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22 Dicembre 2024
7:00

Storia dell’Inquisizione, l’istituzione della Chiesa cattolica che indagava su eresie e stregoneria

Quando parliamo di Inquisizione ci vengono subito in mente sale di tortura e condanne a morte eseguite mediante il rogo. L’Inquisizione fu effettivamente responsabile di uccisioni e torture, ma in misura molto minore di quanto in genere si crede. Approfondiamone la storia in breve.

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Storia dell’Inquisizione, l’istituzione della Chiesa cattolica che indagava su eresie e stregoneria
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L’Inquisizione – dal latino inquisitio, che significa ricerca, indagine – era un’istituzione fondata dalla Chiesa e da alcune monarchie dell’Età moderna, allo scopo di ricercare e processare chi metteva in discussione i principi della religione cattolica. Nel corso dei secoli sono esistite diverse forme di inquisizione: l'Inquisizione medievale, attiva dalla fine del XII all’inizio del XIV secolo; l'Inquisizione spagnola e portoghese, in funzione dal XV al XIX secolo e dipendente non dalla Chiesa, ma dalle monarchie iberiche; e l'Inquisizione romana, fondata nel XVI secolo per combattere la riforma protestante e restata in funzione fino all’Ottocento. I processi dell’Inquisizione coinvolgevano presunti eretici, seguaci di altri culti, streghe e chiunque fosse sospettato di non seguire la religione cattolica. I processi prevedevano talvolta la tortura e, nel caso di eretici recidivi o impenitenti, potevano concludersi con la condanna a morte. Si trattava, però, di eventualità molto più rare di quanto in genere si creda.

Cos’era l’Inquisizione e come si svolgevano i processi

L’Inquisizione era il tribunale incaricato di giudicare chi era sospettato di non credere ai principi della religione cattolica. Gli inquisitori dovevano perseguire eretici (chi era cristiano, ma seguiva idee non in linea con quella della Chiesa), pagani, streghe, falsi convertiti ecc.

L’Inquisizione si è sviluppata in diverse fasi e non ha funzionato sempre allo stesso modo. In linea di massima, i processi si celebravano davanti a tribunali composti da ecclesiastici, che potevano servirsi della tortura per convincere l’imputato a confessare i suoi “reati”. Spesso si usava il tormento della corda: l’imputato era sospeso in aria con una corda, che si faceva poi scendere bruscamente, provocando strappi muscolari e slogature. Talvolta si usavano anche altri strumenti. La tortura, però, era ammessa solo in determinati casi e nei tribunali dell’Inquisizione era usata molto meno spesso rispetto ai tribunali laici.

La tortura di un imputato
La tortura di un imputato

Quando i giudici riconoscevano un imputato colpevole, gli chiedevano di abiurare, cioè rinunciare alle proprie convinzioni. Se accettava, non era condannato a morte, ma a pene alternative come la preghiera e il digiuno. Erano invece condannati a morte i recidivi, cioè coloro che, dopo aver abiurato, riprendevano a professare convinzioni eretiche. In genere i recidivi erano uccisi per strangolamento e in seguito il loro cadavere era bruciato sul rogo. Gli eretici impenitenti, cioè coloro che non accettavano di abiurare, rischiavano di essere bruciati vivi.

Le condanne erano eseguite dall’autorità civile, il “braccio secolare”, al quale erano consegnati i condannati. Alcuni “reati” puniti dall’Inquisizione erano giudicati e combattuti anche da tribunali laici istituiti dagli Stati. Era il caso, per esempio, della stregoneria che, con li passare degli anni, divenne uno dei reati perseguiti più spesso dai tribunali dell’Inquisizione, ma continuò a essere giudicata anche da corti laiche.

Templari condannati al Rogo dall'inquisizione

L’Inquisizione medievale

Sin dal IV secolo d.C. la Chiesa scatenò lotte contro gli eretici e si rese responsabile dell’assassinio di persone che professavano fedi diverse. L’Inquisizione vera e propria nacque però alla fine del XII secolo, quando si diffuse l’eresia dei catari, che credevano nel dualismo tra il bene e il male e predicavano il rinnovamento morale della Chiesa. Nell’ambito della lotta contro il catarismo, che provocò una vera e propria crociata, fu fondata l’Inquisizione: nel 1179 il Concilio Lateranense III incaricò i vescovi di cercare e processare gli eretici e cinque anni più tardi il papa Lucio III ribadì e precisò le disposizioni.

Nel 1231 papa Gregorio IX aggiornò la normativa e affidò la lotta contro l’eresia non più ai vescovi, ma a giudici da lui nominati, che erano scelti soprattutto tra i frati domenicani. L’inquisizione medievale si indirizzò soprattutto contro i catari e cessò di esistere verso l’inizio del Trecento.

Gregoro IX
Gregoro IX

L’Inquisizione spagnola e portoghese

L’inquisizione ricomparve, in forma diversa, nella Penisola iberica nel Quattrocento. Nel 1477, grazie al matrimonio tra Ferdinando di Aragona e Isabella di Castiglia la Spagna fu quasi completamente unificata. I due sovrani erano intenzionati a imporre l’uniformità religiosa del territorio, nel quale erano presenti minoranze di ebrei e musulmani. A tale scopo chiesero e ottennero dal Papa l’istituzione di un tribunale per giudicare chi era sospettato di non professare la religione cattolica. Dopo il 1492, quando gli ebrei furono espulsi dal territorio spagnolo, principale compito dell’Inquisizione divenne vigilare sulle conversioni dei “marrani”, cioè gli ebrei che avevano accettato di convertirsi al cristianesimo per non essere costretti a lasciare il territorio spagnolo. Gli inquisitori, come il celebre Tomás de Torquemada, erano nominati dalla Corona e non dalla Chiesa. L’Inquisizione spagnola, presente anche nelle colonie americane, fu abolita nel 1820.

Non è facile stabilire quante furono le vittime dei tribunali inquisitoriali spagnoli nel periodo della loro esistenza. Una stima vuole che processarono circa 200.000 persone e ne condannarono a morte 12.000, ma secondo altri studi le cifre furono più basse. Un’istituzione simile a quella spagnola nacque in Portogallo nel 1536.

Scena da una Inquisizione, dipinto di Francisco Goya
Scena da una Inquisizione, dipinto di Francisco Goya

L’Inquisizione romana

L’Inquisizione romana fu fondata nell’ambito della “controriforma”, cioè l'insieme delle misure cattoliche per contrastare la riforma protestante luterana. Nel 1542 il papa Paolo III istituì la Congregazione della sacra romana e universale Inquisizione, nota anche come Sant’Uffizio, allo scopo di mantenere l’integrità della fede e combattere le eresie. Sebbene fosse formalmente universale, l’Inquisizione romana operò quasi esclusivamente in Italia. A essa era collegata la Congregazione dell’Indice, incaricata di redigere l’elenco dei libri proibiti.

Nei tribunali dell’Inquisizione romana furono celebrati alcuni dei processi più noti dell’età moderna, come quello a Galileo Galilei, che fu costretto ad abiurare, e quello a Giordano Bruno, che fu condannato alla morte sul rogo.

Galileo di fronte al Sant'Uffizio
Galileo di fronte al Sant’Uffizio

L’Inquisizione romana cessò di fatto di esistere nel 1870, quando il papa perse il potere temporale e Roma fu annessa al Regno d’Italia, ma non fu abolita ufficialmente. Nel 1908 assunse il nome di Sant’Uffizio e solo nel 1965, in seguito al Concilio Vaticano II, fu sostituita dalla Congregazione per la dottrina della fede, che esiste tutt’ora (oggi è un Dicastero), sia pure con compiti diversi.

Si stima che nei secoli della sua esistenza l’Inquisizione romana abbia processato tra 65.000 e 95.000 persone; i condannati a morte sarebbero stati tra 1.200 e 2.000. Anche in questo caso, però, esistono stime differenti e non esistono dati certi.

Fonti:
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