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1 Gennaio 2025
18:30

Storia della Reconquista, la cacciata cristiana degli arabi-musulmani dalla penisola iberica

Ci vollero molti secoli perché i regni cristiani della Penisola iberica riuscissero a cacciare i musulmani da tutta al-Andalus. La cosiddetta Reconquista fu un processo lento e complesso, nel quale le guerre si alternarono a fasi di pace e fecondi scambi culturali, e si concluse nel 1492.

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Storia della Reconquista, la cacciata cristiana degli arabi-musulmani dalla penisola iberica
Reconquista copertina

La Reconquista è il processo attraverso il quale i regni cristiani hanno riconquistato la Penisola iberica, in precedenza controllata quasi completamente da dinastie musulmane. La Reconquista ebbe luogo tra l’VIII e il XV secolo, ma la fase più intensa e importante si sviluppò tra i secoli XI e XIII. Non fu un processo continuo, perché i rapporti tra regni cristiani e regni musulmani non furono sempre caratterizzati da inimicizia, ma anche da fasi di alleanza e accordo. All’interno di al-Andalus (nome della Spagna islamica), cristiani, musulmani ed ebrei convivevano in maniera relativamente tranquilla. Le guerre scoppiarono non solo per ragioni ideologico-religiose, ma anche per motivi di conquista, sebbene a partire dall’XI secolo lo spirito di crociata fosse diventato particolarmente evidente.

Cosa è stata la Reconquista

Con il termine Reconquista ("riconquista"), si intende la conquista da parte di regni cristiani dei territori della Penisola iberica governati dai musulmani. La Reconquista iniziò nell’VIII secolo, poco dopo la conquista arabo-berbera della Penisola iberica, e terminò nel 1492, quando Granada, ultimo baluardo islamico in Europa, fu conquistata dal Regno di Castiglia. I musulmani chiamavano il territorio iberico da loro controllato al-Andalus, un nome che derivava, probabilmente, da quello della popolazione dei vandali e che ancora oggi identifica la regione dell’Andalusia, situata nella Spagna meridionale.

Il dominio arabo della Penisola iberica

All’inizio dell’VIII secolo i musulmani occuparono quasi tutto il territorio nel quale oggi si trovano la Spagna e il Portogallo. Nel 711 un esercito di berberi e arabi, partito dall’Africa del Nord, superò Gibilterra e nel volgere di pochi anni occupò occupò quasi tutta la Penisola iberica, con l’eccezione dei territori più settentrionali, costituendo l’emirato di al-Andalus. Al suo interno musulmani, cristiani ed ebrei convivevano senza eccessive difficoltà; l’unione di diverse culture favorì la fioritura della cultura e delle arti.

La Penisola iberica intorno al 750
La Penisola iberica intorno al 750

Per molti anni al-Andalus fu governata dagli omayyadi, la dinastia araba che, fino al 750, controllava gran parte del mondo musulmano. Gli omayyadi amministrarono al-Andalus prima come un emirato e, dal X secolo, come un califfato (nel senso che il sovrano, detto califfo, si considerava successore di Maometto alla guida della comunità dei fedeli). Nel 1031, però, il califfato si frammentò in numerosi regni indipendenti, noti come regni di taifa. Nei secoli successivi, il territorio fu riunificato per alcuni periodi dalla dinastia degli Almoravidi e poi da quella degli Almohadi.

L’inizio della Reconquista e Santiago Matamoros

La Reconquista iniziò subito dopo l’occupazione araba della Penisola iberica. I visigoti cercarono infatti di contrastare l’avanzata musulmana e nel 722 ottennero una vittoria nella battaglia di Covadonga, che alcuni storici considerano l’inizio della Reconquista. Sarebbero stati necessari molti secoli, però, perché il dominio musulmano sulla Penisola iberica venisse rovesciato.

La guerra, del resto, non fu continua. In molte occasioni i regni musulmani strinsero rapporti cordiali e alleanze con i regni cristiani; non mancavano battaglie nelle quali i cristiani e i musulmani combattevano tra loro invece che contro gli “infedeli”. Esisteva, però, anche una dimensione “ideologico-religiosa” del confronto, che spingeva a considerare i seguaci dell’altra religione come nemici da eliminare per volontà di Dio. In ambito cristiano tale interpretazione si rafforzò dopo l’anno 830, quando in Galizia furono trovate le ossa (presunte) di Giacomo il Maggiore, uno degli apostoli di Gesù. Il culto del santo, che avrebbe portato alla formazione della città di Santiago di Compostela, fece nascere l’idea che Giacomo potesse “guidare” i cristiani nella battaglia contro gli infedeli. Nacque così l’iconografia di Santiago Matamoros (San Giacomo uccisore dei mori).

Santiago matamoros di Tiepolo
Santiago matamoros di Tiepolo

La fine del califfato ommayade e la battaglia di Las Navas de Tolosa

Mentre gran parte della Penisola iberica era occupata dal califfato ommayade, nel nord si formarono cinque regni cristiani: León, Castilla, Aragona, Navarra e Catalogna, che in alcuni periodi combattevano contro i musulmani e in altri tra loro; a ovest nacque invece il regno del Portogallo. Nell’XI secolo, quando in Europa si sviluppò l’idea della guerra santa e furono organizzate le crociate in Palestina, i regni iberici cristiani attaccarono più volte i musulmani. Il frazionamento di al-Andalus in diverse entità politiche facilitò il loro compito e nei secoli XI e XII i regni cristiani poterono occupare vasti territori.

Regni cristiani (giallo) e regni musulmani (verde) intorno al 1037 (credits Gabagool)
Regni cristiani (giallo) e regni musulmani (verde) intorno al 1037 (credits Gabagool)

Nel 1212, inoltre, ottennero una vittoria decisiva nella battaglia di Las Navas de Tolosa: i regni coalizzati di Castiglia, Navarra e Aragona sconfissero le forze degli Almohadi, la dinastia che aveva riunificato la Spagna musulmana. Nel volgere di pochi decenni dalla battaglia, quasi tutta la Penisola iberica fu conquistata dai regni cristiani.

La battaglia di Las Navas de Tolosa
La battaglia di Las Navas de Tolosa

Restò in mano islamica solo il Sultanato di Granada, governato dalla dinastia dei Nasridi, che fu conquistato nel 1492, in una situazione geopolitica completamente diversa: il matrimonio tra Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia, celebrato nel 1469, aveva aperto la strada all’unificazione della Spagna; in ambito islamico era emersa una nuova potenza, l’impero ottomano, che nel 1453 aveva conquistato Costantinopoli e in Europa aveva provocato la rinascita dello spirito di crociata. L’ingresso di Fernando e Isabella a Granada, avvenuto il 2 gennaio 1492, fu l’ultimo atto della Reconquista.

L’importanza della Reconquista e la figura del Cid

Le battaglie contro i regni musulmani entrarono presto nel folklore popolare iberico e alcune figure assunsero caratteri leggendari. La più nota è quella del Cid Campeador, pseudonimo di Rodrigo Díaz de Bivar, un cavaliere che divenne signore di Valencia nella seconda metà dell’XI secolo ed è protagonista del poema Cantar de mio Cid.

Statua del Cid a Burgos
Statua del Cid a Burgos

Il concetto di Reconquista è emerso solo nell’Ottocento, molti secoli dopo i fatti, ma ha assunto una grande importanza nella costruzione dell’identità nazionale spagnola, anche perché si sviluppò nello stesso periodo della creazione del regno unificato di Spagna.

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