
Conosciamo tutti la famosa bandiera americana lasciata sulla superficie della Luna dall'equipaggio dell'Apollo 11 il 20 luglio 1969 durante la corsa allo spazio. I filmati dell'epoca che mostrano gli astronauti piantare l'asta nel suolo lunare, e la fotografia di Buzz Aldrin a fianco della bandiera sono probabilmente tra le immagini più famose della storia. Per questo, probabilmente, ci sarà venuta la curiosità di sapere se in qualche modo è possibile osservare la bandiera dalla Terra, magari utilizzando uno strumento come un telescopio. La risposta è semplice, ma forse conviene partire dalle premesse.
Le bandiere americane sulla Luna
Bandiere, plurale. Infatti, le missioni Apollo hanno portato ben 6 bandiere sulla Luna, da Apollo 11 ad Apollo 17 (a eccezione di Apollo 13, che a causa di una grave avaria durante il viaggio non è riuscita a scendere sulla Luna).
La struttura delle bandiere (Lunar Flag Assembly, LFA) era costituita da un'asta verticale telescopica in alluminio anodizzato ricoperto da un sottile strato d'oro alta circa 170 cm, da un'asticella orizzontale telescopica dello stesso materiale (per sorreggere la bandiera, che in assenza di atmosfera e di vento sarebbe altrimenti rimasta afflosciata) lunga circa 155 cm e unita alla prima da una cerniera, e infine da una bandiera degli Stati Uniti d'America in nylon larga 152 cm × 91 cm. Solo l'ultima bandiera, quella dell'Apollo 17, era leggermente più grande (180 cm × 108 cm).

Le strutture vennero montate sulla scaletta del modulo di discesa lunare (Lunar Excursion Module, LEM), pronte per essere estratte dagli astronauti: il tutto aveva una massa di circa 4,3 kg, compreso l'astuccio protettivo. Le aste sono state infisse nel suolo lunare utilizzando una martelletto per uso geologico.

La distanza della Luna
La Luna si trova a una distanza media dalla Terra di 384.400 km, ovvero circa 20 volte la distanza tra Italia e Nuova Zelanda. Si capisce quindi che riuscire a vedere una bandiera larga circa un metro e mezzo a una distanza del genere è un'impresa. Anche utilizzando il migliore telescopio amatoriale, infatti, sulla Luna è molto difficile osservare oggetti di dimensioni inferiori a 10 km, e praticamente impossibile cogliere dettagli inferiori a 1 km.
Ma sarebbe possibile utilizzando un telescopio spaziale, come Hubble Space Telescope in orbita intorno alle Terra? Purtroppo no: anche nelle migliori condizioni, Hubble arriverebbe al massimo a cogliere dettagli grandi circa 100 metri. Siamo molto lontani dal metro e mezzo delle bandiere.

In effetti, per riuscire a distinguere un oggetto delle dimensioni delle bandiere sarebbe necessario un telescopio con uno specchio largo circa 200 metri, che semplicemente oggi non esiste. Per intenderci, il più grande telescopio attualmente in funzione è il Gran Telescopio Canarias, sull'isola di La Palma nelle Canarie, con uno specchio di 10,4 metri.
Ma quindi non c'è modo di vedere le bandiere?
In realtà sì, ed è già stato fatto. Il trucco è molto semplice: osservarle più da vicino.
Intanto, è importante ricordare che le bandiere non sono l'unico oggetto lasciato dagli astronauti sulla Luna: oltre a diversi strumenti di analisi scientifica, infatti, sulla Luna ci sono ancora le 6 “basi” che facevano parte dei modulo di discesa delle missioni Apollo che sono arrivate sul nostro satellite. Queste basi, di forma ottagonale e con 4 “zampe” per poggiarsi sul terreno, hanno una dimensione di circa 5 metri di diametro (9 metri contando le “zampe”).

Pur essendo ancora al di sotto della capacità di risoluzione degli attuali telescopi terrestri, possono però essere osservate dalle sonde in orbita intorno alla Luna. Ed è esattamente quello che ha fatto la sonda Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA, che ha eseguito una mappatura estremamente accurata della superficie della Luna a partire dal 2009 e che continua tutt'oggi. In particolare, nel 2012 la NASA ha pubblicato una serie di immagini ad altissima risoluzione dei luoghi di atterraggio delle missioni Apollo, nelle quali è possibile vedere, per quanto non perfettamente a causa del forte ingrandimento, i moduli di discesa, e ancora più nettamente le loro ombre proiettate sulla superficie della Luna (senza contare i tracciati dei passi percorsi dagli astronauti durante le missioni, e le impronte lasciare dai rover lunari durante le ultime 3 missioni Apollo). Ingrandendo le immagini, è addirittura possibile osservare, per quanto in maniera approssimativa, l'ombra delle bandiere lasciate durante le missioni, coerentemente con la posizione determinata dai report e dalle fotografie fatte dagli astronauti sulla superficie lunare.

Finora è stato possibile verificare che le bandiere lasciate dalle missioni Apollo 12, Apollo 16, e Apollo 17 sono ancora in piedi e al loro posto. Le bandiere delle missioni Apollo 14 e Apollo 15 non sono invece state individuate con sufficiente sicurezza, quindi la loro condizione è attualmente in dubbio. Sfortunatamente, la storica bandiera piantata da Neil Armstrong e Buzz Aldrin durante il primo allunaggio dell'Apollo 11 è invece caduta, stando al rapporto degli astronauti che l'hanno vista cadere durante il lancio del modulo di risalita, abbattuta dai gas di scarico dei motori. Questa è la ragione per cui le bandiere delle missioni successive sono state piantate più lontano dai moduli di discesa.

Curiosità
Ci si può chiedere se le bandiere degli Stati Uniti sulla superficie lunare possano costituire una sorta di simbolo di “sovranità” statunitense sulla Luna. Non è così, e non sono mai state intese in quel senso. In effetti, il primo simbolo di uno stato nazionale sulla Luna è stata una coppia di piccole sfere in metallo (dal diametro di 12 e 7,5 cm) con la scritta in cirillico “CCCP” e l'emblema dell'Unione Sovietica a bordo della sonda Luna 2, il primo oggetto terrestre ad arrivare sulla superficie lunare. Numerosi altri stati hanno lanciato sonde con simboli nazionali su di essi (tra cui la bandiera della Repubblica Popolare Cinese alzata dalla sonda Chang'e 5 nel 2020), ma nessuno di questi costituisce un segno di sovranità. Tutti gli stati capaci di operare nello spazio hanno infatti firmato il Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico (Outer Space Treaty), il cui Articolo 2 recita: «Lo spazio extra-atmosferico, inclusa la Luna e altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione nazionale per mezzo di alcun tipo di dichiarazione di sovranità, alcun tipo di utilizzo o occupazione, o qualunque altro mezzo».