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20 Agosto 2025
6:00

Storia delle pozioni d’amore, dai filtri dell’Antico Egitto all’Amortentia della saga di Harry Potter

Le credenze intorno a misture e filtri magici hanno radici nella cultura sacra dei tempi, nella profonda conoscenza erboristica, oltre che nella tradizione e superstizione. Si preparavano pozioni d'amore nell'antico Egitto, nell'antica India, nel mondo Greco e Romano e anche nel Medioevo.

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Storia delle pozioni d’amore, dai filtri dell’Antico Egitto all’Amortentia della saga di Harry Potter
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Le pozioni d’amore accompagnano l’uomo fin dall’antichità, sospese tra medicina e superstizione. Già in un papiro egizio ritroviamo un rituale per far innamorare, nel Kamasutra e nel mondo indiano antico si parla di preparazioni per agevolare l’amore, Greci e Romani non erano affatto estranei all’utilizzo di filtri e pozioni d’amore, fino a giungere al Medioevo, dove sono note le pozioni d’amore annotate nel Malleus Maleficarum, trattato edito per la prima volta nel 1487, in cui sono dettagliati anche incantesimi e malefici allo scopo di reprimere la stregoneria. Curioso notare che “veleno” e “Venere” condividono la stessa radice linguistica: un tempo, la sostanza capace di togliere la vita poteva anche servire per infiammare il desiderio. Bastava cambiare la dose o l’intento di chi la somministrava: erbe rare, spezie profumate e ingredienti avvolti nel mistero si mescolavano in ricette che promettevano di accendere la passione, ma che portavano sempre con sé un’ombra di pericolo.

Tra le pozioni d'amore più famose c'è anche l'Amortentia, di cui si parla nei romanzi di Harry Potter, uno dei filtri d’amore più potenti.

Incantesimi d’amore e altri rituali al tempo degli Egizi

La magia, chiamata Heka nell’antico Egitto, era considerata una forza primordiale di grande importanza, ed era strettamente legata al culto religioso. Nel 2018 viene pubblicato uno studio che traduce un passo di un papiro egizio scritto in copto – fase più recente della lingua egizia antica – appartenente alla collezione della Macquarie University di Sydney che conserva stralci di "ricette magiche", elaborate per ottenere amore, favori o protezione. Un chiarissimo esempio di Heka, in cui la magia incontra la religione: si notano infatti le figure di due uccelli che, come accade in altre rappresentazioni, possono simboleggiare due amanti: considerando la traduzione dal copto, gli studiosi hanno ipotizzato che il testo tratti proprio di un rituale d’amore, formulato con l’obiettivo di unire i cuori di due amanti.

Sempre in Egitto, nelle epoche precedenti e durante le dinastie dei Faraoni, si hanno testimonianze di preparazioni che avevano l’obiettivo di favorire l’amore e la sensualità, sempre nell’ambito sacrale-religioso. Tra queste, un unguento di mirra e rosa che veniva bruciato e la ninfea azzurra, pianta che in dosi elevate può avere addirittura un effetto allucinogeno, ma che nel giusto dosaggio era uno specifico afrodisiaco femminile, perché favoriva la circolazione sanguigna e il rilassamento.

Pozioni d’amore in Grecia e al tempo dei Romani

Anche nell’antica Grecia si era soliti utilizzare filtri amorosi, con l’obiettivo di stimolare la passione e favorire l’esperienza amorosa: tra questi, c’erano preparazioni di linfa di malva – come suggerito dal medico Senocrate, nel III secolo a.C. – radici di satyrion, santoreggia, nota anche come erba di Dioniso, e mandragora, utilizzati come afrodisiaci. Sulla mandragora si pronuncia anche Dioscoride, medico greco al tempo di Nerone, che nel trattato De Materia Medica (scritto indicativamente tra il 60 e il 78 d.C.) descrive questa pianta come un calmante, capace di migliorare la qualità del rapporto amoroso e agevolare la fertilità. Nello specifico, è considerata una pianta dal forte potenziale magico, attorno alla quale si sono sempre sviluppate credenze dovute anche al fatto che le sue foglie ricordano la forma umana.

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Un fiore di mandragola.

In quei tempi, e anche precedentemente, a Roma, oltre alla conoscenza erboristica officinale che consentiva un utilizzo mirato di piante ed erbe, si diffonde anche il commercio di amuleti e preparazioni di pozioni considerate magiche, specialmente nel quartiere malfamato di Suburra. Questi filtri, spesso, oltre ad essere inefficaci, potevano essere pericolosi: è noto l’episodio che vede protagonista il poeta Lucrezio  che impazzisce a causa di un filtro d’amore somministrategli – così si dice – proprio da sua moglie.

Ovidio, nell’Ars Amatoria, testo pubblicato a cavallo della nascita di Cristo, parla dei pinoli come sacri, perché ne andava ghiotto il dio Pan, le cui celebrazioni assicuravano la fertilità.

Seneca, invece, nelle Lettere a Lucilio (libro primo, lettera nona), pubblicate tra il 62 e il 65 d.C., citando Ecatone da Rodi scrive così:

"Ego tibi monstrabo amatorium sine medicamento, sine herba, sine ullius veneficae carmine: si vis amari, ama".

“Ti indicherò un filtro senza incantesimi, senza erbe, senza le formule di alcuna maga: se vuoi essere amato, ama”.

Filtri e rimedi d’amore nel Kamasutra

Il Kamasutra, o Kāma Sūtra, composto dal filosofo indiano Vātsyāyana indicativamente nel VI secolo d.C., celebre opera che tratta di arte dell’amore, è spesso conosciuto solo per l’aspetto erotico. In realtà al suo interno ci sono approfondimenti e studi sull’Amore come atto sacro e via per la profonda realizzazione di sé. Nel settimo libro, intitolato in traduzione “Dei modi di affezionarsi le persone”, sono presenti anche indicazioni su come conquistare l’amata, o l’amato, e come riaccendere la passione e l’unione. Tra questi, per esempio, si trattano anche i cosiddetti “modi per sottomettere gli altri alla propria volontà”:

  • “Strofinando con unguento tratto dalla pianta emblica myrabolans, si acquista il potere di conquistare le donne a piacere”
  • “Si preparino dei pezzi di radice di iris bagnati con olio di mango e si lascino per sei mesi in fondo a un foro praticato nel tronco dell'albero sisu; se ne formi poi un unguento da applicare sul lingam”. 

E ancora, nella sezione successiva, “Esperienze e ricette varie”, si trovano indicazioni su come far sì che si generi l’amore corrisposto:

  • “Se un uomo getta su una donna un miscuglio formato di polvere della pianta lattiginosa da siepe, della pianta kautala, della radice macinata della pianta lanjalika e d'escrementi di scimmia, questa donna non amerà altro uomo”

Ma attenzione: sono presenti anche le ricette per far sì che avvenga l’effetto contrario, ovvero far cessare qualsiasi tipo di passione. 

Filtri d’amore nel Medioevo, tra erboristeria e stregoneria

Secondo le fonti a nostra disposizione, la prima testimonianza della diffusione dei filtri d’amore nel Medioevo ci è fornita nel Penitenziale, testo erroneamente attribuito a Egberto di York, datato XI secolo d.C. ma opera in realtà di autori anonimi, dove sono elencati peccati e penitenze da scontare in caso di condotte peccaminose o anche attività “malefiche”, afferenti alla stregoneria. Tra queste si parla anche della preparazione di filtri e ricette d’amore basate su alimenti di uso comune, come pane e pesce, ma cucinati con l'obiettivo di far innamorare o riaccendere la passione, anche tra moglie e marito. L’intento “soprannaturale” era proprio ciò che, al tempo, veniva condannato.

Anche nel Malleus Maleficarum, trattato scritto nel 1486 sulla stregoneria e su come reprimerla, parla anche di incantesimi lanciati con l’obiettivo di far innamorare: tra questi c’è traccia di acqua con disciolte evacuazioni umane, e dell’acqua di un pediluvio. Oggi sappiamo che gran parte delle attività “magiche” svolte all’epoca da donne poi accusate di stregoneria, si basavano su tecniche erboristiche, che avevano un obiettivo curativo Tra queste preparazioni, a base per esempio di lavanda, petali di rosa e menta, alcune avevano anche lo scopo di far rilassare, condurre il corpo in uno stato di benessere e piacere e migliorare la passione e anche la fertilità.

In anni recenti, tra le pozioni d'amore più famose possiamo citare l'Amortentia, di cui si parla nei romanzi di Harry Potter: si prepara con acqua di Luna, uova di Ashwinder (un serpente magico che nasce dal fuoco), petali di rosa e peperoncino in polvere. Nel mondo magico di Harry Potter, l’Amortentia è illegale, poiché è un filtro d’amore potentissimo: è però in grado di creare un’ossessione romantica, non il Vero Amore. Quello, anche nel mondo dei maghi, è impossibile da creare con un incantesimo.

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