La misteriosa città sotterranea di Derinkuyu nell'Anatolia centrale, in Turchia, è un vero e proprio centro urbano sotto terra: si sviluppa per 85 m di profondità su otto livelli diversi e poteva ospitare una popolazione fino a un massimo di 20.000 persone. Si trova nella provincia di Nevşehir, in Cappadocia. La parte più antica della città risale all’VIII-VII secolo a.C. ma il centro raggiunse la sua maggiore espansione nell’Alto Medioevo, in epoca bizantina, tra il VII e l’XI secolo d.C. Il complesso, riscoperto per caso nel 1963, venne utilizzato per nascondersi durante le guerre e le invasioni.
Chi ha costruito Derinkuyu
La parte più antica della città di Derinkuyu venne scavata nella roccia vulcanica tra l’VIII e il VII secolo a.C., quando l’area era controllata dal popolo dei Frigi, un popolo che abitava l’odierna Turchia centrale. Non sappiamo perché queste genti scelsero di costruire questo complesso sotterraneo, ma nella regione della Cappadocia il fenomeno dell’ipogeismo (la costruzione di ambienti scavati nella roccia) ha sempre avuto una grande diffusione fin dalla preistoria. Anche lo storico greco Senofonte (vissuto tra il V e il IV secolo a.C., e che passò per questi luoghi) racconta che gli abitanti della regione erano soliti scavare nella roccia le proprie abitazioni.
Nel corso dei secoli, Derinkuyu divenne sempre più grande e complessa, arrivando a svilupparsi su otto livelli e sempre più in profondità, arrivando a 85 metri. Uno degli elementi più grandi e riconoscibili della città è il grande pozzo centrale, largo ben 55 metri, che serviva per la ventilazione del complesso. Il nome stesso della città, in turco vuol dire letteralmente “pozzo profondo”.
Per quale motivo è stata realizzata la città
Derinkuyu raggiunse la sua massima espansione e complessità nel corso dell’Alto Medioevo, al tempo dell’Impero Romano d’Oriente o Impero Bizantino. A partire dal VII secolo d.C., l’aggressiva espansione degli Arabi aveva portato l’impero a cedere terreno e le terre che oggi fanno parte della Turchia divennero un campo di battaglia in cui i Bizantini cercarono per secoli di difendere il loro impero con le unghie e con i denti prima dagli Arabi e poi dai Turchi.
Le popolazioni della Cappadocia, all’epoca cristiane e di lingua e cultura greca, scelsero di difendersi dagli invasori sfruttando la grande quantità di strutture ipogeiche presenti in questa regione rocciosa per nascondersi. La città all’epoca era nota chiamata col nome greco di Malakopea.
Malakopea/Derinkuyu venne espansa, arrivando ad ospitare fino a 20.000 persone, con tanto di impianti di ventilazione, chiese, stalle per gli animali, pozzi, impianti per la spremitura dell’uva e delle olive. Nel momento in cui le entrate venivano sigillate con grandi pietre tonde, gli abitanti della città sotterranea erano totalmente autosufficienti e in grado di mantenersi per un lungo periodo di tempo. Derinkuyu era collegata da un sistema di tunnel lungo quasi 9 km a un’altra vicina città sotterranea, Kaymakli.
Abbandono e riscoperta di Derinkuyu
Anche dopo la fine delle minacce araba e turca Malakopea/Derinkuyu rimase un rifugio per i fuggiaschi. Gli ultimi usi del complesso sotterraneo risalgono alla fine dell’800 e ai primi del ‘900. In questo periodo i tunnel di Derinkuyu vennero usati dalle comunità greche e armene per nascondersi dalle persecuzioni etniche promosse negli ultimi anni dell’Impero Ottomano da parte dei nazionalisti turchi.
Nel 1923, dopo il caos della Prima Guerra Mondiale, il collasso dell’Impero Ottomano, la guerra d’indipendenza turca e la nascita della nuova repubblica, Grecia e Turchia siglarono un trattato di pace che comprendeva uno scambio di popolazione. Questo processo provocò una grave crisi migratoria: i musulmani che vivevano nella penisola balcanica avrebbero lasciato la Grecia per trasferirsi in Turchia, e la stessa cosa avrebbero dovuto fare i greci che vivevano nella penisola anatolica, nel Ponto (lungo la costa del Mar Nero) e in Cappadocia. Dopo l’abbandono della regione da parte della popolazione greca, Malakopea/Derinkuyu venne presto dimenticata.
La città venne riscoperta per caso nel 1963, quando un uomo che stava ristrutturando la cantina di una casa scoprì che dietro a un muro si celava un tunnel segreto. I sotterranei vennero esplorati negli anni successivi, portando in pochi anni all’apertura al pubblico. Ad oggi, pur non essendo del tutto esplorata, Derinkuyu è uno dei siti archeologici più noti e visitati della Cappadocia.