
Quando si parla di siero della verità, il pensiero potrebbe andare sulla pozione Veritaserum di Harry Potter, ma da Diabolik a 007 sono infiniti i personaggi della cultura pop che lo hanno utilizzato nelle loro avventure, per non parlare del romanzo Kallocaina di Karin Boye. Ma esiste davvero? Diciamo di sì, anche se non è del tutto “veritiero”. Tecnicamente, i “sieri della verità” sono sostanze psicoattive che permetterebbero di ottenere senza resistenza informazioni da chi le assumesse. Il tiopentale sodico è la molecola più famosa utilizzata come siero della verità, conosciuto anche con il nome commerciale Pentothal: riduce la capacità di concentrazione e, come l’alcol, rende il soggetto vulnerabile e accondiscente. Proprio per questo, le cosiddette “confessioni” ottenute con il Pentothal non possono essere ritenute affidabili e il suo utilizzo con questo scopo è ritenuto un metodo di tortura.
Cos’è e a cosa serve il siero della verità
Con il nome “siero della verità” sono stati chiamati diversi cocktail di farmaci e sostanze con la capacità di ridurre o rallentare le capacità cognitive e far perdere le inibizioni al soggetto in modo che non potesse mentire. Quindi, potremmo considerare anche sostanze come il vino e l’alcol dei sieri della verità: in fondo come dicevano i romani “in vino veritas”.
La sostanza più conosciuta come componente del siero della verità è il sodio thiopental, o tiopentale sodico (spesso unito ad altri farmaci o sostituito dal sodio amital). Noto anche con il nome commerciale di Penthotal, questa molecola appartiene alla classe dei barbiturici, farmaci sedativi ipnotici utilizzati dai primi del Novecento nel trattamento dell’ansia e dell’insonnia.

Dall’elevato potere di creare dipendenza, sono responsabili di molteplici overdose letali di personaggi famosi, per esempio quella di Marilyn Monroe e Elvis Presley. Proprio per questa pericolosità, non vengono più usati come farmaci sedativi, soppiantati ormai dalle benzodiazepine, ma vengono ancora utilizzati in alcune forme di narcoterapia, emicrania ed epilessia.
Come funziona a livello biochimico?
Come tutti i barbiturici, il Pentothal è una molecola lipofila che attraversa facilmente la barriera ematoencefalica (la barriera che protegge il cervello) e arriva molto velocemente al Sistema Nervoso Centrale (SNC), dove si lega a specifici recettori dell’acido gamma-aminobutirrico (GABA).
Il GABA è il neurotrasmettitore inibitorio per eccellenza: quando il Pentothal si lega ai suoi recettori, li mantiene attivi (o meglio aperti, perché questi recettori sono dei canali che lasciano passare lo ione cloro) per più tempo. Così facendo, aumenta l’attività inibitoria del GABA e di conseguenza diminuisce l’attività neuronale. Talvolta, a dosaggi elevati, può addirittura prendere il posto del GABA.
Per farla breve, riduce la capacità dei neuroni di comunicare tra loro. Inoltre agisce anche su recettori di altri sistemi, ad esempio inibendo i recettori eccitatori del glutammato. Quindi aumenta gli stimoli inibitori e blocca quelli eccitatori: una strategia perfetta per indurre uno stato di sedazione e semicoscienza.
Il siero della verità non è affidabile
Ma quindi è vero che se assumiamo questa sostanza diciamo sempre la verità? Non è detto. Il concetto da cui parte l’utilizzo del siero della verità è che rallentando l’attività neuronale, sia più complicato effettuare compiti difficili, concentrarsi e creare pensieri complessi, cosa necessaria se intendiamo mentire o nascondere qualcosa. Fin qui, avrebbe anche senso, il problema è che quello che diciamo in uno stato mentale alterato non è detto che sia la verità.
Riprendiamo l’esempio dell’alcol: quando si è sotto gli effetti dell’alcol, tendiamo tutti a diventare più chiacchieroni e a perdere i freni inibitori, ma anche ad essere più accondiscendenti, talvolta ad esempio ripetiamo o confermiamo quello che ci viene detto da altre persone.
Ecco, i barbiturici come il tiopentale sodico funzionano in maniera simile: sotto il loro effetto è più difficile mentire, ma non impossibile e in più l’interrogato potrebbe ripetere “a pappagallo” quello che gli viene detto. Per questo l’utilizzo del tiopentale sodico e di qualsiasi sostanza usata come siero della verità negli interrogatori è considerata inaffidabile e soprattutto una forma di tortura.

Gli altri usi del Pentothal
Il Pentothal era uno dei farmaci presenti nel cocktail delle iniezioni letali in America, ma è stato sostituito e in Europa ne è stata vietata l’esportazione dal 2011, così come qualsiasi altra sostanza utilizzabile nella pena capitale e nella tortura.
A oggi, viene talvolta ancora utilizzato nelle anestesie come seconda scelta dopo il Propofol, come indicato dalla Lista dei farmaci essenziali dell’OMS. Rispetto al Propofol, la durata dell’anestesia indotta dal tiopentale sodico però è più breve, perché viene velocemente ridistribuito dal cervello agli altri organi.