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12 Maggio 2025
11:49

A cosa serve il GPS di Sinner sotto la maglia nella partita contro Navone agli Internazionali d’Italia

Jannik Sinner ha usato un GPS con cardiofrequenzimetro integrato in partita per monitorare frequenza cardiaca, movimenti e resistenza fisica. Una scelta tecnologica per ottimizzare la performance dopo lo stop forzato.

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A cosa serve il GPS di Sinner sotto la maglia nella partita contro Navone agli Internazionali d’Italia
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Jannik Sinner. Credit: Internazionali BNL d’Italia.

Se siete appassionati di tennis e avete visto la partita d'esordio di Jannik Sinner agli Internazionali d'Italia 2025, forse vi sarete accorti di una piccola sporgenza sotto la maglia nera del tennista altoatesino, posta appena sotto il collo. No, non si trattava di un cerotto terapeutico né di un supporto posturale: era un sensore GPS. Una tecnologia usata spesso in sport come il calcio o il ciclismo, ma ancora piuttosto rara nel tennis. Eppure Sinner, attualmente il numero uno del mondo, ha scelto di adottarla non solo negli allenamenti ma anche durante il match vinto contro l'argentino Mariano Navone. A cosa serve, vi chiederete, indossare un GPS in una partita di tennis? E che tipo di dati può fornire a un professionista già così preparato? La risposta è semplice quanto affascinante: monitoraggio completo delle prestazioni fisiche in tempo reale. Frequenza cardiaca, chilometri percorsi, intensità degli sforzi e posizione in campo sono solo alcune delle variabili che questo dispositivo è in grado di rilevare. In un contesto in cui ogni dettaglio può fare la differenza, anche un singolo dato può trasformarsi in un potenziale vantaggio competitivo.

Sinner e il suo staff, guidato dal preparatore atletico Marco Panichi, stanno spingendo la cura maniacale per il corpo e la performance a livelli inediti per il tennis. Dopo tre mesi lontano dai campi a causa di una squalifica per essere risultato positivo al Clostebol, la tecnologia è diventata il mezzo per verificare che il “motore” fosse tornato a girare al massimo. Ecco allora perché quel piccolo dispositivo sulla schiena non è un vezzo tecnologico, ma uno strumento di precisione per la costruzione di un atleta “perfetto”.

A cosa serve il GPS di Sinner con cardiofrequenziamento integrato

Il GPS con cardiofrequenzimetro integrato che Sinner ha utilizzato è un dispositivo già noto tra gli sportivi professionisti, in particolare tra i praticanti di sport di resistenza come la corsa e il ciclismo. Permette di monitorare in tempo reale parametri fisiologici fondamentali: frequenza cardiaca, distanza percorsa, velocità media, variazioni di ritmo e, grazie alla localizzazione, anche la posizione nello spazio. A differenza degli smartwatch da polso, i modelli utilizzati dagli atleti si indossano in una fascia aderente posta nella parte superiore della schiena. Questo posizionamento consente una rilevazione più accurata dei movimenti del corpo e, soprattutto, non intralcia i gesti tecnici.

Nel tennis, però, il GPS è ancora un'eccezione. Solo di recente le federazioni professionistiche — ATP (Association of Tennis Professionals) per gli uomini e WTA (Women's Tennis Association) per le donne — hanno autorizzato l'uso di questi strumenti anche durante i match ufficiali. Ecco perché la scelta di Sinner è interessante: ci mostra come stia cambiando l'approccio alla preparazione fisica nel “tennis di vertice”. Non si tratta più solo di colpire la palla meglio dell'avversario, ma di costruire una macchina atletica in grado di sostenere sforzi intensi e prolungati, con la massima efficienza.

L'introduzione del GPS nei match ufficiali è particolarmente significativa per un giocatore come Sinner, che basa il proprio stile di gioco su un pressing costante da fondo campo. Restare vicino alla linea di fondo è cruciale per comandare il gioco e accorciare i tempi di reazione. Il sensore consente di tracciare esattamente dove si muove il tennista, quanto resta in una determinata zona del campo e quante volte è costretto a rincorrere palline angolate o a scattare in avanti verso la rete. Informazioni preziose per l'allenatore e il preparatore atletico, che possono confrontare i dati raccolti con quelli precedenti alla squalifica e valutare eventuali cambiamenti nella resistenza, nell'esplosività o nei tempi di recupero.

È utile sapere che nei tre mesi di stop forzato, causati da una squalifica per doping (poi rientrata), Sinner ha potuto dedicarsi a un tipo di preparazione fisica che normalmente non è possibile durante una stagione regolare. Come ha spiegato Marco Panichi, il suo staff ha approfittato della pausa per programmare un ciclo di allenamento simile a quello degli atleti di atletica leggera, lavorando su potenziamento muscolare, resistenza e coordinazione. Un'occasione rara: in genere un tennista ha solo tre o quattro settimane all'anno per un lavoro del genere.

Chi lo ha visto a Roma ha notato un'evidente evoluzione fisica: più massa nelle braccia, nelle gambe e nella parte bassa della schiena. Ma la forma visibile non basta: serve anche la conferma che, sotto sforzo, il corpo risponda come previsto. Ecco dunque il senso del GPS: verificare, misurare, confrontare. Come sottolinea Daniele Andreini, cardiologo esperto in medicina dello sport, è fondamentale conoscere la reazione del sistema cardiocircolatorio nei momenti di massima sollecitazione. Andreini, intervistato dal Corriere della Sera, ha infatti affermato:

Il dispositivo lo usa in particolare chi  corre e  ciclismo per monitorare la frequenza cardiaca durante lo sforzo, le oscillazioni, il picco che si raggiunge nell'ottica di migliorare le  performance conoscendo la soglia anaerobica entro la quale bisogna allenarsi per raggiungere determinate prestazioni.

Quando si scatta per raccogliere una palla corta o si insegue un passante molto angolato. Sono questi gli sforzi più estremi, difficili da simulare in allenamento, perché richiedono una componente emotiva e reattiva che solo il match reale può attivare.

Il presente e il futuro del tennis d'élite

Attraverso il GPS, quindi, il team di Sinner può analizzare come varia la frequenza cardiaca nei vari momenti del gioco, se l'atleta riesce a mantenere una soglia aerobica ottimale, oppure se entra in una zona anaerobica, quella in cui il corpo comincia a produrre acido lattico e la fatica aumenta esponenzialmente. Capire questi dati significa anche prevenire crampi, cali di concentrazione e ridurre i tempi di recupero tra un punto e l'altro.

L'uso di dispositivi tecnologici nel tennis non è fantascienza sportiva: è il presente e il futuro del tennis d'élite. La tecnologia, applicata in modo scientifico e intelligente, diventa uno strumento strategico per colmare i piccoli gap che separano un grande giocatore da un campione assoluto. Come recita un vecchio adagio sportivo, «la potenza è nulla senza controllo». Ora che Sinner sembra aver raggiunto la piena maturità tecnica, il controllo passa anche attraverso l'occhio digitale di un sensore GPS attaccato sulla schiena.

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