado di misurare i flussi verticali di particelle nelle nuvole. Il sistema atmosferico è estremamente complesso, quindi occorrono grandi quantità di dati ad altissima precisione per migliorare l'accuratezza dei modelli climatici e meteorologici. Questo è di fondamentale importanza per riuscire a prevedere gli effetti della crisi climatica e per prendere le giuste contromisure.

Gli strumenti innovativi di EarthCARE

La missione monta a bordo 4 strumenti all'avanguardia:

  • ATLID (Atmospheric LIDAR): una tecnologia LIDAR che permette di fare scansioni verticali delle nubi sottili e degli aerosol misurando il tempo di andata e ritorno di un laser nanometri e di individuare la composizione chimica dei profili misurati ad alta risoluzione;
  • CPR (Cloud Profiling Radar): radar realizzato da JAXA per determinare i profili delle nuvole e le velocità verticali delle particelle che le compongono sfruttando l'effetto Doppler;
  • MSI (Multi-Spectral Imager): uno strumento per la raccolta di immagini ad alta risoluzione che osserverà luce visibile e luce infrarossa;
  • BBR (Broad-Band Radiometer): uno strumento per misurare i flussi di energia in ingresso e in uscita dall'atmosfera.
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Credits: ESA.
Fonti
ESA
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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