Le crociate furono le spedizioni militari partite dall’Europa per conquistare la Terrasanta tra XI e XIII secolo. Sebbene mirassero a impadronirsi dei luoghi dove era vissuto Gesù, gli eserciti crociati non erano motivati solo da spirito religioso, ma anche da desiderio di conquista e arricchimento.
Il loro successo fu di breve durata: la prima crociata consentì l’occupazione di Gerusalemme e l’instaurazione di alcuni Regni cristiani in Terra Santa, ma in seguito le dinastie musulmane riguadagnarono terreno, riconquistando anche Gerusalemme nel 1187.
Nel 1291 cadde l’ultimo baluardo cristiano in Terrasanta, la città di Acri. Le crociate furono accompagnate da massacri da entrambe le parti, ma contribuirono anche a far conoscere reciprocamente cristiani e musulmani ed ebbero effetti di lunga durata sulla civiltà europea. Ripercorriamone la storia in breve.
Cos’è una crociata
Le crociate sono le guerre combattute tra il 1096 e il 1272 dagli eserciti cristiani per sottrarre ai musulmani il possesso della Terra Santa, cioè il territorio nel quale si erano svolte le vicende narrate dai Vangeli (oggi in buona parte compreso nello Stato d’Israele e nei Territori palestinesi).
La Terra Santa era stata conquistata dagli arabi nel VII secolo e al tempo delle crociate era dominata dai turchi selgiuchidi, un’etnia originaria dell’Asia centrale. In genere gli storici contano otto crociate, ma alcuni “sdoppiano” l’ottava in due eventi distinti, il che porterebbe il numero a nove.
Il termine crociata può essere usato in senso più ampio e includere anche le guerre per la propagazione del cristianesimo in Europa, come le spedizioni del XII secolo nell’area del Baltico, o gli attacchi ai cristiani considerati eretici. La definizione ristretta, tuttavia, è quella più comune.
Precondizioni e motivazioni delle crociate
Alla fine dell’XI secolo l’Europa stava andando incontro a una crescita, sia pure molto lenta, sul piano economico-sociale ed era perciò in condizioni di attaccare i Paesi musulmani.
Gli scopi per i quali l'attacco fu effettivamente portato erano diversi. Insieme all’interesse religioso per la conquista del Santo Sepolcro (la presunta tomba di Gesù), contavano anche la ricerca di terre da assoggettare, desiderata soprattutto dai nobili che non possedevano estesi domini in Europa, e la possibilità di accaparrarsi ricchezze e tesori.
In teoria, le crociate erano in contrasto con i dettami del cristianesimo, che considera l’uccisione di un essere umano un peccato mortale. Tuttavia, nei secoli XI-XII nella teologia e nella cultura popolare si sviluppò una mentalità più bellicosa, secondo la quale uccidere gli infedeli era non solo lecito, ma anche giusto.
La prima crociata e la conquista di Gerusalemme
Nel 1095 il papa Urbano II, nel corso di un concilio tenuto a Clermont (Francia), lanciò un appello ai nobili europei perché attaccassero i musulmani in Oriente. L’appello ebbe successo, ma prima dei nobili si mossero i popolani. Un sacerdote, Pietro l’Eremita, nel 1096 guidò la “crociata dei poveri”, cioè una spedizione di migliaia di persone di umili origini, che raggiunse la penisola anatolica (l'attuale Turchia) e fu sconfitta dai turchi.
All’appello del papa risposero anche i nobili, soprattutto francesi, che partirono con i loro eserciti ed ebbero molto più successo: dopo aver occupato importanti città come Edessa e Antiochia, nel luglio del 1099 conquistarono la preda più ambita, Gerusalemme.
Man mano che l’avanzata proseguiva, gli europei fondavano nuovi Stati, noti come Regni crociati, ognuno dei quali posto sotto il dominio di un nobile. Il più importante era il Regno di Gerusalemme, il cui primo sovrano fu Goffredo di Buglione. Per molti aspetti, i Regni crociati furono la prima dominazione coloniale europea, perché gli Stati dell’Europa imposero la propria cultura e il proprio sistema politico-sociale in territori situati fuori dal continente.
La reazione musulmana e le crociate del XII secolo
La reazione dei selgiuchidi alla prima crociata non si fece attendere e nel 1144 un loro condottiero, Zangi, conquistò la città di Edessa. Dall’Europa partì perciò la seconda crociata, che non riuscì a riprendere la città.
Pochi anni dopo nel mondo musulmano emerse un capo, Saladino, che nel 1187 si rivelò capace di riconquistare Gerusalemme. La terza crociata, partita subito dopo, non fu in grado di sconfiggere le truppe musulmane, anche per la morte durante le operazioni del suo principale condottiero, l’imperatore Federico Barbarossa. I crociati, però, stipularono un accordo con Saladino, che garantì libertà di accesso ai pellegrini cristiani che volevano visitare il Santo Sepolcro.
Le ultime crociate in Terra Santa
Con il passare degli anni, l’originario spirito religioso delle spedizioni si affievolì e le crociate, sebbene motivate ufficialmente dal desiderio di riconquistare i luoghi santi, divennero sempre più spesso guerre di conquista. Basti pensare che i partecipanti alla quarta crociata, partita nel 1202, non raggiunsero la Terra Santa ma, a causa di contrasti dei veneziani con l’Impero bizantino, saccheggiarono Costantinopoli, una delle città più importanti del mondo cristiano.
Nel corso del XIII secolo ebbero luogo altre quattro crociate, dirette contro i regni musulmani in Terra Santa, Egitto e Tunisia. Le armate cristiane, pur ottenendo alcuni successi, non riuscirono a ristabilire il loro dominio e la porzione della Terra Santa in mano europea si ridusse progressivamente. L’ultimo baluardo, la città di Acri, fu perduto nel 1291.
Le ragioni della sconfitta cristiana
La sconfitta delle armate cristiane ebbe varie motivazioni. Anzitutto, gli eserciti erano composti in buona parte da “pellegrini armati”, che consideravano concluso il loro compito una volta portata a termine una conquista e non restavano sul posto con funzioni di difesa.
Gli ordini religiosi cavallereschi, cioè le unità militari fondate allo scopo di difendere i luoghi santi, non erano sufficienti a resistere alle forze musulmane. Inoltre, la distanza della Terra Santa dall’Europa impediva l’afflusso di forze fresche quando ce n’era bisogno e le rivalità tra i Paesi europei rendevano impossibile un’azione congiunta di tutti gli eserciti del continente.
Effetti e conseguenze di lungo periodo
In Europa le crociate ebbero conseguenze profonde, rafforzando il ruolo della Chiesa. Inoltre, l’aumento dei commerci con l’Oriente fu all’origine delle fortune di alcuni territori, in particolar modo delle repubbliche marinare.
Le crociate ebbero un impatto significativo anche sulle relazioni tra l’Europa e l’Islam: suscitarono diffidenza e paura reciproca, ma favorirono anche la conoscenza e le contaminazioni in ambito culturale.