
L'Unione Europea ha confermato lo stop alle importazioni di gas russo a partire dal 2027: si tratta di un accordo storico per il nostro continente, che ancora oggi dipende dalla Russia a livello energetico. La decisione, in realtà, non coglie di sorpresa: già all'inizio dell'invasione dell'Ucraina nel 2022, le importazioni europee di gas russo si erano ridotte drasticamente. Secondo quanto riportato dall'Eurostat, si è passati da oltre il 40% del 2021 al 15% registrato nel terzo trimestre del 2025. Per la Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, l'UE ha saputo «spezzare una dipendenza che molti credevano insuperabile».
L'Italia sarà tra i Paesi che più risentiranno di questo blocco, essendo il terzo importatore di gas in tutta l'Europa; l'Ungheria, invece, sta valutando di portare il provvedimento davanti alla Corte di Giustizia dell'UE.
A giovare di questo blocco, in realtà, saranno soprattutto gli USA, che nel giro di soli 4 anni hanno più che raddoppiato le esportazioni di gas verso l'Europa, arrivando a coprire il 56% del fabbisogno totale europeo nel terzo trimestre (il periodo tra giugno e settembre) del 2025.
Quando entrerà in vigore lo stop al gas russo
L'accordo firmato dall'Unione Europea stabilisce l'eliminazione graduale delle importazioni di gas dalla Russia entro il 30 settembre 2027. Qualora gli Stati membri dovessero avere difficoltà a riempire i livelli di stoccaggio richiesti, il divieto di importazione si applicherebbe a decorrere dal 1o novembre 2027. L'obiettivo finale è quello di azzerare completamente le importazioni di gas russo entro novembre 2027. Secondo l'accordo, gli Stati membri dovranno presentare delle misure nazionali per diversificare le loro forniture di gas entro il 1o marzo 2026.
Si tratta di una svolta epocale per l'Europa, perché impone la fine di un rapporto energetico con la Russia, che per anni ha garantito quasi la metà del fabbisogno europeo di gas.
In realtà, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, il rapporto commerciale tra UE e Russia è stato gradualmente ridotto. Nel terzo trimestre del 2025, le importazioni di qualsiasi bene russo verso l'Unione Europea hanno registrato un calo pari a 1,4 miliardi di euro.
Nel caso specifico del gas, nel 2021 la Russia copriva il 40% della domanda europea totale, una quota scesa al 15% nel terzo trimestre del 2025. Come appare anche nel grafico qui sotto, il momento di flessione arriva proprio all'inizio del 2022, in corrispondenza dello scoppio della guerra in Ucraina.

Nonostante questo calo, ancora oggi la Russia resta il secondo fornitore energetico dell'UE: questo perché alcuni Stati membri hanno ricevuto esenzioni temporanee per continuare a importare gas russo, dato che le loro infrastrutture non consentono loro di orientarsi rapidamente verso fornitori alternativi.
Tra i Paesi europei più penalizzati c'è anche l'Italia
Complessivamente, nel 2024 l'UE ha importato 100 miliardi di metri cubi di gas, con l'Italian che si colloca al 3° posto tra i maggiori importatori, preceduta da Francia (1° posto) e Spagna (2°) e seguita da Paesi Bassi(4°) e Belgio (5°). Per intenderci: tra i Paesi più colpiti da questo blocco c'è proprio l'Italia.
Tra l'altro, secondo un'indagine di Reuters, il nostro Paese detiene il primato come economia europea più dipendente dal gas, con il 38% del nostro approvvigionamento energetico totale che deriva proprio dal GNL. Altri Paesi come Ungheria e Slovacchia stanno invece valutando di avviare azioni legali contro l'UE, poiché le loro economie dipendono fortemente dal gas per l'energia elettrica e l'industria.
Ma perché il gas è così importante? È fondamentale perché, ancora oggi, nell'Unione Europea viene utilizzato il gas per la produzione di energia elettrica, per il riscaldamento domestico e per i processi industriali.
Da chi importeremo il gas in futuro: Norvegia, Stati Uniti e Algeria
A questo punto, però, viene spontaneo chiedersi: ma da chi importeremo il gas a partire dal 2027? Al momento, la Norvegia è tra i principali fornitori di gas per l'Europa, arrivando a coprire il 25% del fabbisogno complessivo. Tuttavia, senza la quota di gas russo, è impossibile che un singolo Paese riesca a soddisfare la domanda di un intero continente.
Insomma, l'Unione deve necessariamente guardare al di fuori dei propri confini. Ed ecco perché il blocco imposto dall'UE porterà vantaggi soprattutto agli Stati Uniti: sempre secondo i dati Eurostat, nel primo trimestre del 2021 l'Unione Europea importava dagli USA il 24% di gas naturale liquefatto. Nel terzo trimestre del 2025, le importazioni dagli Stati Uniti hanno raggiunto quota 56% – rafforzando così la propria posizione di fornitore dominante – un valore destinato persino ad aumentare nell'arco dei prossimi anni. In altre parole, le esportazioni USA di gas sono più che raddoppiate.
Chiaramente, data la distanza geografica che si dovrà percorrere per trasportare il GNL dagli USA all'Europa, questa impennata avrà conseguenze anche sul costo del gas, con ricadute dirette sui cittadini europei. Nel grafico riportato qui sotto, è ben visibile l'aumento esponenziale delle esportazioni di gas USA (indicate in rosso) verso l'Europa nel primo trimestre 2021 e nel terzo trimestre 2025.

Tra i fornitori extra-europei c'è da considerare anche l'Algeria, attualmente il terzo Stato per esportazioni di gas verso l'UE con una quota del 9%. A seguire Qatar (5%), Nigeria (4%) e Trinidad e Tobago (3%).